Archibugi «con gli occhi chiusi»
La regista del «Grande Cocomero» gira nel Senese il film tratto dal romanzo di Tozzi La regista del «Grande Cocomero» gira nel Senese il film tratto dal romanzo di Tozzi Archibugi/ «con gli occhi chiusi» Per la parte di Ghisola ha voluto la Caprioglio SIENA DAL NOSTRO INVIATO Il cuore medievale di Siena, i vicoli stretti della contrada del Drago, le meraviglie di Piazza del Campo libera dall'orda dei turisti, e poi la campagna toscana dolce e aspra, selvaggia e romantica insieme, e Firenze e il podere di Poggio a' Meli dove Pietro e Ghisola cominciano a volersi bene da bimbi: Francesca Archibugi gira «Con gli occhi chiusi», film tratto dall'omonimo romanzo di Federigo Tozzi, maestro senese morto a 37 anni, il 21 marzo 1920, per un violento attacco di polmonite. «E' stata mia madre a farmelo leggere per la prima volta - spiega la regista - e da allora "Con gli occhi chiusi" è diventato il mio romanzo predestinato. Anche per la sua aura romantica dovuta a diversi motivi: poco conosciuto, eppure capolavoro, una ragazza enigmatica in cui è facile identificarsi e un personaggio maschile per cui si prova amore e repulsione. Poi Siena e il Chianti, luoghi che possono appiccare un fuoco emotivo infinito». Naturalmente, precisa l'autrice de «Il grande cocomero», «il film è un'altra cosa rispetto al romanzo». Dice l'Archibugi: «Rendere sullo schermo lo stile narrativo di Tozzi è l'aspetto più difficile di quest'impresa: non posso usare la sua lingua aspra, la sua grandezza nell'esprimere le sensazioni. L'altro rischio sta nel fatto che la storia è in costume e ciò potrebbe far prendere al film il sapore dello sceneggiato tv, quel tipico "passo lento" degli attori quando recitano con abiti d'epoca. Per evitarlo cerco d'imprimere alle immagini una falcata da film d'azione». Al centro del romanzo di Tozzi c'è il racconto, ambientato all'inizio di questo secolo, dell'amore fra Pietro e Ghisola e dell'inganno che per sempre li terrà divisi. Spiega la regista: «Lui è un ragazzo disadattato, con una crescita difficile, con un rapporto complicato col padre. Fin da piccolo si attacca a Ghisola, ma non capisce bene che tipo sia e di che cosa abbia bisogno. Lei, minata da croniche carenze affettive che la spingono ad amare chiunque le faccia una carezza, non riuscirà mai a superare la "sordità" di Pietro. Un tipo di "sordità" che in qualche modo ricorda il Rocco di "Rocco e i suoi fratelli"». Intorno ai due protagonisti (Fabio Modesti e Gabriele Bocciarelli sono Pietro adulto e bambino; Debora Caprioglio e Alessia Fugardi sono Ghisola donna a ragazzina) si muovono altre figure: Domenico (Marco Messeri), il padre di Pietro violento e ignorante; Rebecca (Angela Molina) una «persona sana immersa in un bozzolo di nevrosi incrociate»; Beatrice (Laura Betti) la mezzana che vive con Ghisola ormai diventata «la mantenuta del signor Alberto»; e Anna, la bella madre di Pietro interpretata da Stefania Sandrelli. «Per me questo film è una festa - dice l'attrice - e la sceneggiatura è fra le più belle che abbia mai letto. Anna è un po' una mattarella non priva di buon senso; sto cercando di farne un personaggio con poca logica che vive le cose così come vengono». La canzone del film, «Nati alberi», è interpretata da Nada, livornese e passionale, adatta a recitare, nei panni di una girovaga, versi che parlano di uomini e di natura. Prodotto da Leo Pescarolo, Guido de Laurentiis e Fulvio Lucisano per il costo di circa 7 miliardi (con contributi francesi e spagnoli), «Con gli occhi chiusi» ha già rischiato di diventare un caso politico-culturale: alcune settimane fa si era saputo che la Silvio Berlu- Debora Caprioglio, in costume e trasformata: ha perso molti chili sconi Communications, inizialmente interessata alla coproduzione, aveva poi deciso di ritirare i finanziamenti anche a causa dello spot anti-berlusconiano girato dall'Archibugi. «Se vogliono finanziare - commenta serafica la regista - finanzieranno, sennò no. Rifarei anche ora quello spot: mi dà serenità sapere che gli altri sanno come la penso. Nel nuovo quadro politico sono all'opposizione, ma non faccio film politici e non riesco a capire che paura si possa avere di me». I produttori Lucisano e Pescarolo sperano nel contributo proveniente dalla nuova legge sul cinema, si affidano al nome dell'Archibugi che ha già mosso molto interesse nei partner europei, e si augurano comunque che il contributo Fininvest, alla fine, arrivi a destinazione. Fulvia Caprera
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