Yemen in fuga sotto le bombe

Missili «Scud» contro la capitale. Ancora bloccati a San'a quaranta italiani Missili «Scud» contro la capitale. Ancora bloccati a San'a quaranta italiani Yemen, in fuga sotto le bombe Nordisti marciano su Aden NICOSIA. Truppe nordista fedeli al presidente yemenita Ali Abdullah Saleh starebbero marciando verso Aden, ex capitale dello Yemen del Sud, per «prenderne il controllo». Ed un lancio di missili «Scud» (non è noto con quali conseguenze) contro la capitale San'a ha reso ieri sera ancora più difficile una mediazione tentata dalle diplomazie arabe e occidentali per fermare la guerra civile nello Yemen, da dove e già iniziato l'esodo straniero. L'attacco al palazzo presidenziale - secondo contrastanti versioni - è stato rivendicato dal Comando militare sudista ad Aden, secondo il quale l'edificio è andato in fiamme. Lo stesso comando ha parlato anche di «violenti combattimenti in corso nel centro della capitale tra nordisti e sudisti». Da parte sua, la radio di San'a - controllata dai nordisti - ha messo in guardia contro «le menzogne e la propaganda sudista». Le ostilità fra unità militari delle opposte fazioni - riesplose con violenza mercoledì scorso - si sono estese nelle ultime 24 ore, nonostante l'appello del segretario generale dell'Ònu Boutros-Ghali, su altri fronti a Nord e ad Est di Aden (l'ex capitale sudista) e lungo la vecchia frontiera tra i due Yemen. Intanto, con l'arrivo nel porto di Aden della nave appoggio «Jules Venie» della marina militare francese per trasportare a Gibuti circa 300 civili, tra cui un numero imprecisato di italiani, è cominciato Nella foto II presidente Abdullah Saleh, nordista, che ha estromesso il vice, sudista, Ali Salem Al-Baidh che sarà processato por non aver obbedito all'ordine di fermare le truppe al suo comando. Saleh ha inoltre reso noto l'arresto del colonnello Jawad Al-Muthanna, comandante della Brigata Basahib di stanza a Dhamar, 100 chilometri a Sud di San'a, accusato di aver dato il via, mercoledì, a scontri con le truppe nordiste. La diplomazia araba è intanto mobilitata per tentare un'ormai molto remota mediazione. Dopo aver lanciato un appello per la cessazione delle ostilità - come hanno fatto pure Arabia Saudita, Kuwait, Usa e Russia - dietro richiesta dell'Egitto, la Lega Araba ha convocato per oggi al Cairo una riunione d'emergenza dei rappresentanti dei 22 Paesi membri. I cittadini stranieri che da ieri hanno cominciato a lasciare lo Yemen sono in gran parte dipendenti di ambasciate o tecnici di imprese petrolifere e industriali. La comunità più consistente è quella americana che comprende circa 5000 persone. Tra gli europei la presenza più numerosa è quella britannica con quasi 200 persone. Seguono l'Italia con un centinaio (circa 40 tra diplomatici e coadiutori dell'ambasciata a San'a, che sarebbero ancora bloccati, e del consolato ad Aden e i loro familiari, una trentina di dipendenti di imprese commerciali e industriali e altri 30 che risiedono stabilmente nel Paese) e la francia con quasi 60, tra cui diversi esperti petroliferi. [Ansa] StUSSIA

Persone citate: Abdullah Saleh, Ali Abdullah Saleh, Ali Salem, Ghali, Saleh