«Un sogno attraversa la Manica»

«Un sogno attraversa la Manica» «Un sogno attraversa la Manica» Mitterrand e Elisabetta inaugurano il Tunnel Tra gli invitati anche l'ex premier Margaret Thatcher che avviò i lavori della «più grande meraviglia del Novecento» FOLKESTONE terminale, le targhe commemorative, gli applausi e le bandiere. Con due differenze. La prima, che mentre a Calais Mitterrand ha offerto alla regina una colazione con menù tutto francese, Elisabetta non ha restituito la cortesia: il tè offerto a Cheriton, a cerimonia conclusa, era di marca assolutamente britannica. Secondo, la diversa reazione popolare. Calais era un turbinio di bandiere e palloncini colorati, e non a caso nella cittadina francese qualcuno parlava della «più grande festa anglobritannico dopo l'incontro fra Enrico VIII e Francesco I». A Folkestone nulla. «Da Londra a Parigi in tre ore», dicono i loro spot. I francesi hanno trovate pubblicitarie più accattivanti: «Giulio Cesare, Leonardo da Vinci, Ferdinando de Lesseps sognavano di cambiare il mondo: noi lo facciamo». Così, quasi a riflettere quel diverso umore, la sovrana ha ricordato il francese Blériot che sorvolò la Manica nel 1909 e remier vviò de to» sullo stesso binario; e sotto la pioggia che faceva appassire i pennacchi della Guardia Repubblicana, e che Mitterrand ha sfidato come un giovanotto rifiutando l'ombrello, si ò avviata la sarabanda di felicità e commozione che è stata il leit-motiv della giornata. Vistosa nel suo cappottino color fucsia, ma non più della signora Thatcher che con un cappellino da gondoliere faceva girare le teste e che è stata più volte ricordata come colei che volle il tunnel, Elisabetta ha restituito gli onori dall'altra parte, nel pomeriggio. E' stata una giornata, in fondo, di doppioni. Il volo degli «Harrier» e degli «Hawk» a Folkestone come la «Patroulle de France» a Calais; il «giro turistico» nell'uno come nell'altro monio fra Londra e Parigi vanamente inseguito da quasi 200 anni, si sono celebrate molte vittorie: sulle paure e sui preconcetti, sulle difficoltà tecniche, sugli ostacoli economici. Mitterrand ha parlato di «una delle realizzazioni più importanti del secolo» ed Elisabetta di una pagina nuova in una «causa comune». Ma dietro le parole rituali si sentiva questa volta la commozione per il trionfo sulle incertezze del passato. Poco importa che la Rolls della Regina per tornare sullo «Shuttle» sia stata costretta ieri mattina ad andare a Calais servendosi dei normali traghetti marittimi e che per il ritorno sullo «Shuttle» sia stata costretta per le dimensioni a usare un vagone da camion. Poco importa che l'Eurotunnel cominci i suoi servizi passeggeri soltanto in estate. Poco importa se il mondo finanziario si domanda quando gli immensi investimenti - 21 mila miliardi di lire - cominceranno a dare qualche frutto. Po¬ co importa, infine, se il tunnel non riuscirà a piegare la concorrenza dei traghetti marittimi, un poco più lenti ma meno costosi e decisamente più comodi. L'importante, ieri, era salutare adeguatamente l'avvio di quella che è stata definita «una rivoluzione» nel modo di viaggiare fra l'Inghilterra e il resto dell'Europa, ma anche nei rapporti dell'Inghilterra con il resto dell'Europa. Ora il continente non potrà più essere «isolato» da una qualsiasi nebbia. La lunga giornata di Elisabetta è cominciata alle 9,30, con l'inaugurazione della nuova stazione di Waterloo da cui partiranno i treni capaci di raggiungere Parigi in 3 ore e Bruxelles in pochi minuti di più (quando anche le nuove linee ferroviarie sa- Tra gliMari lme DAL NOSTRO INVIATO Decine di treni sono già passati, negli ultimi mesi, sotto il Canale della Manica; e centinaia di auto, nei continui collaudi prima dell'entrata in servizio dello Shuttle prevista per la fine del mese, sono state scarrozzate fra le due rive di questo fossato che da 40 milioni di anni difendeva l'Inghilterra da tutto e da tutti. Ma a fare storia, in questo 6 maggio che ha segnato la fine dell'insularità britannica, sono stati prima il fiammante «Eurostar» (il treno del futuro per passeggeri) con cui la regina Elisabetta si è presentata all'appuntamento di Calais con il presidente francese Mitterrand, poi la Rolls-Royce con cui i due capi di Stato hanno raggiunto Folkestone per la seconda parte della cerimonia a bordo dello «Shuttle», il treno-traghetto. Fra bandiere, inni e discorsi, ma anche qualche lacrima del cielo a benedire questo matri¬ ranno completate). E mentre Mitterrand dalla parigina Gare du Nord raggiungeva la nuova stazione internazionale di Lille, per un'analoga cerimonia d'inaugurazione, l'«Eurostar» argento e oro della sovrana raggiungeva l'imbocco del tunnel a Cheriton, presso Folkestone. Con sette minuti di ritardo, hanno subito sottolineato i giornalisti inglesi, ben sapendo in che condizioni disastrate sia la rete ferroviaria di questa parte d'Inghilterra. Ma l'appuntamento oltre il tunnel, al terminale di Calais, è stato perfetto. I due treni, naso a naso, si sono fermati