E bufera su Clinton per il «Paulagate» di Vittorio Zucconi

In tribunale per molestie sessuali In tribunale per molestie sessuali E' bufera su Clinton per il «Paulagqte» La donna lo denuncia: chiedo un miliardo La Casa Bianca: una montagna di falsità IL PRESIDENTE FERITO NELLA DIGNITÀ' WASHINGTON. Il Presidente degli Stati Uniti è formalmente accusato davanti a un tribunale di «molestie sessuali, aggressione e violazione dei diritti civili di un cittadino». E' un fatto senza precedenti nella storia americana. Paula Corbin Jones, impiegata di 27 anni, ha presentato ieri causa contro Bill Clinton al tribunale di Little Rock, Arkansas. Ha querelato anche Danny Ferguson, l'exguardia del corpo di Clinton che la guidò nella camera d'albergo in cui l'allora governatore dell'Arkansas, secondo il racconto della donna, la toccò, si calò calzoni e slip, le chiese un «certo tipo di sesso». Paula Jones chiede «scuse» e un modesto risarcimento di 700 mila dollari, un miliardo di lire, che ha detto di voler devolvere in beneficenza. Robert Bennett, il superavvocato ingaggiato dalla Casa Bianca., ha definito in una conferenza stampa l'accusa «spazzatura da giornalacci scandalistici». L'avvocato ha inoltre affermato che «il Presidente non ricorda di aver mai incontrato la Jones». DWASHINGTON ISPERATO perii cattivo andamento dei sondaggi, un giovane, ambizioso politico texano in corsa per un seggio parlamentare convocò il suo addetto stampa e gli disse: «Chiama i giornali e informali che il mio avversario è un pervertito che se la fa in segreto con le pecore e con le galline». «Ma non è vero», balbettò sbalordito il portavoce. «Lo so benissimo - rispose il giovane politicante con un sorriso diabolico - ma pensa che faccia farà quando andrà in televisione a negare di aver fatto all'amore con una gallina». 11 politico - Lyndon Johnson, il futuro Presidente degli Stati Uniti - vinse quelle elezioni. Nessuno sa oggi, tranne Bill Clinton, la querelante signora Paula Jones e l'agente di polizia Danny Ferguson, se la infamante accusa di pesanti «molestie sessuali» sporta contro il Presidente degli Stati Uniti sia un lurido trucco pubblicitario studiato da avvocati, la fantasiosa menzogna di una mitomane o una «bomba al sesso» che distruggerà quel che rimane dei prestigio e dell'autorità del leader americano. Tutto è possibile. Ma non c'è dubbio che il Presidente si trovi da ieri intrappolato nel tremendo «paradosso della gallina» che il cinico Johnson costruì per il suo avversario: se tace, rischia di accreditare l'immagine di dongiovanni di provincia, peggio, di sceicco bianco che trattava le impiegate del suo governo come un suo harem privato e i poliziotti dello Stato come mezzani. Se replica, deve andare davanti alle telecamere e rispondere alle domande imbarazzanti poste dall'accusa. Già li possiamo Pantarelli e Passarini A PAG. 5 Vittorio Zucconi CONTINUA A PAG. 6 SESTA COLONNA auditorium d'Europa

Luoghi citati: Arkansas, Europa, Stati Uniti, Washington