La rivolta dei 42 primari

Per il rilancio delle strutture delle Molinette, di San Lazzaro e San Vito ! E' condannato Per il rilancio delle strutture delle Molinette, di San Lazzaro e San Vito ! E' condannato La rivolta dei 42 primari lncendìò Contro inefficienza e burocrazia per amore 1 primari ospedalieri dello Molinette, San Lazzaro e San Vito sono sul piede di guerra. Tutti e 42 hanno aderito ad un'associazione «apartitica» e senza finalità sindacali che si è costituita nei giorni scorsi. Lo scopo è combattere la burocrazia o l'inefficienza. «Non solo precisa il coordinatore, il professor Dario Cravero - perché chiediamo di valorizzare la professionalità dei medici, la ricerca di migliori livelli organizzativi e gestionali, lo sviluppo di una più efficace attività culturale e scientifica». Per raggiungere gli obicttivi non lesinano gli attacchi. All'Usi 8 contestano che «ogni decisione viene presa senza consultazione». Cravero: «Gli ordini del giorno ci piovono addosso a cascata. Una volta è per obbligarci a cedere un'infermiera ad un altro reparto. Oppure e per cambiare una disposizione precedente. E noi, che dovremmo essere i responsabili dell'attività nel nostro reparto, non siamo interpellati». I primari chiedono il rispetto del loro ruolo nella struttura sanitaria e della loro professionalità. «Dietro la bella facciata della chirurgia d'avanguardia dicono - si nasconde una diffusa disorganizzazione». Afferma il professore Crosignani: «Capita che si debba chiedere al collega di poter avere in uso uno strumento sanitario, magari già dato in prestito da una società privata. Ottiene solo chi può contare su buoni rapporti personali o su linee preferenziali con l'amministrazione e la direzione sanitaria dell'ospedale». I primari propongono un coordinamento delle 24 unità chirurgiche con personale fisso da mettere a disposizione Bartolomeo & C. Il professor Giorgio Bellone, primario di Traumatologia dell'Oftalmico, da oggi e per un mese, non potrà esercitare l'attività in ospedale. Secondo la Commissione di disciplina è colpevole di aver offeso gli ebrei con una frase di elogio all'operato di Hitler pronunciata per scherzo qualche mese fa in sala operatoria. Ieri la direzione sanitaria gli ha notificato la decisione ratificata dall'amministratore straordinario dell'Usi 1, Rosario Simonetta. E' probabile che il primario ricorra al Tar, il tribunale amministrativo regionale per il reintegro nelle funzioni. Il provvedimento rischia di far crescere la tensione tra i medici, universitari ed ospedalieri, che il 16 aprile avevano disertato l'inaugurazione di tre sale operatorie. Allora il portavoce della protesta era stato proprio il professor Bellone. E la Commissione di Disciplina aveva deciso di riunirsi lunedì 1 8. Sotto accusa l'Usi 8 «Prende le decisioni senza consultarci» Ordini del giorno piovono a cascata A fianco il professor Annibale Crosignani, a destra il professor Dario Cravero PRIMARIO SOSPESO Costa due anni e due mesi di carcere dar fuoco all'alloggio della bella di notte di cui si è innamorati. Questa la pena inflitta ieri dai giudici della prima sezione del tribunale allo slavo Stepan Savatic, 30 anni, responsabile di minacce e incendio doloso per aver appiccato il fuoco il 22 gennaio del '93 ad un alloggio in via Revello 2, dove abitava una prostituta di cui si era innamorato e che lo aveva messo alla porta. Savatic, attualmente è irreperibile, all'epoca dei fatti alloggiava all'hotel Romano in via Nizza. All'origine del folle gesto, il rifiuto a proseguire la relazione con lo slavo da parte di Barbara, la prostituta di cui gli inquirenti coprono l'identità per timore di ritorsioni. La più danneggiata in tutta la vicenda è stata un'altra bella di notte, Anna, amica di Barbara. Ha raccontato ieri ai giudici: «Dividevo l'alloggio con quattro amiche. Gli incassi si mettevano in un vaso dell'ingresso da cui Barbara prelevava quanto serviva per pagare l'affitto e le spese comuni. Tutto filò liscio fino a quando non spuntò Stepan. Barbara lo trattava come un cliente qualsiasi, ma lui si era pazzamente innamorato di lei, le aveva chiesto di sposarlo, ma lei l'aveva mandato al diavolo. Aveva cominciato a perseguitarla, e Barbara se ne era andata. Stepan non si diede per vinto e minacciò me: "Se non mi metti in contatto con Barbara per te sono guai". «Cercai di non dar peso alla cosa ma una sera lo vidi appostato sotto casa, mi spaventai, chiamai un taxi e andai al PickUp. Verso le tre del mattino tornai a piedi verso casa, vidi i vigili del fuoco: "Cos'è successo?", domandai. "Hanno dato fuoco ad un appartamento". Mi precipitai ma avevo già intuito che era il mio». «Non facciamo guerra ai clinici universitari» l'assenza è totale» rincara Crosignani. «Manca una politica globale degli interventi da fare. Si ragiona spesso secondo le logiche della politica o sotto l'influenza di pressioni interessate». I risultati sono gravi: lunghe liste d'attesa, il pronto soccorso oberato dal lavoro che sta scoppiando, i reparti di medicina dove capitano ricoveri non indispensabili e con dimissioni non sempre facili. L'associazione dei 42 primari è riservata ai medici ospedalieri. Precisa Cravero: «Non abbiamo niente contro i colleghi universitari. E' fuori dubbio che i problemi delle Molinette, San Lazzaro e San Vito alla fine vanno risolti insieme». Lo spirito ò quello di rilanciare l'ospedale in ogni sua parte, anche in quelle oggi in ombra. «Dobbiamo crescere tutti insieme, poter disporre di strutture e strumenti che ci consentano di esprimere appieno le nostre professionalità».

Luoghi citati: Barbara