Ma la vecchia guardia accusa Melli una stagione fallimentare Zoratto non c'è più gioco corale di Bruno Bernardi

Ma la vecchia guardia accusa Ma la vecchia guardia accusa Melli: una stagione fallimentare Zoratto: non c'è più gioco corale carica per Ferrara (parametro 9,3 miliardi, ingaggio triennale di 3 miliardi) sul cui passaggio alla Roma sono sorte complicazioni. Ma la concorrenza della Juve, a questo punto, sembra imbattibile. Così come sarà dura strappare Annoni alla Roma. Intanto, sul mercato estero, il Parma, che ha confermato Asprilla, Brolin e Sensini, è in trattative con il Benfica per il centrocampista Abel Xavier e, in subordine, con il Porto per Fernando Couto. Il colombiano Rincon è già del Parma che, per il momento, lo lascia in prestito al Palmeiras. Ma Pastorello promette che, se ai Mondiali nascerà una stella, sarà il Parma ad assicurarsela: «La rosa non supererà i 18-19 elementi». Se davvero «patron» Tanzi sogna ancora lo scudetto, la banda Scala dovrà compiere un salto di qualità e inserire nuovi «professori» per evitare altre stecche e che il ciclo quinquennale entri in fase di esaurimento irreversibile. PARMA DAL NOSTRO INVIATO sta squadra». E ha aggiunto: «E' meglio che la società si dia da fare a trovare un altro al posto mio, io me ne vado». Poi ha spiegato: «E' stata una stagione fallimentare. Fin dai primi turni di Coppa abbiamo faticato ad andare; avanti, vedi Maccabi eliminato ai rigori. Col Benfica ci ha aiutato la fortuna. E nel giorno più importante ci siamo persi. Non c'è più gioco corale. E' stato sbagliato confidare unicamente sugli estri di Asprilla e Zola. Non siamo una grande squadra, capace di dipendere dai numeri ad effetto di quei due. Forse abbiamo fatto il passo più lungo della gamba comprando dei giocatori di sicuro spessore tecnico senza un adeguato contorno». Zoratto, un altro della vecchia guardia, sostiene: «L'Arsenal è una vera squadra, ha giocato come facemmo noi a Wembley. Tutti per uno. Una volta eravamo più poveri, ma più belli. Conoscevamo i nostri limiti o ci adeguavamo con le giuste contromosse. Adesso siamo ricchi di fantasia, ma ha ragione Melli, la ricerca del numero ad effetto è andato a scapito della coralità del gioco. Sandro fa bene a volersene andare, come Grun ha scritto pagine importanti e non è stato trattato come meritava». L'altro grande escluso, Grun appunto, non ha eccepito sulla scelta prò Sensini di Scala. Sapeva di non essere in condizione. Ma sottolinea: «Ho capito, stando fuori, che chi non gioca perde la fiducia del tecnico. Abbiamo puntato tutto sullo scudetto senza renderci conto che non eravamo all'altezza del Milan. Per essere alla pari dello grandi il Parma deve ancora crescere». Dentro la Coppa saltò tutta una città. Era maggio, un anno fa. Senza la Coppa è un fuggi fuggi generale. Non è solo il paragone d'ambiente dettato dai sette pensionati contati ieri rispetto alle ali di folla che, al suono della Marcia trionfale dell'Aida, accolsero al Tardini gli eroi di Wembley. A Parma e, soprattutto nel Parma, ci si accorge quanto è difficile scrivere il copione di una disfatta. E, magari inconsciamente, si incappa in una serie di gaffes clamorose. Il colmo l'ha raggiunto Asprilla: prima di trasvolare in Colombia si è concesso l'ultima follia notturna europea, trascorrendo un'oretta in un locale di Copenaghen. Volete sapere come si chiama il posticino? Waterloo. Calisto Tanzi, patron del Parma, non ha avuto il coraggio di disdire la cena del dopo finale prevista per la squadra e i tifosi Vip. Luogo riservato? I saloni della Borsa di Copenaghen. L'atmosfera? Da 1929 a Wall Street. Tanto che il vice presidente Ceresini, affacciatosi un attimo, è tornato sui suoi passi mormorando: «Mi sembra si essere al funerale di Al Capone». Ma perché sono crollate le azioni Parma? Timido tentativo di difesa di Zola: «Non ricominciate a dire che non sono una punta o che Asprilla ha bisogno di un centravanti vero al suo fianco: sono discorsi senza costrutto». Quanto devono essergli fischiate le orecchie. Sotto accusa sono proprio loro due. Melli, attardatosi al duty free dell'aeroporto di Copenaghen e invitato a raggiungere i compagni ha detto, ridendo ma mica tanto: «Ma io non faccio parte di que¬ Bruno Bernardi

Luoghi citati: Colombia, Copenaghen, Ferrara, Parma