«I sospetti cadono su Occhetto» di M. G.

«I sospetti cadono su Occhetto» «I sospetti cadono su Occhetto» Forza Italia: è stato lui il suggeritore Ma anche nel pds vi sono contrasti sul documento dell'Assemblea Il segretario del pds Achille Occhetto I pidiessini respingono le insinuazioni, come da copione. Possibile, dicono, immaginare Achille Occhetto nei panni di supremo burattinaio di socialisti spagnoli, comunisti francesi e verdi tedeschi? Un fatto però è certo: il segretario è stalo a Strasburgo per tre giorni, un periodo insolitamente lungo per lui. Tornato a Roma, si è limitato a benedire l'iniziativa, ammettendo di avere votato a favore, lui e il pds, «come deputati europei dell'Italia, nella piena consapevolezza che il pronunciamento del Parlamento Europeo non leda in alcun Un'occasione per conoscere e vivere questa città unica, di antica storia e cultura, circondata da un paesaggio tra i più beili dei nostro Paese,.tra Carso e mare. Perla italiana della Mitteleuropa, Trieste coinvòlge nel suo fascino di città crocevia di culture, di lingue e di tradizioni, oggi porta della nuova Europa. modo l'autonomia del nostro Paese». Sorvolando sull'accusa di essere lui l'ispiratore, Occhetto ha deviato il discorso sulla replica di Scalfaro, criticandola aspramente: «Sono rimasto colpito dalle sue dichiarazioni, che sembrano considerare la risoluzione europea per un verso scontata e per l'altro inopportuna». A smentirlo, in parie, è Nilde lotti, che non ce l'ha con Scalfaro, ma con la decisione di Strasburgo: «Si tratta di un'influenza un po' pesante negli affari interni italiani». «Ingerenza? Nessuna ingerenza», stoppa Colajanni, quello chiamato in causa da Ferri come possibile organizzatore del colpaccio. Nella maggioranza, un po' tutti, ma soprattutto gli italoforzuti, sono convinti che dietro la faccenda ci sia Occhetto. Ben spalleggiato, s'intende: «E' opera di certi socialisti europei in via d'estinzione», dice Gianni Pilo. «L'influenza mag¬ giore è quella dei socialisti francesi, caratterizzati da un forte sciovinismo e una notevole convinzione di superiorità e strafottenza nei confronti dell'Italia». «E' una manipolazione», strilla via radio Vittorio Feltri, il direttore del «Giornale» del Polo, introducendo così il secondo capitolo del giallo. E qui il mistero si infittisce. «Dopo gli orrori del fascismo e del nazismo», recita la traduzione italiana del richiamo al Belpaese votato a Strasburgo. Otto parole. Un inciso che incredibilmente lievita e scompare in tutte le altre versioni del documento: francese, inglese, spagnola, persino greca, come mostra Fini alle telecamere dei vari tiggì. Certo, anche senza il riferimento esplicito al fascismo, la sostanza non muta e l'ingerenza resta. Ma quell'aggiunta (o sottrazione) può essere solo un caso? 0 una svista tecnica, come si affrettano a dire da Strasburgo, spiegando che vicende simili sono all'ordine del giorno in un Parlamento dove si discutono e redigono documenti in nove lingue diverse? E non è finita. In un primo momento il testo della delibera sarebbe stato dichiarato irricevibile dall'assemblea, salvo riapparire poi sotto forma di emendamento in un documento più generale. Ebbene, in questa seconda collocazione il pronunciamento sull'Italia contiene solo la firma del socialista JeanPierre Cot. Mancando quelle degli altri capogruppi, l'atto potrebbe essere dichiarato invalido. La popolare italiana Cassanmagnago, ad esempio, dice di aver avuto garanzie da Cot che la frase incriminata sarebbe stata tolta e accortasi invece del suo inserimento, in aula ha votato contro, unendosi ai de tedeschi e alle destre. Il giallo aspetta un finale. E la Farnesina ha invitato i nostri diplomatici di Strasburgo a trovarlo al più presto, [m. g.]

Persone citate: Achille Occhetto, Achille Occhetto I, Colajanni, Gianni Pilo, Occhetto, Scalfaro, Vittorio Feltri