Adulti, gli imputati di Marco Neirotti

Adulti, gli imputati Adulti, gli imputati Papà e mamma tutti cattivi? Gli esperti: «Non esageriamo» ENITORI attenti. Leggere certi volumi può farvi sentire inadeguati, incapaci, sbagliati. Questo lamentano gli inglesi nemici della Leach. Già, ma intanto si rimane prigionieri di un quesito: meglio essere rigidi o permissivi? Come si sbaglia meno? «Se ci sono l'affetto, la comprensione, il rispetto, non si sbaglia né da una parte né dall'altra», dice Livia Di Cagno, direttore della Clinica di Neuropsichiatria infantile dell'Università di Torino. E chi sbaglia produce squadroni di delinquenti? La professoressa, che il 13 e 14 maggio presiederà un congresso dedicato proprio alle patologie distruttive, risponde: «A lungo, per esempio, si è ritenuto che l'iperprotezione fosse fonte di disturbi. Ma l'iperprotezione è anche affetto, non è poi così dannosa. Il pericolo sta nella disaffettività, nella proiezione delle proprie angosce, nella disattenzione ai bisogni. Il tutto aggravato dall'esagerazione di rigore o permissivismo». Insomma, picchiare o trascurare è peggio che essere tolleranti, iperprotettivi con amore. E l'occhio vigile degli esperti non rischia di condizionare i comportamenti? La teoria prevale sui migliori slanci? Conferma il professor Massimo Ammaniti, do¬ cente di Psicopatologia generale e dell'età evolutiva all'Università La Sapienza di Roma: «Quando uno fa il genitore fa quello e basta. Se si osserva, se comincia a covare dubbi, se ha una sorta di percezione rivolta su di sé, può tendere a non fare scelte, a rimanere intrappolato dall'incertezza costante». Le teorie psicologiche possono dunque diventare negative? Ammaniti: «Certe teorie fanno parte del patrimonio un po' di tutti, ma quando uno è genitore non può rifarsi sempre a teorie. Se torniamo al vecchio Freud, lui diceva che lo sviluppo implica frustrazione e soddisfazioni nel bambino. Nessu¬ no sostiene che il figlio debba essere soddisfatto in tutto. Si tratta di assecondare i suoi ritmi, ma anche di porre dei confini, barriere, un controllo comportamentale che è al centro della costruzione di una autoregolazione». Insomma, guai ai robot guidati dai libri? «I libri servono. Ma prima si fa e poi ci si interroga sulla base delle letture. In fondo è come per uno che suona il violino. Durante il concerto è immerso nel suo ritmo, poi ci tornerà sopra, sentirà la registrazione e correggerà dei passaggi». Marco Neirotti

Persone citate: Ammaniti, Freud, Leach, Livia Di Cagno, Massimo Ammaniti

Luoghi citati: Roma