Mangiare è sempre violenza? Il problema dell'otto per mille di C. M.

Mangiare è sempre violenza? Il problema dell'otto per mille Mangiare è sempre violenza? Il problema dell'otto per mille evoluzione passi attraverso la consapevolezza che il nutrirsi non dovrebbe essere un semplice fatto meccanico dettato dall'istinto primordiale ma un fatto spirituale. Meditare su tutte le nostre azioni e quindi meditare sulla sostanza del cibo che ingeriamo costituisce un elemento di crescita spirituale al fine che il nostro rapporto con il tutto o per chi preferisce con Dio o con l'universo diventi il più possibile armonioso. Ne beneficeranno tutti i nostri simili e tutte le altre forme inferiori. L'essere vegetariani assolutisti, fanatici ed intolleranti, oltre ad essere disarmonizzante, fa parte di un retaggio utopico. Non si può coltivare l'orto senza uccidere i lombrichi o difendersi dai parassiti. Penso che un «uomo libero» possa fare di tutto, basta che abbia amore e purezza di intenti. Albino Trucano Borgiallo (To) Punizione e redenzione Mi chiedo spesso, come mai, intorno a detenuti di vario stampo, sorgono spesso «comitati», «associazioni», addirittura «circoli politici». Il senso di ciò mi sfugge nel momento in cui rifletto su ciò che il reo sta a fare in carcere. Orbene se è giusto aspettarsi che un piccolo delinquente possa redimersi, non credo che, al di là di considerazioni morali, sia giusto dare ad efferati criminali la medesima possibiltà. Qualcuno pensa che Pietro Maso possa ancora essere utile alla società? E chi potrebbe giudicare abbastanza severa qualsiasi pena inflitta al cosiddetto «Mostro di Firenze», chiunque egli sia7 So che la Costituzione afferma il valore rieducativo delia pena, ma ciò nella misura in cui la colpa non superi certi parametri morali come l'orni cidio di un genitore o di chi come un bambino non può difendersi. E se è vero che l'uomo non può condannare a morte un suo simile, è altrettanto vero clie non ha il diritto di perdonare chi ha provocato dolori enormi ad altri. Ovvero, a me RISPONDE 0.d.B. sori più dotti e illuminati di me hanno cercato di rispondervi: psicologi e psicoterapeuti hanno elaborato teorie, principi e tutto è rimasto e rimane accumulato tra strati di polvere in una biblioteca, ma in pratica, l'insegnante combatte giornalmente con questo fenomeno disarmante», con il che lei allarga la responsabilità della crisi scolastica dagli scolari agli insegnanti. Egr. Sig. Del Buono, insegno da 8 anni e sottolineo come il concetto e valore dell'istruzione stiano degradandosi. Ho usato il termine degradare poiché questo è ciò che i miei occhi riscontrano gradualmente. Vi sono, certo, delle differenze tra istituti, lungi da me paragonare la lingua italiana (materia che insegno) fatta apprendere in un liceo classico, a quella insegnata in un istituto professionale, ma ahimè, pur con dissomiglianze, il problema comune rimane: il desiderio di apprendere, l'amore per la conoscenza, anche fine a se stessa, è sparito... ology uturo cuola A questo punto, però, lei, gentile dottoressa Roveyaz, pur riconoscendo onestamente di non essere «né una fata né una strega» in grado di risolvere il problema con un colpo di bacchetta magica, dichiara di poter dare «un consiglio valido e funzionale». Secondo lei, esiste una «tecnologia di studio» in grado di condurre la persona ad avvicinarsi alla materia, ed è quella elaborata da L. Ron Hubbard, fondatore della filosofia di Scientology. «Non Socrate, Kant, Hegel», proclama lei, ma L. Ron Hubbard, e, dunque, la sua è un'altra delle lettere di propaganda per Scientology. Me ne arrivano tante, a firme sempre uguali. La sua firma mi risulta nuova e le auguro di aver ragione. Purtroppo, per me, l'aver conosciuto L. Ron Hubbard come autore di fantascienza, blocca un'adesione alla fede. dott. Lea Roveyaz, Chàtillon tre dalla Chiesa cattolica giungevano anatemi contro la risoluzione del Parlamento europeo per i diritti degli omosessuali, sessantacinque pastori evangelici italiani hanno firmato una dichiarazione di apprezzamento per il documento di Strasburgo sottolineando l'opportunità di un riconoscimento legale e sociale delle convivenze. Primo firmatario del documento è stato il valdese Bouchard, presidente della federazione Chiese evangeliche. Ma non si tratta solo di una sorta di ringraziamento da parte degli omosessuali né tantomeno di una provocazione per mettere in imbarazzo i valdesi. Questo è il primo anno in cui esiste la possibilità di versare la propria quota «otto per mille» alla Chiesa evangelica valdese. Il Sinodo Valdese - dove qualcuno era anche imbarazzato all'idea di accettare questo rapporto con lo Stato e il fisco - ha deciso che questo denaro sarà interamente ed esclusivamente dedicato a interventi culturali, sociali e assistenziali e non sarà usato per spese di culto. Tra le opere delle Chiese valdesi ci sono istituti per bambini e anziani, centri per disabili e per l'intervento socio-assistenziale. Il centro valdese di Agape ospita da decenni incontri sui temi della solidarietà internazionale e dei diritti. La stessa discrezione e timidezza con le quali la Chiesa valdese sta gestendo l'informazione sull'otto per mille ispirano rispetto e simpatia. Indipendentemente dalla questione gay, l'otto per mille ai valdesi può essere una scelta valida per incoraggiare una minoranza civile e avanzata e forse anche per esprimere in maniera «dolce» una protesta politica. Paolo Hutter, Milano Telerissa e lottizzati A che vale criticare la telerissa se poi si pratica l'insulto sistematico? E' lecito usare le parole come scimitarre per ferire e bollare un giornalista televisivo senza mai citare un fatto, un episodio, una circostanza? Prima e dopo il voto alcuni giornali si sono distinti nell'indicare ai vincitori le liste dei personaggi da eliminare in chiave neo lottizzatrice. Ora anche Curzio Maltese (La Stampa, domenica 1° maggio) facendosi scudo della satira, allinea birilli da buttare giù, e fra le altre definizioni chiama me «kabulista da diporto». Non è nuovo, come marchio, né è nuovo il metodo di gettare fango senza la minima argomentazione addosso a chi sicuramente non verrà difeso da nessuno perché a nessuno fa capo. Sono una professionista, so che nel mio lavoro devo rispondere a tutti e in qualsiasi momento. Non sono mai stata iscritta ad alcun partito né mai mi è stata contestata un'intervista in ginocchio, una domanda troppo compiacente a un ospite, un servizio di parte. Invece, mi arriva regolarmente addosso questo tormento, che ora credo non riguardi più solo me: ha finito per investire, coinvolgendo tanti colleghi della Rai, il diritto del pubblico ad essere informato da facce credibili. Perché la faccia che parla in tv è uguale alla firma su un giornale; la si critichi anche duramente, ma basta con il gioco al massacro, con lo sport nazionale dello sberleffo villano contro chi non può difendersi. Perché che cosa dovremmo fare noi, usare lo stesso stile facendo liste e lanciando insulti in televisione? Non possiamo né vogliamo farlo. Esiste dunque un problema di civiltà della comunicazione. Fra tante chiacchiere sul nuovo e il nuovismo, perché non proviamo a discutere di questo? Mariolina Sattanino, Roma Di Mariolina Sattanino e altri ho soltanto scritto che sono giornalisti lottizzati. Dal momento che Sattanino, assunta in quota al pei, è senz'altro lottizzata, in che cosa consiste l'insulto? Forse «giornalista»? [c. m.]

Luoghi citati: Borgiallo, Firenze, Milano, Roma, Strasburgo