Pacciani all'attacco maresciallo lei mente

Firenze, durante l'ultima udienza prima della sospensione l'imputato si sfoga: perseguitato dai poliziotti Firenze, durante l'ultima udienza prima della sospensione l'imputato si sfoga: perseguitato dai poliziotti Pacciani all'attacco: maresciallo, lei mente «Qui si tenta di imbrogliare le carte, non ci sto» «Mai violentate le mie figlie, le ho solo picchiate» I PERITI Ma lui, Fantoni, dice di non ricordare! «Lo hanno infrugolato. Mi disse: "Tu m'hai mandato i carabinieri, io non voglio più sapere nulla"». Però c'era sua moglie, le figliole... «Sì, ma la mi' moglie è mezza inferma di mente e 'un si ricorda nemmeno quando è nata. Le mi' figliole poi... Lo shock: ci hanno interrogato, portato tre volte a Firenze. La mi' moglie non la fanno venire ai colloqui, da sedici-diciassette mesi sono senza notizie». Ed eccole, puntali come un rapido svizzero, le lacrime. Poi Pacciani ripete: ((Alle tre e mezzo, son venuti un fascio». Rischia di essere espulso, ma ne valeva la pena, quel dubbio nella testa dei giurati forse è entrato. Vedremo. Più tardi, per spiegare tutto, conferenza stampa, come i divi, con le telecamere che smaniano, i microfoni, i registratori, i taccuini aperti. Sì la perquisizione è avvenuta proprio quel lunedì 9, ripete. Lo ricorda bene come rammenta la festa della sera avanti, quando al momento di ripartire l'auto nuova lo tradì. «Si era guastato l'interruttore di minima. Ma c'era con me Fantoni Marcello, un amico, un meccanico: se 'un è vero, che crepi qui». Pietro Pacciani in aula ha sostenuto di essere stato perquisito dopo l'omicidio di due turisti francesi a perquisirmi». Proprio il maresciallo Lodato? «Era lui il comandante della stazione, no?». Ma era fra quelli che sarebbero venuti a casa sua? «I carabinieri, in divisa, son tutti uguali». Appunto. E non esiste uno straccio di verbale per quella repentina perquisizione mentre ci sono per Vinci e per gli altri. Ma perché avrebbero dovuto cercar lei? «Quando uno ha qualche disgrazia, e io stetti dentro per quell'affare del 1951...». Già, la «disgrazia» è che nel '51 ammazzò un uomo. «E poi io non conosco i posti. Gli scopeti? Ma sono al di là della strada, che ne so, io? Quando mi dovevo muovere mi accompagnava sempre un vecchio amico, un maresciallo in pensione. Ora è morto». Pacciani, lei è un guardone? «E chi lo dice? Se qualcuno vien qui a dirlo lo faccio arrestare. E poi chi fa quelle cose è una persona malata, gli è un pazzo, chi le fa. E' come quello che mangia le bistecche e l'altro sente l'odore, ma il sapore lo sente quello che mangia. Io mi son sposato, poi, ci si sposa per quello no? Son tutte trappole inventate». E quella storia di violenza alle figlie? «Ma no, è che una si era messa con il più bischero del paese: uno spiantato che portava i capelli con una cresta a bubbolo, "alla Righeira", diceva. A lei comandai di non vederlo più, ma quella usciva di notte. Allora sì, le avrò dato sette o otto ramazzate...». Pacciani, lei piange sempre per se stesso, non lo ha mai fatto per le foto orribili mostrate in quest'aula. Perché? «Ma io sono come loro, le compiango, le vittime, ma anche io sono una vittima». Vincenzo lessandoti

Persone citate: Fantoni, Fantoni Marcello, Pacciani, Pietro Pacciani, Righeira

Luoghi citati: Firenze