La Formula Uno entra in tribunale di Pierangelo Sapegno

Per gli incidenti mortali a Senna e Ratzenberger avvisi di garanzia ai dirigenti del circuito Per gli incidenti mortali a Senna e Ratzenberger avvisi di garanzia ai dirigenti del circuito La Formula Uno entra in tribunale J II giudice convoca i piloti BOLOGNA DAL NOSTRO INVIATO La Formula Uno entra in Tribunale. Passerà qui, il Circo della velocità, una strana processione fra gli uffici e le aule del Palazzo di Bologna. La morte del campione non è solo una ferita aperta, da oggi è qualcosa di più, un segnale di non ritorno. E mentre la salma di Ayrton Senna esce dal cancello dell'Istituto di medicina legale in una calca incredibile, scortata dai cellulari che fendono la folla spaccando l'aria con le sirene, fra gente che sviene, fra urla e clamori, ambulanze che arrivano, vigili come straniti in mezzo a questa confusione irreale, in mezzo a questo lago di gente che si decompone in mille grappoli attorno al carro funebre; mentre Bologna stringe d'assedio il campione che parte, i giudici consegnano a Federico Bendinelli, amministratore delegato della Sagis, la società che gestisce l'autodromo di Imola, il primo avviso di garanzia: «Omicidio colposo», il reato dell'indagine. E' il primo segnale. «Atto dovuto», spiega Bendinelli, «immagino che non sia solo per me». E in quanto atti obbligatori, che non hanno ancora vera valenza accusatoria, altri provvedimenti verranno inviati (qualcuno dice che sarebbero già partiti) a tutti coloro che dovranno essere messi nelle condizioni di potersi difendere. Una lista che comprende Luciano Conti, presidente della Sagis, Giorgio Poggi, direttore di corsa dell'au- ANALISI DI UN DRAMMA IKI Lauda è a Vienna. Negli uffici della sua compagnia aerea. I telefoni suonano in continuazione, un concerto di trilli. «Tutti vogliono sapere qualcosa - risponde l'ex campione del mondo di Formula 1 -. Si è parlato tanto, troppo in queste ore di dolore. Qualcuno ha anche interpretato male certe mie dichiarazioni, Un'agenzia di stampa mi ha fatto dire che le corse di Formula 1 non hanno più senso. Sono io il primo a sostenere che bisogna fare qualcosa per cambiare rotta. Ma non si deve neppure strumentalizzare tutto e tutti». Ha rivisto le immagini dell'incidente di Senna? Qual è la sua valutazione? «Le ho guardate infinite volte. Le ho ancora negli occhi, come se fossi io nella vettura di Schumacher che seguiva la Williams. E, per quello che si vede, è molto difficile giudicare, trovare i motivi esatti che hanno provocato questa incredibile uscita di pista. Si possono fare alcune ipotesi. La più probabile è il guasto meccanico. Una sospensione rotta potrebbe aver provocato il repentino e inevitabile cambiamento di traiettoria. Un'altra causa possibile è quella di un'improvvisa modifica dell'assetto aerodinamico. Se è vero che in quel punto c'è una lieve asperità fra fra due colate diverse di asfalto, la monoposto potrebbe avere toccato la pista con la parte posteriore. In questi casi si perde completamente l'aderenza con l'aggravante, magari, di ricevere anche una spinta nella direzione sbagliata». Qualcuno ha anche parlato di un possibile errore del pilota... «Rifiuto di credere che un campione come Senna abbia potuto sbagliare in quel punto. E' una parte del circuito che viene definita curva, ma che in realtà è un rettilineo par chi guida. Si muove il volante di pochi millimetri. Per Ayrton questo discorso non esiste, lui era il più bravo». E, di fronte a una situazione d'emergenza, non ha avuto alcuna chance di reagire? «Sono attimi. In genere uno come il brasiliano avrebbe tentato, quantomeno, di cercare un impatto più obliquo, di mettere la vettura più parallela al muretto. Se le cose sono audace come si può pensare, se non l'ha fatto, è perché non è stato possibile. Se aveva le ruote alzate, per esempio, non poteva né frenare, né cercare di sterzare. Si sono assommati tutti i fattori negativi todromo di Imola, i responsabili delle due macchine coinvolte negli incidenti (Williams e Simtek), i titolari della ditta di caschi Bell di Bruxelles, e il direttore di gara Roland De Bruynseraede, «la persona che aveva potere di decisione su tutte le cose del Gran Premio», spiega Bendinelli, «se fermarlo o no». La Formula Uno, invece, si ferma solo adesso, dietro alla salma del campione che va via, quando sono le 18,22 nell'aeroporto di Bologna affollato da seicento tifosi con le bandiere brasiliane, i cappellini della National, i fiori levati al cielo. E all'altra salma, quella di Roland Ratzenberger, dimenticata chissà dove all'obitorio di via Irnerio, tornato improvvisamente deserto, senza polizia ai cancelli, senza ragazzi aggrappati alle grate. Ma da ieri, se lo spettacolo continua, non è più lo stesso. Passeranno i testimoni della Formula Uno a Palazzo di Giustizia, arrivano i magistrati sulla pista. Alle 9,30 di martedi mattina 3 maggio, all'autodromo di Imola, ci sono gli uomini della Polizia stradale, i sostituti Maurizio Passarmi e Rinaldo Rosini. Davanti all'Istituto di medicina legale, alla stessa ora, le solite facce di dolore, la solita folla di appassionati, la solita processione dei tifosi con i mazzi dì fiori. Dentro, è cominciata l'autopsia di Ayrton Senna. Finisce alle 11. Ecco il referto: «Schiacciamento cerebrale, trauma cranio-cerebrale basale con arresto cardiocircolatorio». Il campione era morto subito, alle 14,17 di domeni¬ ca, sulla pista di Imola. Adesso comincia quella di Ratzenberger, nessuno sa quando finirà, nessuno lo chiede, nessuno lo dice. Via Irnerio continua a riempirsi di gente, Rebecca Baccarani continua a piangere il campione: «Non mangio più, non ce la faccio». Alle 11 arrivano i giornalisti a Palazzo di giustizia. Francesco Pintor, il capo della Procura presso la Pretura circondariale, legge un comunicato: «... Proseguono le indagini sia di natura tecnica che per l'acquisizione di ogni utile notizia da persone informate sui fatti. Il sequestro probatorio del circuito di Imola sarà mantenuto per i tempi strettamente necessari all'espletamento delle indagini tecniche». A lui basterebbe così. Ma l'assedio è appena cominciato. Quali sono le indagini tecniche? «Sono quelle che avete visto effettuare dal dottor Passarmi sul circuito. Comunque, le inchieste giudiziarie non si possono fare in pubblico». Per quale motivo solo ieri avete deciso le autopsie? Nessuna risposta. Ma perché in un primo tempo avevate detto di no? «Ma queste sono domande senza fondamento». Perché domenica non avete bloccato la corsa? «L'autorità giudiziaria reprime reati ma non provvede a cose del genere». Ma io stato della pericolosità delia pista non era palese? «Non c'era nessuna possibilità di adottare provvedimenti di questo genere». Perché non avete adottato il sequestro dopo la prima morte? «Ma non c'era nessuna ragione di farlo, l'abbiamo fatto nel momento in cui l'abbiamo ritenuto necessario». Avete giudicato la morte di Senna più grave di quella di Ratzenberger? «Non c'è nessuna differenza». Ma perché non avete aperto già sabato l'inchiesta? «Non c'era nessuna ragione di farlo. L'abbiamo fatto nel momento in cui era giusto. Quando l'ufficio è stato informato è intervenuto ed è avvenuto tutto quello che doveva avvenire». Poi, quando la ressa è finita, gli inquirenti sottolineano ancora «che non sono stati usati due pesi e due misure. Nel primo caso, per Ratzenberger non era necessario intervenire perché era chiaro dalle immagini che si trattava di un incidente meccanico». Vero, falso? E i testimoni? «Verranno qui tutte le persone informate sui fatti». Tutto il mondo della Formula Uno? «Beh, non proprio. Molti, forse sì». Filoti, team managers, addetti ai lavori del circo della velocità sfileranno in Tribunale. Mentre arrivano le notizie degli avvisi di garanzia, esce la salma di Senna. I giornalisti brasiliani si attaccano alla macchina che si muove lentamente. Sono le 17 e 20 minuti. Il feretro di Senna lascia Bologna un'ora dopo sul Dc9 dell'Aeronautica Militare messo a disposizione da Scalfaro. Picchetto d'onore dei carabinieri e ancora ressa. Il 3 maggio, perla Formula Uno, finisce così. Non è stato un bel giorno. Pierangelo Sapegno Sopra, la folla assedia l'auto che trasporta la salma di Senna verso l'aeroporto A destra Niki Lauda