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lini ambasciatore di An lini ambasciatore di An Ha già convintogli inglesi Vuole incontrare Bartholomew ROMA. La questione dei ministri fascisti al governo? Berlusconi assicura che il tema non è stato nemmeno affrontato nei suoi colloqui di ieri con l'ambasciatore italiano a Washington Boris Biancheri. «Del resto - aggiunge il presidente del Consiglio incaricato - tanti vecchi timori verranno fugati alla prima uscita del governo». Ma dietro a questa precisazione, in realtà si nasconde un intenso lavorìo diplomatico da parte della nuova maggioranza per superare il problema dei «ministri fascisti» e accreditare Alleanza nazionale presso le più importanti capitali occidentali, a cominciare proprio da Washington. Gianfranco Fini ha già fatto sapere che alla prima occasione andrà «in giro per il mondo» a spiegare Alleanza nazionale. Ma in realtà la sua delicatissima campagna promozionale presso le principali ambasciate è già partita da un pezzo, con risultati ancora molto incerti. L'entourage di Fini è in contatto con l'ambasciata americana da alcune settimane e l'ambasciatore Reginald Bartholomew avrebbe ricevuto il via libera per fissare un incontro con il leader di Alleanza nazionale. Ma Washington non ha molta voglia di affrettare la conoscenza. Il dipartimento di Stato non ha particolari pregiudizi verso l'entrata di An nel governo - insistono fonti diplomatiche - ma la grande stampa americana si è mostrata molto sensibile a questo problema e l'amministrazione non vuole dare l'impressione di spalancare le braccia a Fini con eccessivo entusiasmo. Le avances di Fini hanno invece ottenuto una accoglienza più calorosa negli ambienti britannici. Tanto che l'ambasciatore Patrick Fairweather è stato l'unico ambasciatore europeo ad incontrarsi personalmente, tre settimane fa in una trattoria romana, con il leader di Alleanza nazionale. Londra vuole incoraggiare gli altri Paesi dell'Unione europea ad assumere un atteggiamento più disponibile verso Alleanza nazionale, anche in vista del vertice europeo che si terrà a fine giugno a Corfù sotto la presidenza di quel ministro greco, Teodoros Pangalos, che ha già manifestato tutto il suo disprezzo per il partito di Fini. Ma finora nessun ambasciatore europeo ha seguito l'esempio di Fairweather. A palazzo Farnese» la diplomazia francese si muove con prudenza. Si avviano i primi cauti contatti con l'entourage di Fini, ma si preferisce tenere i rapporti con esponenti di Alleanza nazionale che non abbiano un passato nel msi, gente come Publio Fiori e Domenico Fisichella. L'ambasciatore Jean Louis Lucet sta pensando alla possibilità di incontrare Fini, ma come il suo collega americano non mostra alcuna fretta. Da Parigi non è arrivato alcun veto. Anzi, il ministro degli Esteri Alain Juppé ha già fatto sapere che il governo francese non intende boicottare eventuali ministri di Alleanza nazionale. Ma la questione dei «ministri fascisti» nel prossimo governo Berlusconi viene sollevata con insistenza nella stampa d'Oltralpe, e in special modo negli editoriali di Le Monde. Inutile, dunque, alimentare la polemica. Chi invece punta decisamente i piedi, nelle discussioni tra i Dodici sull'opportunità di intrattenere rapporti diretti con Fini, è l'ambasciatore tedesco Conrad Seitz. Per i tedeschi i contatti con Alleanza nazionale sono ancora tabù. Le ripercussioni interne di un'eventuale incontro con il leader di An sono imprevedibili, dicono fonti diplomatiche, per cui su questo fronte è meglio lasciare ad altri l'iniziativa.

Luoghi citati: Corfù, Londra, Parigi, Roma, Washington