Il giudice blocca il circuito della morte
Forse ha ceduto la sospensione della Williams, ma un progettista: ha sbagliato il brasiliano Forse ha ceduto la sospensione della Williams, ma un progettista: ha sbagliato il brasiliano Il giudice blocca il circuito della morte Imola sotto sequestro, giallo sull'incidente di Senna IMOLA DAL NOSTRO INVIATO Imola trema. Ha paura di essere cancellata dalla mappa delle città più famose del mondo per gli sport dei motori. E soprattutto di passare alla storia come «assassina di Senna». Così si vedono volti sgomenti quando nel pomeriggio alle porte del «Dino e Enzo Ferrari» si presenta, accompagnato da agenti di polizia, il magistrato Maurizio Passarmi. E pronuncia una parola terribile: «Sequestro». Circuito chiuso per indagini. E sotto sequestro sono ovviamente le vetture di Senna e Ratzenberger, i caschi dei due piloti, i pneumatici delle monoposto coinvolte negli incidenti e che sono volati per l'autodromo come schegge impazzite. La morte di Ayrton Senna commuove il mondo. Il brasiliano era un eroe delle folle, uno dei più grandi piloti di ogni tempo. La tragedia prende l'avvio nella mattinata di domenica, in un clima già di tensione. Il brasiliano fa segnare il miglior tempo nel warm-up, mezz'ora di prove. Dice: «La vettura va bene. Sono fiducioso». Ma è strano, grigio in viso, cammina con le spalle un po' curve, come se avesse addosso un peso enorme. Un destino malefico lo aspetta al varco alle 14,17, nel G. P. di S. Marino. Al via è già successo di tutto. La Lotus di Lamy ha tamponato la Benetton di Lehto. Gomme, sospensioni, frammenti delle vetture sono finiti fra la folla: ci sono feriti gravi fra gli spettatori. Il direttore di gara, Roland De Bruynseraede fa entrare la safety-car. Si procede a rilento, con Senna al comando, per 4 giri. Al 5°, via a tutta velocità. Ayrton, pressato dalla Benetton di Schumacher, spinge al massimo. Il carosello ripassa dal traguardo. La Williams n. 2 fila verso la Tosa, una delle colline della passione. Ma non ci arriva. Al Tamburello (dove già in passato hanno avuto incidenti terri- bili Piquet e Berger), una curva non curva, nel senso che per la F. 1 è come un rettifilo da 330 kmh, si schianta. Invece di virare leggermente a sinistra, piega d'improvviso a destra, come spinta da una forza maligna. Contro il muro, dentro il cemen¬ to. La monoposto rimbalza, consumata a metà (la sinistra) dall'impatto, cento metri più avanti. Arrivano i pompieri, ma non possono intervenire, perché non c'è incendio. Pochi spettatori (nel luogo non ci sono tribune) si accorgono di quanto è accaduto. L'altoparlante grida soltanto: «Senna è fuori». Sarà l'unica informazione pùbblica per la gente. Ai box, in sala stampa, davanti ai video, invece, il dramma scoppia in tutta la sua atrocità. Perché è successo? Malore del pilota? Rottura di una sospensio- ne, cedimento di un pneumatico? La vettura ha toccato l'asfalfo ed ha sbandato? In serata Patrick Head, progettista della Williams, confiderà: «E' stato un errore di Ayrton, ha tolto il piede dall'acceleratore e l'auto ha perso carico aerodinamico. L'abbiamo visto dalla telemetria, dai dati che ci arrivano sul computer». Un'accusa tremenda dalla quale Senna non potrà mai difendersi. Il pilota è immobile nel rottame. A un certo punto piega appena la testa. Urlano: «E' vivo!». I soccorsi, quelli veri, giungono dopo un minuto circa. Medici e infermieri, agli ordini del dott. Giuseppe Piana, si buttano sull'auto straziata e sul corpo inanimato. Ci si accorge subito che la situazione è disperata. Senna subisce interventi per quasi un quarto d'ora. Poi slegano le cinture e trascinano il corpo a terra, sul cemento. Arriva l'elicottero, s'apre uno spazio sul gruppo dei soccorritori che portano via il pilota. Sull'asfalto resta una larga macchia di sangue rosso scuro. Sono le 14,34 quando il velivolo si alza verso Bologna: durante il volo, a Senna che non respira, viene praticata la tracheotomia. La corsa, in pista, riprende. Quella verso l'ospedale Maggiore finisce alle 14,45. Dicono che Ayrton ha ripreso le funzioni vitali, intubato, legato alla macchina pei la rianimazione. Al pronto soccorso c'è un'equipe specializzata con chirughi e neurologi. Mezz'ora più tardi la dott. Fianchi legge il primo bollettino: «Condizioni gravissime. Facciamo una Tac». Poco dopo: «Frattura multipla della base cranica, sfondamento frontale, sofferenza globale, coma profondo». Parole come lame infilate nel cuore della speranza. E arriva la fine. Ore 18: «Encefalogramma piatto. Senna è clinicamente morto». Lo tiene in vita un leggero battito cardiaco legato a una macchina. L'ultima macchina della sua vita. Ore 18,25: Padre Amedeo Zuffa impartisce l'estrema unzione. Ore 18,40: il cuore cessa di battere. E si decide l'autopsia, quest'oggi alle 9,30. Cristiano Chiavegato Folla di curiosi Portati anche bambini a vedere la sagoma impressa sulla strada domenica Al semaforo verde del Gran Premio, l'auto di Lehto viene tamponata da quella di Lamy. Illesi i piloti ma alcuni pezzi delle auto feriscono 3 spettatori e un agente in tribuna DOMENICA mattina ioli incidati VENERDÌ' Incidente a Barrichello durante le prove del Gran Premio domenÌca -'^v 48° giro del Gran Premio: all'uscita dai box ia vettura di Alboreto perde una ruota, sbanda e investe 6 persone Incidente mortale a Senna durante il 7° giro del Gran Premio
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