Mani pulite non va al governo

Di Pietro: ora tocca a Craxi, Forlani e Bossi Borreili: «Resto anch'io». Berlusconi: entro la settimana i ministri Mani pulite non va ai governo Di Pietro: ora tocca a Craxi, Forlani e Bossi MILANO. Mani pulite non va al governo. I giudici Di Pietro e Davigo ringraziano per le «candidature» ai ministeri degli Interni e della Giustizia, ma dicono di «no». Lo hanno annunciato ieri in un comunicato firmato insieme con Borreili. Il procuratore capo milanese (che ha ritirato la sua domanda per la carica di presidente della corte d'appello) ha detto che i giudici del pool «ritengono importante e opportuno non abbandonare le indagini» e che intendono rimanere al loro posto anche per far fronte a «possibili riforme che riguardano l'assetto della magistratura, con l'intenzione di indebolirla». Che Mani pulite intenda continuare la sua battaglia è dimostrato anche dalla richiesta, presentata ieri, di rinvio a giudizio per Enimont, un provvedimento che riguarda 37 personaggi «eccellenti», compreso Umberto Bossi. Il presidente incaricato Berlusconi ha intanto annunciato che renderà noti i nomi dei ministri entro la prossima settimana. Cerniti, Conteduca, Con-ias Marzolla e Meli ALLE PAG. 2,3 E 5 Il capo della procura milanese, Borreili

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