Un cranio e Lucy trionfa

OMINIDI FOSSILI OMINIDI FOSSILI Un cranio, e Lucy trionfa Maschi e femmine, due specie distinte I tratti del cranio confermano la teoria delle differenze tra i due sessi EJ il cranio più completo e più antico finora mai emerso dai sedimenti. E' quello di un nostro antenato vissuto tre milioni di anni fa in Etiopia, che testimonierebbe l'eccezionale «longevità» evolutiva del più antico gruppo di ominidi, gli Australopithecus afarensis: per quasi un milione di anni infatti, il loro aspetto scimmiesco cambiò pochissimo. L'esame dei tratti del cranio, secondo i suoi scopritori, confermerebbe la teoria che a quell'epoca esistesse una forte differenza fisica tra i maschi e le femmine dei nostri antenati. Una differenza che ha portato un certo numero di ricercatori a ritenere che si fosse addirittura di fronte a due specie distinte, una delle quali (la «femmina», più esile) avrebbe dato origine al genere Homo, mentre l'altra (il «maschio», più massiccio) si sarebbe estinta, con forme di limitato successo evolutivo. Il nuovo cranio fossile risolverebbe la questione a favore della prima ipotesi, anche se rimangono ancora alcuni punti poco chiari. La scoperta, avvenuta due anni fa e annunciata solo recente¬ mente su «Nature», è stata compiuta nell'Hadar, un'area semidesertica dell'Etiopia molto nota per altri ritrovamenti di ominidi, tra i quali la famosa «Lucy», lo scheletro fossile sorprendentemente completo di una femmina rinvenuto nel 74 e con un'età leggermente più antica del nuovo reperto (che è stato scherzosamente battezzato «il figlio di Lucy»). Gli autori della scoperta, i paleoantropologi William Kimbel e Donald Johanson dell'Institute of Human Origins di Berkeley in California, e Yoel Rak dell'Università di Tel Aviv, non sono nuovi a questo tipo di ritrovamenti. Johanson è lo scopritore di «Lucy» e ha al suo attivo un gran numero di fortunate campagne di ricerca e di scoperte. L'Australopithecus afarensis è l'antenato che più si avvicina al noto «anello mancante», cioè al punto di separazione dei rami dell'Uomo e degli scimpanzè (e dei gorilla). Di questi ominidi (per ominidi s'intende il gruppo di bipedi che racchiude, oltre all'Uomo, tutti i suoi antenati, compresi i rami «secchi») disponiamo ormai di 300 reperti, purtroppo assai frammentari, rinvenuti negli ultimi vent'anni in Etiopia, in Tanzania e forse in Kenya. Fra i tre e i quattro milioni di anni fa l'umanità aveva davvero un aspetto inquietante: a prima vista avremmo scambiato i nostri antenati per degli scimpanzè bipedi. Fronte piatta, zigomi larghi e sporgenti, mento sfuggente e un profilo scimmiesco con un «muso» assai sporgente (prognatismo). Il cervello aveva le dimensioni di un pompelmo. Gli incisivi erano larghi, i molari massicci e i canini ancora molto sviluppati. Vivevano probabilmente in piccoli gruppi nei quali spiccavano i maschi con un'al¬

Persone citate: Donald Johanson, Johanson, Maschi, Rak, William Kimbel

Luoghi citati: California, Etiopia, Kenya, Tanzania