Un becco massiccio per riuscire a squarciare le carcasse dei salmoni
Un becco massiccio per riuscire a squarciare le carcasse dei salmoni Un becco massiccio per riuscire a squarciare le carcasse dei salmoni I fé ' MOLTI credono che sul nostro pianeta poco rimanga ancora da scoprire. Invece non c'è errore più marchiano di questo. Ci è ancora sconosciuta la maggior parte delle specie vegetali e animali che popolano la Terra (solo per quanto riguarda gli insetti, si parla di molti milioni di specie ancora da scoprire) e della parte nota abbiamo spesso conoscenze soltanto approssimative. Prendiamo le aquile. Uccelli così grandi e vistosi che non possono certo sfuggire all'osservazione dovrebbero essere noti e arcinoti. Invece proprio la più imponente rappresentante della specie, l'aquila di mare di Steller (Haliaetus pelagicus), è pressoché sconosciuta. Questa grande aquila dall'apertura d'ali spettacolare (fino a 2 metri e 80 centimetri) è strettamente imparentata con l'aquila dalla testa bianca nordamericana. Però si direbbe che sia la sua parente povera perché, mentre la specie americana, che non raggiunge dimensioni così spettacolari, è oggetto di studi e accurate ricerche, solo uno sparuto numero di ricercatori si è occupato finora dell'aquila di mare di Steller. Anche per difficoltà intrinseche, bisogna dirlo. Perché questo gigantesco rapace vive soltanto in Russia, in località remote e quasi inaccessibili. Si calcola che la consistenza numerica della specie sia globalmente di 4200 coppie nidificanti. Di queste, ben più di un quarto, e cioè 1200, nidificano nella penisola di Kamchatka. D'inverno alcune migrano verso il Giappone e la Corea, ma un migliaio rimane nel Lago Kuril che, circondato non solo da ghiacciai ma anche da vulcani, ha la prerogativa di non gelare durante tutto l'anno. E le aquile che basano la loro alimentazione esclusivamente sui pesci, possono procurarsi il cibo anche nei mesi più freddi. E' proprio in questa regione inospitale che le studia da sette anni un intrepido ricercatore russo, Alexander Ladigin. Vi si è trasferito coraggiosamente con la moglie antropologa e la figlioletta di quattro anni e durante il giorno spia il comportamento dei grandi rapaci da un rudimentale osservatorio simile agli igloo degli esquimesi. In generale, le aquile volteggiano isolate a grande altezza nel cielo in cerca di prede, le av¬ LE citochine costituiscono un recentissimo capitolo fondamentale della biologia moderna, che in poco tempo ha investito la medicina. Il nome, d'origine greca, vuole indicare che le citochine «mettono in movimento le cellule». Definirle con precisione è difficile, diciamo che sono glicoproteine di massa molecolare modesta, messaggere per gli scambi fra le cellule. Inizialmente furono identificate nei globuli bianchi del sangue, ma ben presto si vide che quasi tutte le cellule le producono allo scopo di parlare con le loro vicine. Si è formato così un vero e proprio esercito con sigle, numeri e lettere che fungono da matricole: GF {growthfactor o fattore di crescita), IL (interleuchine, provenienti dai globuli bianchi, il cui numero ha ormai superato la dozzina), CSF (colony-stimulating factors, fattori stimolanti colonie di cellule), 1FN (interferoni alfa, beta, gamma), TNF (Tumor necrosis factor, fattore di necrosi dei tumori, con due varietà, alfa e beta). Tutti questi neologismi formano un nuovo linguaggio medico in rapida evoluzione. Bisogna impararlo e comprenderlo: vistano da lontano con la loro vista acutissima e scendono in picchiata per ghermirle con i forti artigli adunchi. Succede talvolta che alcune specie, come le normali aquile di mare, caccino in coppia. Mentre l'ima insegue la preda che nuota nelle acque superficiali, l'altra descrive voli circolari a bassa quota in attesa che la preda emerga per calarsi in picchiata e catturarla. A differenza delle compagne di altre specie, le aquile di mare di Steller sono spiccatamente gregarie. Perfino nella stagione riproduttiva, quando la maggior parte degli uccelli abbandona lo stormo per formare coppie o nuclei familiari, le aquile di mare di Steller continuano a fare vita comunitaria e la caccia la prati¬
Persone citate: Alexander Ladigin
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