IL MAPPAMONDO DEL REFERENDUM GIRA INTORNO A HEMINGWAY
IL MAPPAMONDO DEL REFERENDUM GIRA INTORNO A HEMINGWAY IL MAPPAMONDO DEL REFERENDUM GIRA INTORNO A HEMINGWAY Dino Tammaro (di Ciriè) apprezza Il vecchio e il mare di John Sturges, con lo straordinario Spencer Tracy («la recitazione esprime in modo efficace il pathos del libro»), Mariella Maccaro (da Bordighera) ci tiene a stroncare Per chi suona la campana «i personaggi del film non hanno niente in comune con quelli del romanzo». Si allinea con le perplessità che ebbe lo stesso Hemingway, scelse personalmente la straordinaria coppia Gary Cooper/Ingrid Bergman, ma non rimase granché soddisfatto dalla sceneggiatura di Dudley Nichols e dal piglio westernistico di Sam Wood. Nella cineletteratura italiana, Renato Cesarò di Nichelino non sceglie un film, ma una serie, un personaggio che nel trapasso ciclico da carta a celluloide si è inspessito fino a diventare simbolo delle nostre disavventure quotidiane: il Fantozzi di Paolo Villaggio «perché mettono in risalto la tragicomica figura dell'impiegato più scalognato e ridicolo del mondo». Giovanna Profumo (Savona) non ama la traduzione del cassolano La Ragazza di Bube fatta da Comenicini «stravolge completamente i personaggi, specialmente quello femminile». La fanciulla in questione era Claudia Cardinale che in questo film, per la prima volta, doppiava se stessa e regalava agli spettatori la sua anomala voce arrochita. Continuiamo per geoletterature. Questa settimana cominciano ad arrivare alcuni responsi tedeschi. Eva Biaggio (di Bra) promuove L'amico ritrovato di Fred Uhlman: «è rimasto intatto il messaggio implicito della storia». Heini Hasler di Palermo segnala Effi Briest di Fontane portato sullo schermo da Fassbinder «non perde nulla della meravigliosa poesia del racconto». Fassbinder plana anche sul tagliando di Giorgio Mastini (Venezia) per il genetiano Querelle «rispetta in pieno la diversità del narrare cinematografico e letterario, non è mai illustrativo». E. (il nome è solo puntato) D'Erme di Trieste boccia Malina di Schroeter perché «le nevrosi descritte dalla Bachmann non sono una forma di isteria - come pensano il regista e la Huppert - ma la manifestazione di un disagio esistenziale». Per concludere, un «migliore» lusitano inesistente, proposto da Monica Brignone di Torino, sulla scorta delle sue proiezioni personali, mentali: Memoriale del convento di Saramago. «E' il film che ogni lettore ha visto scorrere davanti ai suoi occhi, ma che nessun regista ha ancora diretto».
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