Ricavi +6% no a Einaudi e tv

Ricavi + 6%, no a Einaudi e tv Ricavi + 6%, no a Einaudi e tv MILANO. «L'information tecnology è un vantaggio competitivo, bisogna sapere utilizzare questa leva». Lorenzo Folio, presidente della Rcs Libri e Grandi Opere (ex Fabbri), nell'assemblea che ha approvato il bilancio 1993, ha detto che la società è interessata alle nuove tecnologie sia nei processi aziendali (ad esempio nelle librerie) sia nei nuovi prodotti. Non è interessata, invece alla Einaudi («è stato fatto il nostro nome - ha detto Folio - ma io smentisco in maniera perentoria»), né a gestire reti televisive. Dalla relazione di bilancio si è appreso, invece, che la società controllata dalla Rcs Editori ha visto aumentare il fatturato consolidato nel primo bimestre del 6% a 113 miliardi. Nell'ambito di questo andamento complessivo la società editrice segnala le «buone» performance dei settori grandi opere, scuola, libri e fascicoli Italia. Carl egualmente efficace, il commento sull'ipotesi di una vendita de L'Espresso: «E' una palla di natura gigantesca». All'Ingegnere non fanno difetto gli spunti polemici. Se la piglia, ad esempio, con chi ha definito «un regalo» la concessione della licenza per i telefonini al consorzio guidato da Olivetti. «Il consorzio Omnitel- Pronto Italia verserà 750 miliardi in contanti a fronte della concessione. E' la prima volta che una concessione viene rilasciata con il pagamento anticipato di una cifra così elevata. In tutto il consorzio verserà allo Stato 1500 miliardi, la stessa cifra ottenuta con la privatizzazione del Credito Italiano». Poi la stoccata all'ex nemico ora vi- cinissimo a Palazzo Chigi: «Senza nessuna polemico vorrei ricordare che le concessioni televisive sono state concesse gratuitamente». Ma se la storia del Berlusconi imprenditore continua a provocare qualche disappunto a De Benedetti, l'Ingegnere sembra ormai pacificato con la figura del Berlusconi premier: «Nell'intervista pubblicata da La Stampa qualche giorno fa ho detto cinque cose - risponde a chi gli chiede se il nuovo governo suscita in lui timori o aspettative -. Sono sempre stato convinto che la democrazia permane se c'è un'alternanza possibile. Quindi se una maggioranza elettorale ha vinto tocca a questa maggioranza governare. Ho detto poi che il governo lo vedremo per quel che farà e per quello che non farà. In terzo luogo ho detto che l'alleanza è elettorale e non politica. Ho sottolineato che la separazione degli interessi del presidente del Consiglio deve essere vera e non formale. Infine ho detto che la sinistra non andrà mai al governo finché esprimerà una cultura di opposizione e non di governo». Conclusione? «Mi sembrerebbe strano che un governo abbia come programma quello di favorire o sfavorire un gruppo». L'assemblea della Cir diventa per De Benedetti anche l'occasione per precisare la sua storia e la sua posizione politica: «Dalla prima volta in cui ho votato e da quando ho conosciuto Ugo La Malfa, hu sempre votato per il partito repubblicano. Poi, da quando è stata approvata la nuova legge elettorale mi sono trovato nella situazione di dover essere di destra o di sinistra e ho scelto di essere di sinistra».

Persone citate: Berlusconi, De Benedetti, Einaudi, Folio, Lorenzo Folio, Ugo La Malfa

Luoghi citati: Italia, Milano