Cir l'Ingegnere si ricompra

Parte un «buy-back» da325 miliardi Parte un «buy-back» da325 miliardi Cir, l'Ingegnere si ricompra TORINO. Politica, editoria e naturalmente economia. Non si nega, Carlo De Benedetti, alle domande degli azionisti Cir e durante l'assemblea della società - che si è tenuta ieri a Torino - abbandona volentieri le pieghe dei bilanci per scendere in campi più «scottanti». Del resto dal punto di vista finanziario sono poche le novità da segnalare. Già noti i dati dell'esercizio 1993 (utile netto consolidato a 16 miliardi e perdita di 2,2 mibardi per la capogruppo), l'assemblea Cir ha approvato il bilancio e ha dato il via libera a un buy-back di azioni proprie per 325 miliardi nei prossimi 18 mesi e a un prestito obbligazionario per 625 miliardi che dovrebbe prendere il via già il 17 maggio. Per quanto riguarda le società controllate e collegate De Benedetti ha ricordato che nel primo scorcio del '94 la Olivetti sta guadagnando fatturato e quote di mercato, mentre già la prossima settimana verrà presentato il prospetto per il collocamento in Borsa del 49% di «Finanza e Futuro». Poche emozioni anche dall'assemblea della capogruppo Cofide, che si è tenuta nel pomeriggio: in consiglio entrano Marco De Benedetti, Angelo Marchiò, Amato Luigi Molinari e Paolo Riccardo Ricca. Sostituiscono Eugenio Coppola di Canzano, Salvatore Ligresti, Mario De Benedetti e Ken Mathysen Gerst. Ma non sono solo i conti del gruppo il tema principale della giornata. Tra gli azionisti che si succedono in tribuna prevalgono le domande - o le provocazioni - su tutti gli aspetti della multiforme attività Cir e sulle possibilità che il nuovo quadro politico influenzi le sorti del gruppo. Ecco così il capitolo Repubblica. C'è chi si interroga, e interroga De Benedetti, sulle voci che vorrebbero in partenza il direttore-fondatore Eugenio Scalfari, dopo la sua uscita dal consiglio di amministrazione dell'editoriale. Ma l'Ingegnere tronca subito possibili illazioni: «Con Scalfari non esiste nessun contrasto, la linea politica se la sceglie il direttore, come dimostra il fatto che è sempre la stessa da quando il giornale è nato, cioè da prima del nostro arrivo». Anzi, un bravo a Scalfari «che non solo è un grande giornalista e un grande direttore, ma anche un vero genio del marketing. Ieri (giovedì, ndr) infatti è riuscito ad avere mezza pagina di pubblicità gratuita sul Corriere della Sera solo per non aver accettato di restare nel consiglio di amministrazione». Meno argomentato, ma RCS LIBRI o De Benedetti Francesco Manacorda VAP Vi. 71 del 26'03/1987

Luoghi citati: Canzano, Torino