Auletta ora pensa a un «nocciolo duro»

Auletta ora pensa a un «nocciolo duro» Auletta ora pensa a un «nocciolo duro» ROMA. Stavolta il presidente della Banca Nazionale dell'Agricoltura, conte Giovanni Auletta Armenise, ha sorpreso veramente tutti. Nel corso dell'assemblea annuale, per l'approvazione del bilancio d'esercizio '93, che presenta un utile netto negativo per 61,7 miliardi, e che in seduta straordinaria ha anche approvato un aumento di capitale, da 228 miliardi a 342 miliardi, con l'astensione del Credit Holding Bank Spa, che controlla l'8,6% delle azioni ordinarie, Auletta ha praticamente chiesto l'autorizzazione a Bankitalia e al governo per continuare a controllare la Bna, che ha bisogno urgente di essere ricapitaliz¬ zata, anche in una ipotesi eventuale di vendita di pacchetti azionari. Nessuna «apertura» da parte del conte al Credit, azionista della Bna, da sempre interessato ad un maggiore «peso» nella banca degli agricoltori. E nessuna conferma delle voci di un interessamento anche da parte della Banca di Roma. Ma un «ragionamento» che parte dal «nocciolo duro». Riferendosi espressamente a Comit ed al Credit, Auletta ha infatti rilevato che il «nocciolo duro», nel caso di banche privatizzate, «governa» con il 15-20%. «Perché - si chiede il conte - io per mantenere il controllo della mia banca devo possedere il 51%?».

Persone citate: Giovanni Auletta Armenise

Luoghi citati: Auletta, Roma