«lascio un'Italia migliore»
Il presidente del Consiglio si congeda: «Il mio governo non ha mai truccato i conti» Il presidente del Consiglio si congeda: «Il mio governo non ha mai truccato i conti» «lascio un'Italia migliore» Ciampi: ma non rientro in politica Carlo Azeglio Ciampi presidente uscente del Consiglio «Fuori dal tunnel la strada è tracciata Le privatizzazioni? Non si torna indietro» possibile che le cifre cambino: «E' sempre la ragioneria generale che fornisce i dati, e questo governo ne ha sempre accolto le indicazioni» senza nascondere nulla. Non cambiano infatti, ha confermato poco dopo, a parte, lo stesso Monorchio: «Sono sempre quelli della Relazione di cassa» di un mese fa. Perché il lavoro compiuto resti agli atti, Ciampi ha fatto stampare due grossi volumi, per complessive novecento pagine. Li presenta in una conferenza stampa: «Larga parte delle nostre finalità è stata raggiunta. Siamo stati il "traghetto" dal vecchio sistema al nuovo, nel pieno rispetto della democrazia. Abbiamo recuperato credibilità al Paese; ereditavamo una recessione nella fase più acuta, ora si sta avviando la ripresa. L'Italia ha davanti a sé possibilità importanti di sviluppo, perché i dati fondamentali della sua economia sono tornati ad essere buoni». Lira forte e debole. Ad atte¬ L'operazione aperta anche a soci esteri. Nelle casse dell'istituto dovrebbero arrivare da 1500 a 1900 miliardi nuare la crisi ha contribuito moltissimo la svalutazione della lira, che ha rilanciato l'export. Ma non era stato lo stesso Ciampi, quando era governatore, a sostenere la «lira forte»? Il presidente del Consiglio uscente ribatte che «le parità di cambio sono stabilite dai governi, non dalle banche centrali», e che comunque quelle scelte furono decisione collettiva dell'Europa. «Il primo errore fu fatto all'unificazione tedesca, quando non si vollero riallineare le parità nello Sme» soprattutto per volontà della Francia; «il secondo errore fu fatto nell'estate del '92, quando si tentò di non riallineare prima del referendum francese». La strada è tracciata. Inoltre, la lira svalutata ha potuto dare quegli effetti positivi solo perché è stata sconfitta l'inflazione grazie all'accordo sul costo del lavoro, «che non è solo politica dei redditi, ma una sor¬ ta di costituzione economica». Ciampi ritiene che, nonostante tutte le critiche al suo operato mosse dalla coalizione vincente, nel gestire l'economia il nuovo governo non possa che sostanzialmente seguire una strada simile. «Possono cambiare gli strumenti - dice - non gli obiettivi. Siamo legati a un trattato importante, quello di Maastricht». Privatizzazioni. Alle polemiche dei giorni scorsi Ciampi ribatte che «oggi si può discutere su come le privatizzazioni sono fatte, ma se ne può parlare proprio perché sono state fatte»: i governi precedenti non c'erano riusciti. Quelle che si sono fatte «sono state un messaggio chiaro ed essenziale sull'intenzione di ridurre l'area pubblica nell'economia». Non si poteva evitare, con diverse disposizioni di legge, un caso come quello recentissimo della Banca Commerciale? Enrico Cuccia presidente onorario di Mediobanca Ciampi sostiene che «il problema di fondo resta la debolezza del mercato finanziario italiano; non vi si rimedia con disposizioni di legge che possono essere facilmente eluse»; il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Maccanico, precisa: «In qualche caso abbiamo resistito alle sollecitazioni del Parlamento» perché si sarebbe «stravolto il diritto societario vigente». Ora, all'opposizione? Ciampi tornerà alla Banca d'Italia come governatore onorario, una carica onorifica, senza poteri: «So bene di che si tratta, perché quando sono diventato governatore di governatori onorari ce n'erano ben due, Donato Menichella e Paolo Baffi». Dunque non sarà, come qualcuno dice, «capo dell'opposizione»? «Non ho mai pensato né parlato di cose del genere». Stefano Lepri Migliora la gestione
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