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Chiuse le urne, il governo dichiara 15 distretti «aree di sommossa» per reprimere le violenze Chiuse le urne, il governo dichiara 15 distretti «aree di sommossa» per reprimere le violenze Sud Africa, inizia la guerra boera Terre Bianche: conquisteremo con le armi il nostro Stato Disordini davanti ai seggi per intimidire i votanti neri si. Le 34 persone fermate per gli attentati dei giorni scorsi (non parliamo solo di quello all'aeroporto di Johannesburg: nelle più sperdute province del Sud Africa, in pochi giorni le bombe hanno causato 21 morti e quasi 200 feriti) restano in carcere. La notizia trasforma Terre Bianche in un'autentica furia: e dinanzi a duecento attivisti riuniti nel Transvaal, dalle parti di Rustenbury, intorno alla villa che vide i primi passi della carriera politica di Paul Kruger, il feroce barbuto incalza: «La battaglia per la nostra sopravvivenza, per evitare che ci caccino dalla terra dei preso atto di un rovesciamento della storia, o forse ha deciso di accelerarlo. Basti pensare a un dettaglio: da ieri 1'«Internai Security Act», quella legge feroce che per anni è servita ad autorizzare qualsiasi intervento, ogni arresto, le più feroci forme di interrogatorio contro gli «eversori» neri può essere, sarà applicata contro i superuomini che li avversavano. Non è certamente un caso se proprio nelle ultime ore la reazione dei «coloni» ha cominciato a prendere forme sempre più plateali. Per il Sud Africa il 29 di aprile promette di diventare data storica in più di un senso. Dovreste ve- dere Eugene Terre Bianche, il leader dell'«Awb», movimento neonazista degli afrikaneer, mentre col suo faccione barbuto incombe sulla telecamera, la riempie, l'invade e grida con voce strozzata: «Il terrore non è finito, nelle prossime settimane alla presa del potere da parte dei neri seguirà l'inferno». Non è mai stato un politico, Terre Bianche, ma adesso comincia a lanciare minacce che equivalgono ad attentati alla Costituzione. Sì, proprio quella appena approvata e cui alcuni degli estremisti coinvolti negli attentati di questi giorni tentano di appellar¬ | nostri padri, è appena iniziata. Se, ignorando le leggi internazionali, il governo ignorerà la nostra richiesta di avere parte del territorio, il Sud Africa verrà portato alla guerra civile». queste terre si scatenerà l'inferno. Ma a questo punto, insiste, la scelta è fra essere eliminati o vincere: «Dal grande caos nascerà la Terza Repubblica Boera». I segnali del «grande caos» paiono moltiplicarsi. Ieri, in una sola giornata, è accaduto che a Bethani, nel Bophuthatswana, sette altri membri dell'organizzazione siano stati arrestati per intimidazioni dinanzi ai seggi elettorali. E' successo che a Taung un fanatico sia stato arrestato dopo avere sparato contro i neri che si affollavamo dinanzi a un seggio. «Mentre lo caricavo in auto - ha raccontato il colonnello Dave George - ha rischiato il linciaggio». E' come se tutto cominciasse di colpo a muoversi, come se d'un tratto equilibri cementati da quattro secoli slittassero tutti assieme. Erano le sette di sera quando de Klerk, presidente uscente, è apparso il tv per dire al mondo, sorridente come non mai: «Ci siamo combattuti l'uno contro l'altro, ora è il momento di superare le nostre differenze, riunirci e concentrarci nel lavoro comune per il migliore interesse del popolo sudafricano. Sono sicuro che le elezioni saranno considerate giuste e corrette. Da questo momento le elezioni sono alle nostre spalle e hanno lanciato in Sud Africa in una nuova era». Alle frasi storiche, a volte accade di assumere significati che neanche chi le pronunciò osava prevedere. Non ha tentennamenti, il capo degli afrikaneer. Lui è convinto del fatto che non appena gli zulù deH'Inkhata si accorgeranno di aver perso le elezioni cui solo all'ultimo istante hanno aderito, su Qui accanto il presidente de Klerk Nella foto al centro Mandela e a sinistra il leader zulù Buthelezi [FOTO REUTER) Il leader estremista Terre Bianche arringa una folla di 200 sostenitori Giuseppe Zaccaria