Un ministero «ad hoc» per Di Pietro

Pur di averlo nel governo il Cavaliere istituirà il dicastero anti-evasione fiscale? Pur di averlo nel governo il Cavaliere istituirà il dicastero anti-evasione fiscale? Un ministero «ad hoc» per Pi Pietro E per il Viminale Marmi chiede aiuto alpds ROMA. Pur di strappare un «sì» ad Antonio Di Pietro il Cavaliere è disposto a tutto. Ad offrirgli il Viminale, il dicastero di Grazia e Giustizia e persino a istituire per lui un ministero «ad hoc»: quello per l'evasione fiscale. Silvio Berlusconi non intende rinunciare al magistrato di «Mani Pulite»: continua a fargli una corte serrata. Con quali esiti? Finora non c'è nulla di certo. Tranne un dettaglio, abbastanza significativo: il pubblico ministero del processo Cusani ha rinviato di una settimana un viaggio di lavoro che aveva in programma in questi giorni. Per questo il presidente del Consiglio incaricato spera ancora di riuscire nell'intento. E per questo, insieme ai suoi collaboratori, ha pensato a come rendere più allettante l'offerta, e ha studiato il modo di creare un ministero nuovo di zecca ritagliato su misura per Di Pietro. Mettere a capo di un dicastero antievasione fiscale il magistrato della procura di Milano è una mossa che si rivelerebbe assai proficua per Berlusconi. Non solo in termini di immagine: la fama da «mastino» del p.m. indurrebbe di sicuro molti italiani a non mentire al fisco. Se Di Pietro fa stare sui carboni ardenti il Cavaliere, in compenso sembra ormai risolta la questione del ministero del Tesoro. Ci andrà Lamberto Dini, direttore generale di Bankitalia. Anche su questo dicaste¬ TRA MANOVRE E TRATTATIVE fatto con tanta forza che ora la Lega è costretta a chiedere l'appoggio del pds: «Da soli - ha spiegato Roberto Maroni - non riusciremo ad averlo, ma dovrà essere l'opposizione ad aiutarci ad ottenere il ministero dell'Interno perché anche per loro non è indifferente chi ci va». Come è ovvio, al vertice, ufficialmente, si è discusso solo di programmi. Ma si sa che si dice sempre così ro, come su quello dell'Interno, la Lega accampa un diritto di prelazione. Nella riunione di maggioranza di ieri pomeriggio, però, i problemi sembrano essersi appianati. Anche a Umberto Bossi e Gianfranco Fini il presidente del Consiglio incaricato ha spiegato quali sono i suoi piani su Di Pietro e Dini. E ha ribadito che non vuole dare il Viminale al Carroccio. Lo ha (lo si faceva anche nella prima Repubblica), quando in politica si arriva al sodo. Ossia alle poltrone. Dunque, il «convivio di maggioranza», che si è tenuto a casa Berlusconi, in realtà è servito anche a riempire le prime casolle del nuovo governo. I commensali del Cavaliere Boto!, i. raroni, Fini e Tatarella hanno mangiato, litigato (sul federalismo c'è stato un acceso botta e risposta tra il leader della Lega e il segretario missino), e parlato. Pure di ministeri. Di quelli chiave, innanzitutto, come il Tesoro. «No, Dini non va. Lì ci vuole un uomo della Lega, uno come Pagliarini», ha puntato i piedi Umberto Bossi. Ma, poi, nel corso della conversazione il leader dei Lumbard è apparso più malleabile. Tant'è vero che al termine della riu- ipP! IL BORSINO DEI MINISTRI GIUSTIZIA H^^l TiS0R° JJ^I . DOTTI \ DINI DELLAVALLE \ <h^> PAGLIARINI «^ PANNELLA MARTINO ESTERI VICE PRESIDENTE INTERNI MARONI MARTINO DI PIETRO COSSIGA PREVITI TATARELLA PANNELLA COSTA CASINI SANITÀ' DIFESA POSTE FINANZE INDUSTRIA FUMAGALLI CARULLI D'ONOFRIO COSTA GNUTTI TREMONTI FIORI PANNELLA BIONDI ARMANI PAGLIARINI FUMAGALLI CARUlil VERONESI MASTELLA TATARELLA FANTOZZI nione, il pur diplomatico Gianni Letta, futuro sottosegretario alla presidenza del Consiglio, è apparso ottimista: «So - ha detto - che la Lega ha posto dei problemi su Dini, però credo che alla fine si troverà una soluzione». Ma i dicasteri in ballo sono molti altri. Ad esempio, quello delle Finanze. E sempre Gianni Letta ha fatto capire a chi vanno le preferenze del Cavaliere: «Tremonti ministro? Spero proprio di si», ha detto. Affare fatto, invece, con Andrea Monorchio, che prenderà il posto di Manzella come segretario generale della presidenza del Consiglio. Monorchio potrebbe mantenere anche l'attuale poltrona. Lo ha detto lui stesso: «Mi sono dichiarato disposto ha spiegato - a sobbarcarmi il doppio incarico di ragioniere generale dello Stato e di segretario alla presidenza del Consiglio perché penso così di servire meglio il Paese. Sono un funzionario e voglio continuare a fare il funzionario». Nelle pieghe degli impegni che derivano dal suo nuovo ruolo di presidente del Consiglio incaricato, Berlusconi ha avuto anche il tempo di occuparsi delle elezioni europee. Il Cavaliere sarà capolista nella circoscrizione di Nord Ovest e in quella del centro. Al Sud quel posto sarà occupato da Mennitti e nel Nord Est da Calligaris. BRUXELLES. La situazione politica italiana continua ad essere oggetto di «attenzioni». Ad esprimere «la sua viva preoccupazione per alcuni sviluppi» è il partito del socialismo europeo che si è riunito ieri sera sotto la presidenza del belga Willy Claes. In un comunicato diffuso ieri l'ufficio di presidenza del pse «invita i deputati europei del gruppo a rendere esplicita la loro protesta qualora i ministri fascisti si presentassero a riunioni del Parlamento europeo, sottolineando i problemi di incompatibilità politica e morale che la loro presenza porrebbe all'interno dell'Unione Europea, fondata sui valori della democrazia, della libertà e della giustizia sociale». Nella stessa occasione, è stato deciso di dedicare una prossima riunione «ai problemi legati alla concentrazione dei poteri nei media, in difesa del pluralismo e della democrazia». L'uffico di presidenza ha espresso «viva soddisfazione per la grande mobilitazione democratica che ha avuto luogo in Italia per celebrare l'anniversario della Liberazione e della Resistenza» ed ha sottolineato «le voci assai inquietanti, all'interno della maggioranza di governo in via di formazione, che mostrano un possibile indebolimento del tradizionale impegno dell'Italia per la costruzione di un'Europa democratica e che giungono fino a mettere in causa la stabilità delle frontiere e i rapporti di buon vicinato con gli Stati sovrani della ex Jugoslavia». lAgil Maria Teresa Meli sagomarsi, questa smania di ministeri fuggevoli e fantasmatici, sulle nuove mode della comunicazione, sui nuovi messaggi mirati, e funzionare per i soliti scopi poco nobili. E così, forse, pure l'istituendo ministero della (o «per la»?) Famiglia sembra andare al di là del bisogno che i focolari hanno di essere tutelati e finisce, piuttosto, per significare la più classica strizzatina d'occhio di una maggioranza risicata a popolari, futuri ex popolari, pattisti o ex pattisti. Con qualche probabilità, anche, che su quella poltrona vada a sedersi il più familista di tutti: quell'Alberto Michelini che in campagna elettorale s'era addirittura imbavagliato contro Berlusconi. Filippo Cec carelli

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