Siamo quelli dell'anti-arte

Da oggi la grande retrospettiva al Palazzo delle Esposizioni: l'avanguardia storica della negazione Da oggi la grande retrospettiva al Palazzo delle Esposizioni: l'avanguardia storica della negazione Siamo quelli dell'anti-arte E Dada infiamma di nuovo Roma tTt] ROMA W EL 1915 arrivò in SvizzeB ra, affamato, alto e ma■ grissimo uno scrittore di è 11 teatro, Hugo Ball, che era anche filosofo, poeta, giornalista e mistico. Lo accompagnava Emmy Hennings, brava nel cantare e recitare poesie. Fu lui che l'il febbraio del 1916 fondò a Zurigo il Cabaret Voltaire. A ricordarlo fu Hans Richter che insieme a Ball e a Tristan Tzara animò Dada, quel fenomeno di anti-arte o di arte della negazione - come recita il titolo della grande retrospettiva che si apre oggi a Roma al Palazzo delle Esposizioni - la cui esplosiva effervescenza infiammò l'avanguardia europea. Curata da Arturo Schwartz, uno dei nostri maggiori conoscitori della materia nonché specialista di Duchamp, insieme a Rosella Siligato e Giovanni Lista, la mostra che resterà aperta fino al 30 giugno propone più di 350 pezzi provenienti da tutto il mondo. Tele, volantini, manifesti, riviste, volumi e corrispondenze in massima parte mai esposti in Italia, ricostruiscono anche le esperienze più sconosciute di un'avventura che mosse i primi passi nell'osteria Meierei di Niederdorf, «il quartiere meno malfamato della malfamatissima Zurigo». Al proprietario, il bonario Ephraim, Ball aveva chiesto l'uso del locale per un cabaret letterario, promettendo l'incremento della vendita di birra e wurstel. La città si era infatti riempita di esuli russi e di artisti o poeti provenienti da vari Paesi, ribelli alla società che li destinava alla guerra. E quando su un quotidiano locale apparve l'annuncio della costituzione del Cabaret Voltaire, un centro di ritrovo per gli artisti con incontri giornalieri dedicati a recite, esecuzioni musicali, esposizioni, l'adesione fu così numerosa che all'inaugurazione molti dovettero accontentarsi di sostare sul marciapiede per godersi almeno declamazioni e musiche. Sulle pareti, erano stati appesi disegni di Picasso, manifesti futuristi e opere dei presenti. Si Alfa 33 Hit. Pratica, briosa, razionale. A bordo una ricca e completa dotazione per una guida piacevole e sicura.» Motore Boxer da 1351 ce. • Iniezione elettronica IAW Multipoint • Chiusura centralizzata • Alzacristalli elettrici anteriori • Sedile posteriore sdoppiato • Volante regolabile in altezza • Cinture di sicurezza regolabili • Raffinati rivestimenti interni ROMA. Tra le iniziative legate alla grande Mostra retrospettiva sul Dadaismo, che si apre oggi a Roma al Palazzo delle Esposizioni, si segnalano i tre spettacoli messi in scena dalla compagnia di Meme Perlini col titolo Parole senza rughe. Si tratta di II Manifesto Cannibale, di Francis Picabia, ogni ora, dalle 12 alle 20 (29 aprile-13 maggio); Il canarino muto, di G. Ribemont Dessaignes (11-19 maggio); S'il vousplaìt di Breton-Soupault (28 maggio-3 giugno). Sarà attivo anche un laboratorio riservato ai bambini delle scuole elementari, animato dall'artista Pablo Echaurren Matta. In programma produzione di poesie, collages e numerosi giochi creativi. Infine c'è da ricordare il corposo catalogo edite dalle Edizioni De Luca che propone, tra l'altro, Le dieci sfaccettature di unapoetica libertaria di A. Schwartz; Il caso Dada di A. Boatto; Dada libertino di G. Lista, e Dal Dada al Surrealismo di Paola Decina Lombardi. PAROLE SEHZA RUGHE futurista adottato da Russolo e Varese. Alla Meierei si alternavano infatti Saint-Saéns suonato da Rubinstein, con ì'Intonarumori di Russolo; i versi di Mallarmé, Apollinaire, Cendrars con gli sketch di Marinetti e di Cangiullo; i quadri astratti di Kandinski e i nudi di Modigliani. All'eclettismo degli spettacoli si accompagnava la sperimentazione più totale in campo figurativo: Arp ritaglia delle forme nella carta o nel legno; Marcel Janco traccia col gesso dei rilievi astratti o delle specie di maschere che decora con frammenti di specchio e Sophie Teauber ricama bellissimi arazzi con le forme elementari di cerchi e onde oppure assembla misteriose Teste di Dada. Ball intanto pensava all'arte globale e alla poesia onomatopeica, variazione di quelle frasi immediate, libere da logica e sintassi, che s'improvvisavano al Café de la Terrasse dove il gruppo si trasferì dopo le rimostranze che da più parti s'abbatterono sull'oste Ephraim. Creando un clima di dirompente provocazione e spaesamento, quei giovani affermavano la priorità della vita sulla distruzione della guerra. E lo facevano - mi pare - più spinti da un'idea assoluta di libertà che da un filosofico libertinismo, come invece sostiene Giovanni Lista nel suo saggio in catalogo. In capo a un anno però, nel gruppo cui si erano aggiunti Huelsenbeck, Raoul Haussmann e Max Oppenheimer, cominciarono i dissapori. Da Ball la mano passò a Tzara, il piccolo romeno con un vistoso monocolo su un occhio e una frezza di capelli corvini sull'altro. E fu lui, ventiduenne, a dichiarare nel Primo Manifesto del 1918: «DADA NON Mfp Richard Boix: poster del New York Dada Group del 1921

Luoghi citati: Italia, New York, Roma, Varese, Zurigo