Esplode la rivolta dei prefetti di Francesco Grignetti

Esplode la rivolta dei prefetti Esplode la rivolta dei prefetti «Non siamo accentratori e nemmeno ex de» «Certi giorni, leggendo i giornali, ci sembra di assistere a un tragico cupio dissolvi. Ma che vogliono? Sfasciare quel poco di Stato che esiste? Arrivare, per amore 0 per forza, al federalismo? Il sospetto è legittimo. E noi prefetti, che siamo la prima linea dello Stato in periferia, siamo i primi a finire sotto tiro. Ma quello che ci fa più rabbia è che-si tratta spesso di attacchi pretestuosi. Denotano profonda disinformazione». Suvvia, prefetto, vi criticano di esservi trasformati in tanti terminali del potere democristiano. (Appunto. Vede, noi siamo nati con lo Stato unitario, passando per la destra storica, Giolitti, il fascismo e il dopoguerra. Dare un giudizio sommario sull'istituto è molto azzardato. Noi rappresentiamo la continuità dello Stato al di là della vicenda politica. Non è colpa nostra, poi, se per 45 anni il ministero dell'Interno è stato sempre retto, nel bene o nel male, da un politico democristiano. Così ci hanno appiccicato l'etichetta di democristiani. Ma è uno scenario falsato». I leghisti, però, dicono di voi che siete una terribile burocrazia che per 45 anni ha respinto ogni tentativo di cambiamento. Che siete riusciti a neutralizzare persino una testa dura come Giannini. «Beh, io potrei rispondere che un ministero si rinnova dal vertice. Da noi, invece, non c'è stata alcuna alternanza. Mai un ministro laico o socialista. Ma è colpa nostra o della politica? La stragrande maggioranza dei funzionari, pur avendo servito lealmente i ministri, lo ha fatto soprattutto con dedizione allo Stato. E lo stesso Giannini, recentemente, riconosceva che il ministero dell'Interno, nello sfascio generale, è un'i- Per Marco Pannella (a lato) il progetto è «il simbolo di una cultura missina e palazzinara» sola di efficienza». Insomma, secondo lei, i prefetti sono o non sono una cappa per le autonomie locali? (Assolutamente no. Ma lo sanno, quelli che ci criticano, quanti sindaci vengono da noi a chiedere aiuto contro il centralismo moltiplicato delle Regioni? Quante categorie di cittadini ci chiedono un intervento per venire a capo della burocrazia? E invece ci accusano delle cose più incredibili». Ma come, non è vero che date persino il placet sugli acquisti e sulle assunzioni dei Comuni? «Guardi, si tratta di due vecchie competenze, ridotte ai minimi termini. Per quanto riguarda gli acquisti, è una legge del 1890 che voleva essere liberista: serviva un controllo dello Stato per impedire la formazione di una manomorta I comunale e quindi a salvaguardia del mercato. Per quanto riguarda le assunzioni, dopo le innovazioni del ministro Cassese, entriamo in gioco solo se i Comuni dichiarano lo stato di dissesto finanziario. Comunque, giuste 0 sbagliate, sono leggi dello Stato. E noi le applichiamo. Il Parlamento vuole abolirle? Benissimo. Ma non cancellino la figura stessa del prefetto». Una figura un po' ammaccata, però. Quel Riccardo Malpica non ci voleva, vero, prefetto Mauriello? «Non me lo dica. E' una vicenda che ci ha fortemente amareggiato. E' una cosa gravissima. Lo diciamo per primi: si faccia piena luce e chi ha sbagliato paghi. Ma attenzione alle spinte emotive. La gente segue i fatti in televisione senza pensare troppo. E comunque, ancora una volta, il problema è del controllo che spettava ai politici». Francesco Grignetti

Persone citate: Cassese, Giannini, Giolitti, Marco Pannella, Mauriello, Riccardo Malpica