I bambini ai vandali: vergogna

A San Maurizio Canavese gli alunni di una elementare scrivono ai teppisti A San Maurizio Canavese gli alunni di una elementare scrivono ai teppisti I bambini ai vandali: vergogna «Perché avete strappato i nostri quaderni?» «Molti di noi hanno pianto per colpa vostra» «Vigliacchi. Che gusto provate a strappare i quaderni dei bambini? Non vi avevamo fatto niente, perché ve la siete presa con noi?». I bambini della scuola elementare di Ceretta, frazione di San Maurizio Canavese, l'hanno scoperto sabato mattina: nella notte, i vandali avevano devastato le classi, distruggendo libri e quaderni, pennarelli e cartine geografiche. Gli scolari e le maestre hanno passato la mattinata a cercare di rappezzare portapenne e sussidiari, poi i bambini hanno deciso di scrivere ai teppisti. Presto le loro letterine tappezzeranno i muri del paese. Nelle cinque classi della frazione studiano 37 bambini. Ieri pomeriggio molti giocavano al pallone nel Campetto vicino alla scuola. Raccontavano con gli occhi lucidi. Giovanni, di quinta: «Quando siamo andati a scuola abbiamo trovato tutto per aria. Le mie compagne piangevano, ognuno cercava in quel pasticcio i pezzi del suo quaderno». E Alessio: «Hanno riempito i muri e le lavagne di scritte con le bombolette spray, strappato tutte le cartine geografiche e i libri delle maestre. A me hanno pure spaccato il compasso». Fabrizio, Roberto e Marco: «Hanno provato a incendiare la scuola con la carta igienica e una bottiglia di alcol. Le cassette delle medicine erano rotte, gli armadi aperti. Hanno spaccato anche la macchina da scrivere, e i colori a tempera. Poi hanno spruzzato dappertutto la schiuma degli estintori». Un disastro. I teppisti, penetrati nella piccola scuola dopo aver forzato la porta d'ingresso, hanno distrutto il materiale didattico, ma anche il lavoro che i bambini avevano fatto nell'intero anno scolastico: disegni e quaderni sono irrecuperabili. Nei mesi scorsi la scuola era già stata presa di mira: «Avevano rubato ogni oggetto di valore. Questa volta non c'era più niente da portar via, e se la sono presa con noi». Gli scolari pensano, d'ora in poi, di chiudere libri e quaderni in bagno, «perché c'è una serratura grossa». Gli adulti hanno presentato una denuncia ai carabinieri, poi hanno deciso di rendere pubbliche le opinioni dei bambini sull'accaduto: genitori e insegnanti li hanno invitati a scrivere ai teppisti, impegnandosi ad affiggere manifesti in paese. Il papà di Alessia, Riccardo Piovano, è presidente del Consiglio di circolo; la mamma Adele è rappresentante di classe. Hanno già raccolto dieci letterine, le altre arriveranno nei prossimi giorni. «Ho pensato - scrive Wal¬ ter, di quarta - che razza di persone sono queste, che invece di dormire la notte vanno a distruggere le scuole. Penso che devono cambiare vita, ma sappiano che se li prendono li mettono in prigione. Non è bello andare a strappare i quaderni dei bambini. Sono degli stupidi, le malefatte devono farle a casa loro». «Non capiamo perché lo hanno fatto - scrive Gabriella forse per cattiveria, per dispetto, non si sa». I teppisti hanno lasciato alcune impronte: piedi piccoli, quasi certamente si tratta di ragazzipoco più grandi di quelli che fre¬ quentano la scuola. «Ma le loro madri, la notte li fanno uscire?» si chiede Alessia. E Luca: «Secondo me i loro genitori sono molto tristi, perché si rendono conto di non essere riusciti a educare i loro figli». Anche un genitore, Claudia Brunero, ha deciso di scrivere ai teppisti: «Probabilmente vi vantate di ciò che avete fatto, volevate far vedere quanto siete bravi. Poveri miseri, che pena. Non siete nessuno: quelli che valgono, invece, sono i bambini che hanno pianto per colpa vostra». Giovanna Favro Scuola devastata, scritte sui muri e arredi distrutti Le letterine verranno affisse in tutta la frazione 0- Alcuni ragazzi della elementare di Ceretta, frazione di San Maurizio Canavese

Persone citate: Ceretta, Claudia Brunero, Giovanna Favro, Riccardo Piovano

Luoghi citati: San Maurizio Canavese