Le vie del rilancio sono già tracciate di Renzo Villare

Le vie del rilancio sono già tracciate INDUSTRIA Le vie del rilancio sono già tracciate AL Salone dell'auto di Torino si respira aria di riscossa e di approfondimento. Al di là della ricca esposizione di vetture sempre più belle (tema conduttore di questa edizione è il design), c'è una ricerca di dibattito propositivo sui problemi che affliggono l'automobile in Italia e che dovranno essere risolti per il rilancio del settore, volano dell'intera economia nazionale. «In un certo senso la parabola dell'industria dell'auto ha detto il presidente Ciampi all'inaugurazione - è la parabola dell'economia». In un suo documento, l'Anfia, l'Associazione nazionale dei costruttori, ha esposto i tre punti sui quali deve basarsi la manovra di rilancio: applicazione sollecita delle norme sulla revisione delle vetture, già previste dal nuovo Codice della strada; riduzione della pressione fiscale (83mila miliardi di lire nel '93); provvedimenti per favorire l'acquisto di nuove vetture, in sostituzione di quelle più anziane, già adottati in Francia e Spagna. La nostra industria dell'auto sa quanto sia impegnativa la sfida in atto. La sta affrontando con determinazione, come dimostrano i massicci investimenti (40 mila miliardi di lire), definiti da Agnelli «al limite del temerario», che si traducono in una serie di nuovi modelli destinati al successo, parte già presenti in Salone, altri che arriveranno nell'arco di pochi mesi. All'Alfa 145, alla Lancia Z, alla Maserati Quattroporte, alla Punto, ora anche in versione cabrio, al monovolume Ulysse, al Coupé Fiat, si affiancheranno nell'anno la Dedra Station Wagon, l'erede della Thema, spider e coupé Alfa, altri gioielli Ferrari. Tanto fervore comincia a generare risultati positivi per l'industria nazionale. Aumentano le esportazioni e le quote di mercato all'estero, migliora la bilancia commerciale, la produzione è in lieve ripresa, si richiamano in fabbrica i primi gruppi di cassintegrati, si I riprende a raccogliere consenI si, credibilità e fiducia. «All'au¬ to italiana - ha detto Piero Fusaro, presidente dell'Anfia vengono nuovamente riconosciuti, grazie ai nuovi modelli, i valori che merita, frutto di un patrimonio di grandi capacità e qualità sui fronti del prodotto, del processo, dell'organizzazione e dell'innovazione». Restano, tuttavia, molti vincoli strutturali da superare, che Anfia e Unrae, l'Unione della Case estere in Italia, hanno più volte indicato. L'Italia soffre fra l'altro di un sistema fiscale particolarmente farraginoso e vessatorio che andrebbe semplificato e alleggerito. Nel nostro Paese - ricorda il documento - le voci di pagamento per acquistare un'auto, nuova o usata, sono come minimo 14 e occorre andare una decina di volte in vari uffici. Questo rappresenta un ulteriore aggravio in tempo e denaro, non contemplato negli 83.000 miliardi che il Fisco ha già incassato. L'Anfia chiede che una quota più ampia di questo colossale drenaggio fiscale sia spesa per un effettivo miglioramento della mobilità che vede il nostro Paese agli ultimi posti in Europa: in Italia vi sono, infatti, solo 9,9 metri per veicolo contro i 14,7 della Germania e i 27,8 della Francia. Ogni 1000 abitanti i chilometri di strada sono 5,4 in Italia, 8 in Germania e 14,3 in Francia. Inoltre la burocrazia - sostengono le due associazioni sembra voler creare difficoltà più che sostenere le nostre aziende e le leggi, anche se approvate, tardano ad entrare in vigore. E' il caso del nuovo Codice della strada sulle revisioni che, se finalmente applicato, porterebbe concreti benefici in termini di minori emissioni, di maggiore sicurezza e più bassi consumi energetici. Questo consentirebbe, inoltre, lo svecchiamento del parco circolante e la ripresa del mercato. La vita media dei veicoli italiani è di 14 anni, (12 in Europa) e le vetture con oltre 15 anni di età rappresentano quasi il 10% del totale (3 milioni di unità), contro il 2% della media europea. Renzo Villare are^J

Persone citate: Agnelli, Ciampi, Piero Fusaro