Il gran ritorno dello stile di Michele Fenu

Il gran ritorno dello stile Le nuove frontiere del design in un convegno internazionale al Lingotto Il gran ritorno dello stile Arma vincente nella sfida dell'auto TORINO. In un Salone dedicato allo stile, come quello di Torino, parlare di design era un obbligo. Così nuove frontiere, problemi, evoluzione di un settore capace di sposare arte, artigianato e tecnologie innovative sono stati al centro di un incontro, promosso dall'Ata (Associazione tecnica dell'auto), che si è svolto in questi giorni al Lingotto, radunando carrozzieri, designers, stilisti ed esperti europei e americani. Una bella adunata che, giurano gli organizzatori, sarà ripetuta a ogni salone, contribuendo a rafforzare in campo internazionale il tradizionale ruolo di Torino e dintorni, fertile patria dello stile italiano. Tante le relazioni, tenute da maestri come Nuccio Bertone (insieme con Paolo Caccamo), Sergio Pininfarina e Giorgio Giugiaro (che, in qualità di presidente del Gruppo carrozzieri ha diretto l'incontro), da responsabili di centri di design dei costruttori (Bangle per la Bmw, Di Giusto, per la Fiat Auto, Steinle per la Mercedes Usa, Le Quément per la Renault) e da specialisti come Sbarro, Olsen, Martin, Wardle. «Le auto sono sculture in movimento» ha ricordato nella sua introduzione al convegno Piero Fusaro, presidente dell'Anfia, l'associazione delle Case nazionali, citando quanto fu detto per l'ingresso nella collezione del Museo di Arte Moderna di New York nel '51 di una Cisitalia carrozzata da Pininfarina. «Il design automobilistico italiano - ha detto Fusaro - ha impresso un segno profondo e straordinariamente vivo nell'immaginario collettivo, perché ha saputo interpretare e condensare in un oggetto dalle profonde valenze emozionali, come l'auto, le caratteristiche di un periodo storico, di una cultura, di un modo di vivere». Fusaro ha tenuto a sottolineare come i nostri carrozzieri abbiano contribuito in modo determinan- te al successo dell'industria italiana, offrendo un «insostituibile apporto» all'evoluzione del prodotto auto, sia sul piano dell'innovazione tecnologica che su quello estetico. «Gli stilisti hanno saputo superare la tradizionale antinomia tra l'arte e la produzione industriale». Bertone, tra passato e futuro, ha voluto ricordare come lo stilista sia un creativo, «in grado di immaginare un prodotto che non esiste, di intuire le tendenze emergenti, di intravedere quello che neppure gli istituti di ricerca sono capaci di segnalare». «Come saranno le auto del domani?» si è chiesto. «Non so, ma penso che le piccole vetture a 4 posti avranno successo e contribuiranno a far nascere nuove forme con l'apporto della tecnologia e dei nuovi materiali». Due elementi, questi ultimi, di cui si è parlato molto nel convegno. Ne ha accennato Pininfarina, che nel suo intervento ha posto in risalto il contributo dato dalla Pininfarina all'evoluzione dell'auto. Dai prototipi di ricerca degli Anni Sessanta sino al Progetto Ethos, articolato in tre concept-cars, di cui l'ultima, la Ethos 3, è una delle perle del Salone di Torino. Un apporto che ha finito per trasformare la stessa carrozzeria, trasformatasi a poco a poco da centro di design a industria per prodotti di nicchia a partner tecnologico per i grandi costruttori. Particolarmente interessante la relazione di Giugiaro, che si potrebbe sintetizzare in un «Bentornato stile» gridato con forza. Ha detto: «E' riesploso, al di là delle esigenze della progettazione e del design applicato all'industria, il bisogno di emozione, di sentimento e avvertiamo l'esigenza, il piacere di riparlare di "stile", di risposta istintiva alle nuove aspettative del pubblico». Ancora: «Mi piace pensare al termine "stile" anche nell'accezione storica e classica cui fa ricorso l'architettura per definire la corrente formale specifica di un'epoca, portatrice di tematiche precise. E il marketing automobilistico ci dimostra come le motivazioni di acquisto del consumatore facciano pesantemente leva sulla forma, sull'estetica dei nuovi modelli, oltreché ovviamente sul rapporto qualità-prezzo e sulla propensione al marchio». Una rivalutazione dello stile, che si inserisce in un contesto in cui il designer dave fare i conti con la tecnologia, il marketing, l'economia, l'industrializzazione del prodotto, i vincoli normativi (visti come stimoli e sfide), l'ecologia, i nuovi materiali (plastiche, alluminio). Uno scenario in cui conteranno moltissimo, secondo Giugiaro, «l'orgoglio del passato», la «tradizione stilistica». Il che costituirà un'arma in più per l'industria italiana, che può usufruire del bacino torinese. E per finire, una stoccata. «Di sicuro l'auto continuerà a essere fatta da specialisti, designer e tecnici. L'ambizioso progetto dei manager della Swatch di far disegnare l'auto dalla gente comune, senza interferenze e condizionamenti dell'industria mi pare sia stata sconfessata, se oggi è la Mercedes a portare avanti il progetto congiunto». Michele Fenu Bertone e Pininfarina «Arte e tecnologia» Giugiaro: «Ancora voglia di emozioni» Esempi di stile e tecnologia: a lato, la Ethos 3 e la Lucciola Sotto, il nuovo Coupé della Fiat

Luoghi citati: New York, Torino