Bertigol: e adesso ci pensi Sacchi di Marco Ansaldo

Il centrocampista dell'Inter, in gran ripresa, si sta proponendo per un posto in Nazionale Il centrocampista dell'Inter, in gran ripresa, si sta proponendo per un posto in Nazionale Bertìgol: e adesso ci pensi Sacchi Ha il contratto in scadenza, che cosa farà Pellegrini? Per lui molte richieste, c'è persino il Bayern del Trap Un Geppetto americano, che si chiama Staedman e fa il chirurgo in Colorado, deve avergli raddrizzato il piede mentre gli aggiustava il ginocchio: infatti la facilità con cui Berti trova il gol da quando è tornato dopo l'operazione ai legamenti è sorprendente per uno che non ha mai sposato i grandi numeri. Il suo record è di sette gol nel campionato vinto con Trapattoni. Il resto sono briciole rispetto a quello che fa adesso e che ha scatenato la Bertimania: se portasse il Codino alla Baggio o le treccine di Gullit, invece di quel ciuffetto padano, scatenerebbe una moda. E dicono che se Pellegrini lo lascerà scappare dovrà vendere l'Inter perché i tifosi non lo perdonerebbero. L'ipotesi non è remota. La tv tedesca ha annunciato che il Bayern è pronto a rilevarne il contratto su consiglio del Trap. Una settimana fa si parlava del Barcellona. E poi l'opzione-Milan, che lui furbescamente non cancella. Che la corsa a Berti nasconda l'abile regia del suo procuratore Pasqualin per far paura all'Inter è solo una delle possibilità: le altre indicano che c'è del vero nella corsa a un ragazzo di 27 anni, di nuovo integro. «Pensavo chi; nessuno si sarebbe fatto avanti per comprarmi, con l'aria di crisi che tira e con quello che si deve pagare di parametro all'Inter. Invece ci sono due o tre proposte serie», dice lui. Naturalmente aggiunge che vorrebbe restare all'Inter: trovate uno che ammetta di volersene andare dalla società in cui si trova e vincerete un premio. Ma Pellegrini ha la colpa di aver taciuto per troppo tempo. Poteva rinnovargli il contratto mentre faticava per recuperare l'uso del ginocchio, sarebbe stato un atto di fiducia. Adesso che Berti è diventato il SempreBerti tutto si complica. ((Aspetto che l'Inter mi dica cosa ha deciso - spiega - ma deve farlo in fretta perché sono nel listone di Sacchi e per me il mercato si chiude il 9 maggio. Se verranno con una proposta che non mi convince succederà quello che deve succedere, ovunque vada cadrei comunque bene, anche all'estero. Però sarebbe un peccato andarsene: questa è una squadra che si deve soltanto ritoccare e far funzionare attorno a Bergkamp. Lui non sarà mai un trascinatore, siamo noi a doverlo trascinare ma come classe non si discute, in qualcosa è persino meglio di Van Basten». L'asse Bergkamp-Berti, che qualcuno sintetizza in «Ber. Ber.» si è creato troppo tardi per salvare il campionato dell'Inter. Probabilmente potrebbe funzionare per il prossimo: «Sarebbe un errore lasciarlo andare via» ripete l'olandese. E Berti spiega che i suoi gol nascono dal lavoro del Gelido Principe. «(Appoggia la palla come nessun altro. Forse è vero che segno di più perché nell'operazione mi hanno anche raddrizzato il piede, ma ho segnato moltissimo anche in estate, prima dell'incidente. Ero già il capocannoniere dell'Inter. Il movimento di Dennis e i suoi assist sono essenziali per uno che arriva in area da lontano, come faccio io». Nell'attesa che si muova qualcosa, Berti è tornato ad essere il personaggio dopo cinque mesi e mezzo di calvario. Per Sacchi sarà imbarazzante tenerlo fuori dalla Nazionale. «Rispetto agli altri ho il vantaggio di non essere stressato - premette -, Mentalmente sono fresco e nel fisico ho recuperato al 70 per cento: in una partita non reggo lo stesso ritmo, ma si può crescere. Ora ci pensi Sacchi». Dice che non si sentirebbe deluso di restar a casa dopo aver assaporato il gusto del rientro in Nazionale. Non credetegli, è un'altra delle frasi fatte. In realtà Berti pensa all'America che gli ha permesso di tornare quello di prima grazie ai ferri di un chirurgo e che ora potrebbe lanciarlo dove non è mai arrivato: un giocatore multiforme che si è fermato sempre un attimo prima dell'esplosione. L'Arrigo lo conosce da anni e non gli ha mai ispirato fiducia. Sosteneva che il SempreBerti tatticamente sa fare soltanto una cosa e neppure benissimo. Per questo lo ha escluso in fretta, prima della tournée negli Stati Uniti nel '92. «Ma Sacchi sa che su di me può lavorare, non è vero che non so adattarmi. Non vedete che ho persino imparato a fare il gol?» Marco Ansaldo I Nicola Berti, autore del gol della vittoria dell'Inter a Vienna, in un contrasto con l'austriaco Artner

Luoghi citati: America, Barcellona, Colorado, Stati Uniti, Vienna