Fruttero & Lucentini: libri e gag per un milione e duecentomila

r TIVÙ'& TIVÙ' Frutterò & Lucentini: libri e gag per un milione e duecentomila ABBIAMO capito prima di tutto che nei confronti dei libri non bisogna avere; nessun timore reverenziale. Possiamo legittimamente saltare le pagine che non ci piacciono, interrompere una lettura troppo noiosa. Se leggiamo la sera, a letto, abbiamo il diritto di smembrare un tomo e di farlo a fette, due, magari tre o quattro, tenute bene insieme dal nastro adesivo: con rispetto ma senza soggezione. L'abbiamo imparato da Franco Lu centini, che l'altra sera, al suo debutto insieme con Carlo Frutterò in «L'arte di non leggere», alle 22,30 su Raiuno, ha rivelato alcuni dei suoi trucchi di lettore professionista. «Io leggo dalle dieci a mezzanotte, a letto: leggo, fumo, non posso tenermi in braccio volumi troppo pesanti. Allora taglio, anche se mia moglie non è d'accordo». Lo ha confidato a quel quasi miracoloso milione e 200 mila spettatori (un ascolto record per quell'ora, su quel tema) che ha seguito la prima puntata della trasmissione. Trasmissione molto attesa: I perché Raiuno, tramite il suo I direttore Delai e il suo vice Cri- scenti, era riuscita nel colpaccio: convincere a comparire, a fare un programma, due tra i maggiori video-agnostici d'Italia, Frutterò e Lucentini. Lucentini, anzi, non ha neppure il televisore, come tramanda la leggenda. «L'arte di non leggere» significherà dunque che è crollata l'ultima difesa intellettuale nei confronti di quello da molti considerato un «elettrodomestico»? Con Frutterò c Lucentini sul piccolo schermo è caduto ufficialmente il muro di Berlino della televisione italiana, che divideva idealmente l'«intellighenzia» del Paese da tutti noi altri? Forse. E per i due scrittori che hanno rotto l'argine deve essere stato più facile schierarsi, non avendo mai praticato l'altro lato della barricata, quello dove sta lo spettatore stufo. Sono arrivati sul video, e noi ce li siamo goduti, ricavando l'ir .pressione che proprio l'estrema lontananza da modelli e canoni televisivi abbia consentito loro di non subire il mezzo, e di prenderlo nello stesso tempo sul serio. Stanno seduti in poltrona, a casa di Frutterò, Frutterò si alza, prende la cassetta degli attrezzi, in altre circostanze farà il tè, o fingerà di farlo. Sostengono di voler ispirare curiosità per i libri, diffidano delle ultime novità e sono convinti che il libro debba sedimentare negli animi. Frutterò si tiene accanto un timer, uno di quelli che si usano in cucina per sapere quand'è cotta la pasta, e regola se stesso e Lucentini: «Basta con "Robinson Crusoe", non possiamo stare troppo sui classici». Pare davvero che cerchino i tempi comici, come raccontava l'altro giorno Giorgio Calcagno: «La nostra aspirazione più grande sarebbe stata essere i fratelli De Rege». Si danno sulla voce, alla fine si chiedono diligenti se hanno rispettato la mezz'ora, sono soddisfatti per aver sforato di soli novanta secondi. E il regista Loris Mazzetti assicura che nelle prossime trasmissioni vedremo altre deliziose performances, recitate a soggetto. Frutterò e Lucentini in televisione: perché davvero è la televisione, la nuova commedia dell'arte italiana. Alessandra Co mazzi

Luoghi citati: Berlino, Frutterò, Italia