La schedatura corre sul filo; la Chiesa ci ripensa sui santi

Pacificazione vuol dire rispetto LETTERE AL GIORNAtE La schedatura corre sul filo; la Chiesa ci ripensa sui santi Meglio il 144 che Telefono Amico Di questi tempi s'è fatto un gran baccano sui servizi telefonici a pagamento 144, ma non si son fatti paragoni. Vorrei dire la mia perché, vivendo sola, ini distraggo telefonando da casa di un'amica sia ai vari 144, sia a varie sedi del Nord del volontariato «Telefono amico». Quest'ultimo, essendo gratuito, sembra socialmente più utile. Niente affatto: i volontari per lo più sono ragazzine adolescenti, imbottite di frasi fatte da animatore parrocchiale, non esprimono un loro pensiero, non ti danno consigli o lo fanno con circospezione, quasi paura, nonostante l'anonimato, incapaci di metter su una libera chiacchierata come si fa tra amici. Mi spiegano che il loro statuto impone cosi, che non permette di esprimere idee politiche o religiose e nemmeno, udite udite, di avere una mentalità benefica verso chi chiama. Allora che ci state a fare dico io. Tra tutti i centri Telefono Amico quello di Saluzzo (Cuneo) è il peggiore. Mi dicono alcuni volontari che son peggiorati quando il loro capo, un prete di destra, contro il parere del vescovo volle associarsi all'I l'fodes (mi pare) una Federazione di Ginevra, sotto sotto una delle tante organizzazioni massonicoprotestanti statunitensi, tipo alcolisti anonimi. Vabbé, padroni. Ma io ottengo un servizio controproducente. Per di più gli è scappato detto che ogni parola che dico viene scritta su una scheda e finisce nel computer! A questo punto il paragone: evviva il 144, che so già prima quanto mi costa, non mi scheda come una galeotta e mi parla liberamente, senza grovigli mentali. No? Gomma Roagna, Torino Beati ortodossi e protestanti Dopo la riabilitazione di Galileo, dopo il riconoscimento almeno di una schietta tensione spirituale in personaggi come Lutero e Hus, il Papa ha compiuto un atto di coraggio non indifferente ammettendo che la storia della Chiesa cattolica non è immune da errori e colpe gravi. E' un passo avanti molto importante poiché, in passato, autocritiche così esplicite da parte del capo stesso della Chiesa non si può dire ci siano state. Sentire una voce che si leva a dichiarare i lati oscuri della propria parte, quando nel mondo la gara alla persecuzione e al fratricidio attira sempre nuovi «concorrenti», secondo me è confortante e fa ricordare che nessuno di noi è autorizzato ad esentarsi da uno scrupoloso esame di coscienza. E la proposta di inserire nel canone dei Santi anche protestanti e ortodossi che abbiano testimoniato con la vita la loro lede sicuramente avrà fatto storcere il naso ai cattolici più tradizionalisti, ma dovrebbe far riflettere sulla necessità che i cristiani comincino a considerarsi davvero fratelli in tutto e per tutto, senza sottodistinzioni, membri della Chiesa invisibile di cui qualunque uomo può far parte, con tutti i suoi diversi modi di chiamare Dio. Franca Mandelli, Torino Semplici parole contro la retorica Nella primavera '45 un mio compagno di scuola ed amico, Gianfranco Mura, poco prima della sua morte (è caduto il 25 aprile '45, come ricorda una lapide situata in piazza Carlina a Torino), mi scriveva tra l'altro in una lettera che conservo con cura: «Elter è morto a Cogne durante un assalto ad un posto di blocco, una notte dell'autunno scorso. De Giovannini è morto qualche mese fa in azione di rastrellamento contro i partigiani nel Tortonese. Poveri cari compagni! Lassù si sono uniti per sempre a dispetto di tutte le partigianerie e le lotte fratricide». Con Giorgio Elter e Sergio De Giovannini avevamo frequentato insieme, nella stossa classe, il liceo d'Azeglio di Torino. Il primo fu partigiano in Val d'Aosta e riposa ora nel cimitero di Cogne, il secondo fu ufficiale di artiglieria nell'esercito della Repubblica sociale. Elter e De Giovannini erano anche stati compagni di banco. Sono veramente convinto che quelle poche semplici ma sincere parole valgano molto di più della molta relorica di questi giorni. Mario Pavere, Torino Quei due ragazzi al Politecnico A proposito del 25 Aprile e delle tanto polemiche sulla riconciliazione vorrei ricordare uno tra i più begli episodi a cui ho assistito personalmente nel 1946 al Politecnico di Torino, facoltà di Architettura. Entrò nell'aula un ragazzo e chiese se qualcuno di noi avesse un certo testo. Un nostro compagno lo aveva e si posero a consultarlo. Ad un tratto, per concedersi un attimo di riposo, uno chiese all'altro: «Tu l'hai fatta la guerra?» «Certo». «E da che parte stavi?». «Con i partigiani, e tu?». «Io dall'altra parte: se ti avessi incontrato ti avrei fatto fuori!». «Se non ti avessi prima fatto fuori io!». Si guardarono negli occhi e scoppiarono in una risata, poi - le teste vicine - ripresero la consultazione del libro. Ugo Canale, Torino I suggerimenti di Pini Leggo su La Stampa di lunedì 25 aprile a pagina 12, nella rubrica «I nomi e gli affari» di Valeria Sacchi, che Massimo Pini sarebbe «il suggeritore di certe proposte di Maurizio Gasparri». Non conosco Massimo Pini, con il quale non ho mai parlato in vita mia, e le mie valutazioni in materia economica sono totalmente autonome. Comprendo che ciò possa meravigliare chi è abituato a rimestare tra i pettegolezzi, ma Alleanza nazionale è fatta di persone che ragionano con il proprio cervello, pensando agli interessi della Nazione. Le sarò grato se, anche come collega giornalista, vorrà pubblicare con immediatezza questa precisazione e ancor di più se Valeria Sacchi avrà la sensibilità di rivolgersi alle persone prima di denigrarle con disinvoltura. on. Maurizio Gasparri, Roma Ringrazio il collega Gasparri della precisazione e ne prendo atto. Aggiungo che non mi ero resa conto fino a oggi che avere come «suggeritore» Massimo Pini potesse essere considerata una denigrazione. [v. s.l Torino-New York un ripensamento Con riferimento alla lettera del sig. Renato Mellano, apparsa sulla Slampa del 20 aprile: «Cose inaudite fra Torino e New York», desidero subito dire che non sono soddisfatto di come si è svolta finora la vicenda del collegamento aereo Torino-New York, ma che vi sarà presto una decisione al riguardo. In realtà tale decisione è condizionata, da una parte, dalle richieste e dagli interessi della popolazione della città di Torino e del Pie¬ monte; dall'altra, da quelli della nostra compagnia di bandiera, che si trova, come avrà letto sui giornali, in una situazione molto delicata sotto vari profili. Una decisione sul collegamento aereo Torino-New York, che avrà ripercussioni già nel medio periodo, non può non tener conto del piano di rilancio dell'Alitalia, in corso di definizione. Raffaele Costa I bambini ci guardano Con rammarico riscontro una grave scorrettezza deontologica ad opera dei redattori della Stampa. Non riesco a concepire come la pur necessaria e spesso naturale curiosità del giornalista si possa tramutare in strumentale aggressione morale nei confronti di un minore. L'articolo apparso sul giornale di ieri in prima pagina, e sottolineo prima pagina, mi sembra una violazione dei più sani principi che muovono il giornalista e la sua funzione di operatore sociale. L'articolo, povero di argomenti e di scarso gusto, si commenta da sé e non meriterebbe alcuna precisazione, ma desidero sottolineare che qualunque bambino, di qualunque làmiglia, tende ad imitare quello che fanno i grandi, soprattutto ad una certa età dell'infanzia, e la vita quotidiana è lì a dimostrarlo, basta aprire gli occhi. Filippo Ccccaielli e Maria Corbi hanno mai giocato agli indiani, al dottore o a guardie e ladri? Per concludere io credo che siano stati proprio i redattori a strumentalizzare i nostri bambini ed il loro «gioco politico» con argomenti «radicai chic» che in molti troviamo francamente superati. Maria Pia la Malfa Dell' Utri La notizia del Club Forza Italia per bambini è stata divulgata dalla signora M. Pia Dell'Utri in più occasioni e già pubblicata da un giornale. Nessuna strumentalizzazione, evidentemente, né tantomeno aggressione morale da parte nostra. [f. e, m. ci