Una nuova armata Onu di Paolo Passarini

Polemica tra Usa e uomini di Ghali: non criticate chi vi paga EX JUGOSLAVIA Polemica tra Usa e uomini di Ghali: non criticate chi vi paga Una nuova armata Onu Altri 7000 Caschi blu per la Bosnia WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Prima di partire per la California, dove ha presenziato ai funerali di Richard Nixon, Bill Clinton ha riunito ieri mattina i suoi principali consiglieri per fare il punto sulla situazione in Bosnia. Nella riunione è stato valutato con soddisfazione il rispetto dell'ultimatum Nato da parte dei serbi e l'ambasciatrice americana all'Onu, Madeleine Albright, ha riconosciuto che, in questa situazione, non c'ò alcuna necessità di condurre attacchi aerei. Ma un violento scontro fra Albright e l'inviato dell'Onu in Bosnia, Yasushi Akashi, che aveva bloccato una richiesta Nato di attaccare sabato scorso e poi aveva criticato l'amministrazione americana, ha confermato il permanere di dissensi e di tensioni tra Clinton e Boutros Boutros-Ghali. Nel frattempo, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha finalmente approvato l'invio in Bosnia di altri 7 mila uomini. Non si sa ancora quale Paese fornirà le nuove truppe, anche se da qualche mese circa 3 mila soldati pakistani si stanno addestrando in Germania in vista di un loro possibile impiego in Bosnia. In realtà, la decisione di ieri costituisce il completamento di quella del 31 marzo scorso, quando, rispondendo alla richiesta di nuovi 10 mila uomini da parte del comandante dell'Unprofor in Bosnia, il Consiglio aveva deciso l'invio di soli 3 mila uomini in più. La quasi capitolazione di Gorazde la scorsa settimana e la promessa di Clinton di fornire i fondi necessari per mandare rinforzi hanno aperto la strada all'invio di nuove forze. La questione dei soldi, in questa vicenda, ha un notevole peso ed è riecheggiata anche nella polemica tra Albright e Akashi. L'inviata americana all'Onu aveva protestato anche con Boutros-Ghali per le dichiarazioni di Akashi, trovando «del tutto controproducente che un funzionario di un'organizzazione internazionale critichi un governo - e di conseguenza il capo di quel governo - per i tempi e i modi in cui questi decide di usare la forza nel corso di operazioni di pace». Akashi, che poi ha chiesto scusa, aveva dichiarato al «New York Times» di trovare la posizione USA sulla Bosnia «incerta, timida e reticente». «I funzionari dell'Onu - aveva tagliato corto Albright - dovrebbero ricordare chi paga i loro stipendi». Il problema è che, in materia di pagamenti, il governo degli Stati Uniti ha parecchio da farsi rimproverare. Washington è fortemente in ritardo nel pagamento delle sue quote all'Onu, che comprendono un quarto delle sue intere spese e un terzo delle spese per operazioni di pace. Ma è in debito di parecchi miliardi e, solo per quanto riguarda le operazioni nell'ex- Jugoslavia, di oltre 200 milioni di dollari, oltre 300 miliardi di lire. La ragione principale per cui il Consiglio di Sicurezza, il 31 dello scorso marzo, optò per l'aggiunta di soli 3700 uomini invece dei 10 mila richiesti, fu proprio che non c'erano i soldi. Per cui il «ricordati chi ti paga» sparato da Albright contro Akashi non è parso diplomaticamente molto opportuno. Tuttavia si è saputo che Akashi, quando sabato scorso respinse la richiesta di attacchi Nato, venne aggredito violentemente anche dall'ammiraglio americano Leighton Smith, comandante dell'alleanza per il Sud Europa. Boutros Ghali ha invece espresso tutta la sua solidarietà ad Akashi. Paolo Passarini