Mandela lacrime e karaoke

R Mandela/ lacrime e karaoke Ai comizi del futuro presidente nero UN VOTO PER LA STORIA R DURBAN ITORNERO', non posso svendere le mie origini. Solo gli uomini liberi possono negoziare». Così disse Nelson Mandela in un messaggio del 1985 agli abitanti di Soweto, rispondendo a un'offerta di libertà condizionale dal carcere che gli era stata avanzata dall'ex presidente Botha. Nove anni più tardi Mandela è tornato per negoziare e ora esercita il suo diritto di nascita nei panni dell'elettore debuttante più famoso al mondo. Ho seguito Mandela nelle cinque settimane del suo rush finale verso la presidenza del Sud Africa, osservandolo durante i comizi, le conferenze ! stampa, le cerimonie ufficiali. Chiamare ciò cui ho assistito «una campagna elettorale» potrebbe far pensare al copione cui siamo abituati in Europa, dove la gente va in giro parlando di tasse o delle leggi comunitarie sull'occupazione. La campagna di Mandela è stata invece più simile a una serie di orgasmi politici: con ogni raduno che offriva un intenso, impetuoso clima di liberazione da frustrazioni profondamente radicate. Migliaia di persone, stipate in vecchi camion o minibus, che viaggiano anche per più di cento miglia e aspettano ore sugli spalti di uno stadio solo per uno sguardo di Mandela. Perché molti, che non hanno la televisione, fino a quel momento hanno visto il suo volto solo su un manifesto. L'arrivo di Mandela è annunciato dalla canzone che fa da colonna sonora alla campagna («E' giunta l'ora»). Un'irritante melodia che poi ti ronza in testa per tutto il giorno. E tutti, dagli anziani senza denti ai ragazzini a piedi scalzi, danzano insieme fino a quando scorgono la prima auto del corteo di Mandela. L'avvistamento genera un'ondata di energia attraverso la folla. Le donne ululano e i bambini applaudono. Ognuno poi sventola una bandiera, creando un'onda di eccitazione che naviga in un mare nero-verde-oro. Sì, Mandela è tornato... a bordo di un furgone pick-up. E' in piedi, fiero e solenne; il cavaliere nero sul cavallo bianco, l'assassino dell'apartheid, il messaggero del governo della maggioranza. Con una smorfia di sfida dipinta sul volto e il pugno levato che fende l'aria. Se uno è venuto solo per l'atmosfera, per il clima di eccitazione, bene, questo è il momento migliore per andarsene. Dall'istante in cui Mandela prende posto sul palcoscenico, l'orgasmo finisce. Il dirigente della sezione locale dell'Anc incaricato di fare una breve introduzione al leader - come se ne avesse bisogno - è ansioso di ricavare per sé uno spicchio di gloria. E continua a parlare al microfono fino a quando non gli viene strappato di mano. Quando poi Mandela comincia a parlare, dopo la preghiera e una serie interminabile di «Viva Anc», il «momentum» si è esaurito e la folla è ormai esausta per l'attesa. Mandela ha molti talenti, ma non più la capacità di parlare in pubblico. Le sue guardie del corpo ti raccontano che durante i processi, quando si difese in aula da solo, la gente di colore arrivava anche da grandi distanze per ascoltarlo. La sua capacità di analisi è ancora pungente, ma il suo lento stile di oratore appare faticoso e stentato. Comincia sempre i suoi discorsi spiegando il programma di ricostruzione e sviluppo dell'Ano e poi si concentra sull'«educazione al voto». «Prendete il vostro documento di identità e andate al seggio. Quando entrate nella prima cabina lo fate per eleggere il Parlamento nazionale. Guardate la scheda fino a quando trovate il simbolo e le lettere A.N.C. Che let¬ tere dovete trovare?». ((A.N.C.» urla la folla. «Molto bene. Vicino vedrete il volto di un uomo giovane e piacente i cui capelli sono diventati grigi a causa di tutte le preoccupazioni che gli avete dato». Risate. «Dovrete farci una croce sopra». Quindi ripete il discorso, specificando che la seconda scheda è per le elezioni provinciali. Terminata la spiegazione, ai sostenitori viene chiesto di alzare il pugno per cantare l'inno dell'Ano («Dio benedica l'Africa»). Qualche istante di silenzio, poi è il caos. Mandela viene fatto salire su un'auto appena prima che la folla annienti il cordone di sicurezza creato dai funzionari dell'Anc. Per almeno mezz'ora dopo la partenza del leader, la gente affolla le strade e urla «Viva» a ogni veicolo che passa. Nel frattempo Mandela è già in viaggio verso il prossimo appuntamento. Spesso l'Anc usa un elicottero e ogni volta ne affitta uno diverso. «Se utilizzassimo sempre lo stesso - spiegano gli uomini della sicurezza - faremmo di Mandela un facile obiettivo dei terroristi». Non tutti i comizi hanno lo stesso copione. A Città del Capo ce n'è stato uno davvero kitsch. Un dirigibile gonfiabile con i colori dell'Anc dominava la zona del palcoscenico e alcune colombe bianche sono state lanciate in cielo insieme a palloncini nero-verde-oro. Poi, in quello che pareva un mix di libertà politica e karaoke, due cantanti hanno guidato la folla sulle note di «E' giunta l'ora» e di «We are the world», mentre anche Mandela danzava sul palco. A Umlazi, nel Natal, egli ha invece annoiato la folla impiegando oltre mezz'ora per esporre i nuovi diritti costituzionali che aveva proposto al re zulù Goodwill Zwelithini. Poi, però, si è cimentato in un discorso emotivamente intenso: «Sono il padre di tutti voi e vi amo come foste tutti miei figli. Mi rattrista sapere che ora devo lasciarvi. Vorrei mettervi tutti nella mia tasca e portarvi a casa con me. Così, nei momenti di preoccupazione o solitudine, potrei farvi uscire e guardare i vostri volti sorridenti». Per essere un uomo di 75 anni Mandela è davvero bravo nel prendere cura di se stesso. Non beve e non fuma. Non mangia burro, uova o qualsiasi altra cosa possa nuocere ai suoi problemi di pressione. E' abituato a svegliarsi alle 5 e raramente va a dormire dopo le 22. Alcune fonti nell'Ano sostengono che il suo ruolo come Presidente sarà in gran parte confinato a rimarginare le ferite dell'apartheid. Ma se il suo nuovo ruolo gli vale il titolo di Padre della Nazione, ciò è dovuto in gran parte alla sua immortale devozione all'Anc, che è sempre venuta prima di qualsiasi altra cosa nella sua vita. Togliete l'Anc a Mandela e vi ritroverete un uomo appassionato e generoso, ma solitario; un uomo che ha trascorso in solitudine l'ultimo Natale. Togliete Mandela all'Anc e strapperete all'organizzazione la sua principale ricchezza nel momento più cruciale della sua storia. Uno dei pochi uomini in grado di trasformare un movimento clandestino di resistenza in un partito di governo. Gary Younge Copyright "The Guardian» e per l'Italia «La Stampa» Il leader dell'Arie non è un oratore ma la gente impazzisce anche quando spiega le regole elettorali La scheda per il voto nelle varie lingue locali, con il nome delle liste, le foto dei leader e i simboli. A destra una immagine dell'ultimo attentato

Persone citate: Botha, Gary Younge, Nelson Mandela, Soweto