Minaccia zulù sulle elezioni in Sud Africa

Un'auto bomba ferisce 16 persone a Johannesburg. La polizia arresta 31 estremisti bianchi Un'auto bomba ferisce 16 persone a Johannesburg. La polizia arresta 31 estremisti bianchi Minaccia zulù sulle elezioni in Sud Africa Buthelezi: potremmo ritirarci dal voto JOHANNESBURG. La seconda e più importante delle tre giornate delle elezioni multirazziali nel Sud Africa è stata turbata ieri dal capo degli zulù Buthelezi che, dopo aver votato, ha minacciato un ritiro del partito Inkatha dal voto. Un'ipotesi che se effettivamente realizzata potrebbe avere conseguenze drammatiche. Sia il presidente uscente De Klerk che Mandela sono intervenuti per dissuadere Buthelezi dall'attuare la minaccia. La dichiarazione del leader degli zulù era legata a problemi sorti con le schede elettorali. La Commissione elettorale indipendente, cui è affidata la gestione delle elezioni, ieri infatti aveva finito gli adesivi con il simbolo dell'Inkatha, stampati all'ultimo momento nove giorni fa, quando Buthelezi decise di partecipare alle elezioni. Il capo degli otto milioni di zulù aveva precisato che, secondo quanto gli era stato comunicato, la Commissione era pronta a consentire che gli elettoli scrivessero il nome del partito Inkatha sulle schede che fossero sprovviste dell'adesivo. Buthelezi aveva però giudicato la soluzione «inaccettabile». Invitando Buthelezi a ritirare le sue dichiarazioni, Frederik De Klerk ha detto che i problemi logistici sull'insufficienza degli adesivi dell'Inkhata sono stati causati dalla tardiva adesione alle elezioni del partito. «Sono molto preoccupato da queste minacce - ha dichiarato De Klerk - non penso proprio che nessun leader politico possa permettersi a questo punto dichiarazioni simili». Anche l'Anc si è associato al presidente, ribadendo che i problemi organizzativi sono da attribuire al solo comportamento dell'Inkhata. «Le minacce dell'Inkhata non sono utili a nessuno - ha dichiarato il portavoce del partito di Nelson Mandela, Palio Jordan - non contribuiscono alla pace, e alla maggiore stabilità e democrazia del Sud Africa». Dopo la prima giornata senza incidenti, ieri mattina, un quarto d'ora dopo le sette, ora dell'apertura dei seggi, una violenta esplosione all'aeroporto Jan Smuts di Johannesburg ha ferito sedici persone, di cui due gravemente. L'attentato è stato attribuito all'estrema destra bianca, contro la quale è stata sferrata nel pomeriggio un'offensiva della polizia: 31 persone sono state arrestate in un'operazione che ha portato al sequestro di una notevole quantità di armi, munizioni ed esplosivo del tipo usato nelle miniere. Non è chiaro se fra gli arrestati di ieri vi sia quell'uomo bianco che alcuni testimoni hanno visto scendere dall'auto che è poi esplosa nel parcheggio dell'aeroporto di Johannesburg, proprio davanti al terminal dei voli internazionali. L'esplosione ha mandato in frantumi la vetrata d'ingresso e provocato ingenti danni all'edificio dell'aeroporto e alle macchine circostanti. Nell'atmosfera di panico che ne è seguita, centinaia di persone sono state evacuate mentre continuavano ad arrivare ambulanze. I voli internazionali sono stati sospesi per alcune ore e l'area interessata è stata chiusa al pubblico. Unanime la condanna per il gesto terroristico. L'arcivescovo anglicano Desmond Tutu, premio Nobel per la pace, ha detto: «Sono pazzi. Non c'è modo di fermarli. E' opera di vigliacchi». Sabato e domenica tre esplosioni avevano ucciso 21 persone e ferito altre 157. Fra i 31, arrestati principalmente nelle roccaforti dell'estrema destra di Rustenberg e Ventersdorp nel Transvaal, fi¬ gurano un poliziotto, un riservista della polizia e numerosi appartenenti all'Afrikaner Weerstandsbeweging (Awb) di Eugene TerreBlanche, leader dell'estrema destra bianca. Ma l'attentato non ha spaventato gli elettori. Il flusso ai seggi è infatti decisamente superiore alle previsioni. Tanto che in serata anche TerreBlanche si è arreso ed ha annunciato che domani voterà. A Soweto, la megalopoli nera alle porte di Johannesburg, file di oltre un chilometro si sono formate fin dalle prime ore del mattino dinanzi ai seggi elettorali. Uomini, donne soprattutto giova¬ ni, si sono pazientemente seduti per terra o su piccole sedie e quelli che non votavano per non aver raggiunto i 18 anni, hanno provveduto a rifornire di cibo e bevande chi attendeva il suo turno per esprimere, per la prima volta, il proprio diritto. A Città del Capo e dintorni decine di migliaia di persone hanno atteso pazientemente sotto una pioggia fredda di poter votare. Nel sobborgo nero di Alexandre, alla periferia Nord di Johannesburg, la folla di votanti era talmente alta che le autorità municipali hanno inviato alcuni autobus per portare elettori neri nei seggi di quelli che erano i quartieri bianchi di Rosebank, Illovo e Melrose. I nuovi arrivati sono stati accolti con offerte di cibo e bevande da elettori bianchi che, muniti di seggioline, libri e radio portatili, si erano messi in fila fuori dei seggi. Infine in Ciskei, a Sud della provincia orientale del Capo di Buona Speranza, elettori innervositi dalla lunga attesa hanno scardinato la porta di un seggio pur di poter esercitare il loro diritto. Anche i 60.000 italiani residenti nel Paese partecipano in modo massiccio al voto. [e. st.] i dal voto e Mangosuthu Buthelezi Da sinistra Nelson Mandela, Frederik De Klerk e Mangosuthu Buthelezi

Luoghi citati: Città Del Capo, Sud Africa, Sud Africa Buthelezi