Il suo mito era Marlowe
Il suo mito era Marlowe Il suo mito era Marlowe Luci e ombre di una carriera «a rischio» FEDELISSIMO ASCALFARO IN 7 anni ha offerto le sue dimissioni almeno 4 volte. E in una decina di altre occasioni sono stati i suoi avversari di turno a chiedergli di andarsene. Ma lui, Vincenzo Parisi, è ancora in sella. Dalla sua poltrona di capo della polizia, ha assistito alla fine della prima Repubblica e adesso guarda, con un po' di ansietà, all'inizio della seconda. La sua, non è stata una carriera tranquilla. Gli piace attribuire la colpa di tutti i suoi «guai» a Raymond Chandler, l'autore di Marlowe, e alla passione giovanile per i gialli, che lo ha indotto a diventare un poliziotto. Con le sue due lauree (e con i buoni appoggi della famiglia), avrebbe potuto scegliere una carriera meno movimentata. Oggi Vincenzo Parisi ha 64 anni e alle spalle molti successi. Ma anche alcuni dei periodi più delicati e oscuri della nostra storia recente. Si è fatto le ossa come commissario nelle questure di mezza Italia. Poi, nel 1980, è approdato al Sisde. Vi è rimasto per 7 anni, gli ultimi 3 come direttore. Sono stati Craxi e Scalfaro a nominarlo capo della polizia. Nel 1987.1 primi «inviti» alle dimissioni sono stati pronunciati a Palermo nell'estate dell'88, dopo una clamorosa dichiarazione sugli in¬ trecci tra mafia e politica. Poi, è stata un'escalation. Polemiche nell'89 per una circolare ai prefetti sul pericolo di attentati. Accuse ai giudici siciliani, nel '90, per le «assoluzioni facili». Accuse, nel '91, al procuratore di Palermo Giammanco («i veleni del tribunale fanno il gioco della mafia»). Scandalo, nel '92, per il falso golpe «inventato» da Ciolini. E poi la diatriba sulla liberazione del piccolo Faruk in Sardegna. Ecco, è stato il '92 il suo anno nero. Con gli agguati a Falcone e Borsellino. Con le contestazioni degli agenti di scorta. Con le monetine ai funerali. E, a dicembre, con la sua difesa di Contrada, un «fedelissimo», arrestato per connessioni con la Piovra. Se avesse accettato di andarsene allora, si sarebbe risparmiato le accuse di inefficienza per le stragi dell'estate del '93. Ma non avrebbe comunque evitato di rimanere coinvolto nell'«affaire Sisde», esploso alla fine del '93 e che lo ha visto sotto inchiesta nel gennaio del '94. Una bomba ad orologeria il cui effetto d'urto è tutt'altro che esaurito. Lui, il dottor Vincenzo Parisi, ha fatto fronte a tutto. Chissà cosa succederà, adesso, con l'avvento della seconda Repubblica. Silvano Costanzo
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