«Così pagai le tangenti a Tognoli e Pillitteri»

«Così pagai le tangenti a Tognoli e Pillitteri» Milano, il racconto in aula dell'ex direttore Aem «Così pagai le tangenti a Tognoli e Pillitteri» MILANO. «Tra il 1985 e il 1989 diedi 350 milioni a Tognoli, 300 a Pillitteri, 100 a Giuncaioli, 50 all'allora assessore comunale Alfredo Mosini». Lo ha detto ieri nella sua deposizione davanti al tribunale l'ex direttore generale dell'Aem (Azienda energetica municipale), Augusto Scacchi. Alla quinta sezione penale è, infatti, cominciata la fase dibattimentale del processo per gli episodi di corruzione avvenuti in seno all'Aem e che determinarono, tra il 1985 e il 1991, il pagamento di tangenti per circa 11 miliardi. Dalla causa la maggior parte degli imputati è uscita attraverso i riti alternativi (patteggiamento o giudizio abbreviato) applicati dal Gip o dallo stesso tribunale nelle precedenti udienze. Il processo pubblico riguarda ora 13 persone tra cui gli ex parlamentari Pillitteri e Tognoli (ex sindaci psi di Milano), Massari (psi) e Resta (msi), l'ex assessore comunale Giuncaioli (psdi) e l'ex segretario ammini¬ strativo del psi Ducrocchi. Buona parte dell'udienza di ieri è stata dedicata alla deposizione di Augusto Scacchi, già condannato a 5 anni di reclusione con il rito abbreviato. Scacchi, rimasto al pretorio per oltre cinque ore, ha confermato di avere fatto da «distributore» per una parte della tangente da 3 miliardi pagata dall'Ansaldo. «Come e dove ha pagato le somme?» ha chiesto il pm Colombo. «In contanti, portando ai destinatari il denaro in buste. A Pillitteri lo diedi nel suo ufficio, in Comune, a Tognoli nel suo studio privato di via Olmetto». Rispondendo alle domande del pm, Scacchi ha detto di essersi adeguato ad un sistema in vigore allorché fu nominato direttore generale, mentre Tognoli era sindaco. «Perché diede 300 milioni a Pillitteri?» ha chiesto colombo. «Non nascondiamoci dietro ad un dito - è stata la risposta -. Era un personaggio politico locale e nazionale». [Ansa]

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