La sinistra si strani e la destra vinse di Irene PivettiStefano BartezzaghiIrene Pivetti

Nell'anagramma del presidente della Camera Irene Pivetti il suo credo: tenetevi i preti Nell'anagramma del presidente della Camera Irene Pivetti il suo credo: tenetevi i preti La sinistra si strani e la destra vinse IL Nuovo che Avanza eccolo qua. Quanto l'abbiamo aspettato! Sembrava dover arrivare da sinistra, ma poi si strani, e provenne dalla destra (regione politica la cui strade portano infallibilmente a Roma). Per l'anagramma, che è il nostro metodo politologico perferito, la Seconda Repubblica ha in sé una certezza fondamentale: il capobanda è Berlusc. E' vero che c'è un'abbreviazione. Ma non sarà difficile ricostruire l'identità del nuovo leader. Tanto più che le scelte elettorali e le consultazioni del Capo dello Stato hanno poi confermato il verdetto dell'anagramma: e l'incarico di formare il governo è andato proprio a Berlusc, ovvero Berlusconi (Presidente incaricato: pace ai centro-destrini). Non c'è bisogno di presentarlo: Silvio Berlusconi è quell'imprenditore che si è dato alla poli¬ tica perché stanco di subire sol vincoli: lacci e lacciuoli che imbrigliavano la sua e le altrui attività. Erano legacci insopportabili, roba da socialismo reale: addirittura vincoli belnrussi, a suo dire. Le cose andranno diversamente in questa seconda Repubblica: la Prima, per i nuovi governanti, era venuta fuori un po' troppo Palmira, e cioè con quei difetti che il popolo italiano mostra ormai di voler rigettare globalmente. Il primo e principale era il consociativismo, forma arcaica e leninista di convivenza (roba da incas o moscoviti). Il secondo difetto di fabbricazione era uno statalismo decorativo e uniforme (smaltatosi). Il terzo era la partitocrazia (porcata ti rialza)... Tutto sarà nuovo. In futuro, il liberismo non si farà inbolsire. Il federalismo non sarà la semifro- de paventata dai malfidati. In futuro, però. Perché intanto c'è da onorare la governabilità (ogni balla, verità), vecchia, simpatica consuetudine avanzata assieme al Nuovo. Non è l'unica delle consuetudini sopravvissute alla Repubblica-Palmira. Un po' vecchia è sembrata la bagarre per le elezioni delle presidenze parlamentari (Camera-Senato = scenate a Roma). Ne sono usciti vincitori la catto-leghista onorevole Irene Pivetti (tenevi ipreti) e il senatore Carlo Scognamiglio (che alcuni chiamano Carlino) eletto fra caos, clangori, mogli. Terza consuetudine superstite, i boatos del tradizionale totoministri. Molti nomi nuovi, e un dubbio antico: arrivano i nostri, ottimi? 0 compariranno i mostri tonti che abitano i migliori incubi? Quarta consuetudine: Marco Pannella. E' un toccasana o una catastrofe? manna? procella? Si dice infine che, una volta concluso il processo a Cusani (accusa, sospirone), al celebre pm andrà una poltrona ministeriale. E allora ad Antonio Di Pietro chiederemo: Interni à toi, dopo? E, vivaddio, ci scuserà il francese. Stefano Bartezzaghi Irene Pivetti. presidente della Camera

Persone citate: Antonio Di Pietro, Berlusconi, Carlino, Carlo Scognamiglio, Cusani, Irene Pivetti, Marco Pannella, Silvio Berlusconi

Luoghi citati: Roma