Il «pizzo» per un parcheggio

Giro d'affari di miliardi, pochi controlli, richieste che confinano con l'estorsione Giro d'affari di miliardi, pochi controlli, richieste che confinano con l'estorsione Il «pizzo» per un parcheggio Tra gli abusivi di Porte Palatine e piazzale Fusi Parcheggiatori italiani o extracomunitari, a tempo pieno e part-time, con sorrisi e con minacce. La Torino su quattro ruote è sempre più vessata da un fenomeno che sembra incontenibile e appare sempre più sfrontato. A La Stampa sono arrivate, nei giorni scorsi, due accorati appelli: Porte Palatine e piazzale Valdo Fusi, i punti più caldi. Siamo andati a vedere. Piazza Cesare Augusto e via Porte Palatine: 70 posti, privi di vincoli, vengono familiarmente gestiti da una coppia di abusivi, padre e figlio. Usano una certa inventiva, dalle 7 del mattino. A quell'ora l'area è quasi vuota. Sono occupati al massimo una ventina di posti: le auto di chi abita nei paraggi ed è ancora a casa. Padre e figlio hanno nelle vicinanze alcune vetture a loro disposizione. Le sistemano trasversalmente nel parcheggio: con cinque auto (un Voyager, due 127, una Uno ed una A 112) ieri mattina riuscivano ad occupare una quindicina di spazi. Poi iniziano ad accogliere gli automobilisti nel modo tradizionale, riempiendo i parcheggi vuoti. Verso le 8 si comincia a manovrare con le «auto civetta»: quando arriva un «cliente convenzionato» gli abusivi ritirano l'auto con tanto di chiavi e poi si incaricano di sistemarla negli spazi prima occupati dalle cinque vetture segnaposto. Intanto cominciano ad andarsene gli abitanti del quartiere. Gli abusivi li accolgono con grandi sorrisi, ricambiati, perché esiste un tacito accordo secondo il quale chi abita in zona e «libera» il posto verso le 88,30 ha poi diritto a riottenere un parcheggio quando si ripresenterà nel tardo pomeriggio. Intorno alle 9 è il caos: decine di vetture vengono lasciate in seconda fila, le chiavi nel cruscotto, da impiegate (le donne sono almeno l'80% della clientela) che fuggono verso i loro uffici o da chi va a far la spesa al mercato. I due parcheggiatori, con mille manovre, riescono a sistemarne un buon numero. Poi, disturbati dalla presenza di giornalista e fotografo, si ribellano: il più anziano ottiene l'immediato intervento della polizia del posto fisso di Porta Palazzo. Gli agenti gentilmente ci chiedono i documenti ed il motivo delle fotografie. All'abusivo niente. L'uomo continua a lamentarsi: «Sono qui da dieci anni, faccio un favore a questa gente. Sarei andato a lavorare, avessi trovato un posto». Confessa di non avere mai cercato seriamente un'assunzione: «Se Il presidente della Confindustria di fronte al pubblico dei MartedìSera trovo un lavoro solo per un mese o due, poi mi ritrovo sul lastrico, perché i marocchini sono velocissimi ad impadronirsi dei parcheggi "incustoditi"». Non vuole dire quanto guada¬ L'invadenza dei posteggiatori abusivi in piazza San Giovanni gna. Comunque non poco. Accanto agli automobilisti occasionali (che pagano le solite mille lire) ci sono gli abbonati che hanno diritto agli spazi «prenotati» con le vetture segnaposto. Questi non pagano giornalmente, ma ogni mese, sino a 70-100 mila lire. «Non è molto» spiega Giovanna, una cliente. «Una multa in zona di rimozione costa 100 mila lire. E qui piovono tutti i giorni». Dalla gestione-familiare delle Porte Palatine a quella internazionale di piazzale Valdo Fusi, che propone una curiosa commistione Aci-magrebini. Una fase è regolamentata elettronicamente dall'Aci: si ritira un ticket all'ingresso, si salda all'uscita, con tessere a scalare o tagliando prepagato. L'altra è appannaggio dei nordafricani, che popolano l'area. Ieri mattina ne abbiamo contati 22. Si sbracciano per indirizzare gli automobilisti verso i posti liberi poi lanciano un «buongiorno amico» tanto cordiale che finisce col destare qualche apprensione. Così la maggioranza del clienti paga il sovrapprezzo in fazzolettini o deodorante per auto (minimo 2000 lire, massimo 5000) oppure le consuete mille lire. Pochi restano insensibili alle loro premure. Il perché lo spiegano i taxisti del vicino parcheggio: «Più di una volta chi non sborsa nulla si trova una riga sulla portiera. Per una protesta contro l'eccessiva invadenza è già successo di scoprire al ritorno una gomma forata». E polizia, carabinieri, vigili urbani? La polizia s'è vista all'opera alle Porte Palatine, quando ha controllato fotografo e giornalista; i vigili urbani lasciano qualche multa alle macchine in seconda e terza fila, anche quando a vegliare è un abusivo. Ma la battaglia dovrebbe essere combattuta altrimenti, con sanzioni contro l'esercizio abusivo di mestiere e l'occupazione abusiva di suolo pubblico (con le «auto segnaposto»). Anche se, almeno in piazzale Valdo Fusi, il ricatto con la minaccia (tacita) di una riga sulla carrozzeria potrebbe definirsi estorsione. Angelo Conti Venditori in piazzale Valdo Fusi. In alto il vicecomandante dei vigili, Sergio Zaccaria te digitali». Molti anni fa chi non pagava le sanzioni pecuniarie non rischiava solo il pignoramento dei beni, ma anche il carcere: «Ricordo che, negli Anni Sessanta, a cinquemila lire di sanzioni non pagate corrispondeva un giorno di galera. Oggi non è più così». La sola punizione «pesante» può arrivare per l'automobilista se consegna al posteggiatore le chiavi della vettura. Molti abusivi non hanno la patente: se vengono sorpresi alla guida, l'auto del «cliente» viene sequestrata, [g. f,]

Persone citate: Angelo Conti, Sergio Zaccaria