Tutti i colori del cinema ritrovato

Tutti i colori del cinema ritrovato Tutti i colori del cinema ritrovato «Harakiri» di Lang e «Downhill» diHitchcock BOLOGNA. La storia del cinema, oggi, ò soprattutto storia di scoperte e restauri, rivalutazioni e riconsiderazioni di interi periodi. Film considerati perduti tornano alla luce, opere note in edizioni monche riacquistano la loro bellezza primigenia, autori sconosciuti diventano famosi. E' tutto un fiorire di ricerche appassionanti che, in vista del prossimo centenario della nascita del cinema, stanno dando i loro frutti in una lunga serie di manifestazioni, mostre, festival, che ci aspettano per i prossimi mesi. In attesa dell'appuntamento annuale di Pordenone in ottobre - punto di riferimento mondiale delle nuove scoperte e restauri -, ecco già annunciato il programma retrospettivo di Pesaro in giugno, dedicato a cent'anni di «cinema nuovo», e quello di Bergamo a luglio, che si apre con «Moulin Rouge» di Dupont, un film del 1928 re¬ centemente scoperto e restaurato dal British Film Institute di Londra. Ma ecco soprattutto l'ottava edizione della rassegna «Il cinema ritrovato», che è stata anticipata da novembre a aprile e si apre oggi a Bologna con uno spettacolo di «precinema», dalle lanterne magiche al Teatro ottico di Reynaud, che affianca la grande mostra ideata da Gianpiero Brunetta e Carlo Alberto Minici Zotti, «Geografia del precinema», con materiali provenienti dai principali musei d'Europa, fra i quali, in primo luogo, quello di Torino. Insomma anche Bologna, da parecchi anni ormai, è diventata una delle capitali del cinema riscoperto, restaurato, fatto vedere come si deve, cioè come lo si vedeva allora, quando il cinema era muto ma accompagnato dalla musica in sala. In edizioni complete, filologicamente ricostruite, a volte con i colori ori¬ ginali e l'originale partitura musicale. Un nuovo modo di vedere i film del passato, un nuovo amore per la storia del cinema, un'autentica rivoluzione nel rapporto spettacolare tra film di ieri o di oggi. E in questo nuovo rapporto, quelle opere considerate vecchie e inattuali, pallidi esempi d'un cinema tramontato, riacquistano la loro forza drammatica, il loro splendore figurativo. Si pensi alla nuova versione del «Gabinetto del dottor Caligari» di Robert Wiene, il classico dell'espressionismo cinematografico, ricostruita dalla Cineteca Belga, o alle duo versioni di «Mater dolorosa» di Abel Gance, quella del 1917 e quella del 1926, anch'esse ricostruite dalla stessa cineteca. Ma si pensi, soprattutto, al lavoro paziente sul colore, condotto dal Nederlands Filmmuseum e dalla Cineteca di Bologna, per restituirci le nuove edizioni di

Persone citate: Abel Gance, Caligari, Carlo Alberto, Dupont, Gianpiero Brunetta, Mater, Moulin, Reynaud, Robert Wiene, Zotti

Luoghi citati: Bergamo, Bologna, Europa, Londra, Pesaro, Pordenone, Torino