E il maître-à-penser disse «Affacciamoci alla finestra...»

E il maìtre-à-penser disse «Affacciamoci alla finestra...» E il maìtre-à-penser disse «Affacciamoci alla finestra...» sui muri e sulle metropolitane, intanto che mi chiedevo in che film avevo già visto quella scena mi accorgevo che rimanevo lì, non cambiavo canale, non spegnevo, niente. Fino alla fine, affacciati alla finestra amore mio, per te da questa sera ci son io. Fino alla fine, me la sono bevuta, e non ho mica sedici anni, io. Non ho mica sedici anni, io, è anche la cosa che ho pensato quando sono entrato al Palasport, l'altra sera, per andare a vedere cosa diavolo era successo, e mettermi sotto il palco, e guardare Jovanotti da fi, per capire, già che qualcosa da capire, evidentemente, c'era. Non ho mica sedici anni eppure la prima cosa che mi è passata per la mente, dopo averlo visto salire sul palco e buttarsi a capofitto dentro il suo concerto, è stata: Cecchetto aveva ragione. E' incredibile cosa ti può capitare di pensare, nella vita. Cecchetto ha ragione. Questa non me la sarei mai aspettata. Il concerto di Jovanotti è un tunnel ritmico che scava sotto la terra delle settemila vite dei settemila presenti, e là sotto stampa nel buio storie dopo storie, con la scrittura magnetica e fluorescente del rap. Testi e musica fanno la loro parte: il resto che è il più, lo fa lui, Jovanotti. Un talentacelo, c'è poco da dire. Funambolico folletto che annulla il

Persone citate: Cecchetto