Volponi

Volponi Volponi «E un lusso eccessivo Chi può, resti nella lotta» EA mia torre d'avorio, quando scrivevo Memoriale, era un gradino nel mio giardino di Ivrea: stavo lì ore e ore. Corporale è nato praticamente su una terrazza. Neppure ora ho una vera torre d'avorio. Se dovessi proprio indicarla direi il letto: mettersi di fronte alla pagina è un'operazione così complessa, ho bisogno di un luogo comodo, disponibile, accogliente, protettivo, docile, che offre un senso di regressione e insieme di potenziamento di sé...». Paolo Volponi non è in perfetta salute, ma non rinuncia alla passione civile: «No, non credo che nessuna torre d'avorio ci sia concessa. Chi può continui a stare nella lotta, credo che oggi uno debba ren¬ che dice sui giornali una cosa strana. Dice che Jovanotti è uno con la testa, e che tempo dieci anni ce lo saremmo trovati a fare il maitre à penser. Era talmente grossa che mi ci son fermato su. Non è che Cecchetto sia propriamente uno dei miei punti di riferimento ideologici, ma il tono con cui staccava quella paradossale profezia era strano: si sentiva che lo diceva con disappunto, si sentiva che ne avrebbe volentieri fatto a meno di un Jovanotti intelligente, ma doveva arrendersi all'evidenza. Sembrava uno a cui si era rotto il giocattolo. Ti veniva da credergli, insomma. Poi, un altro giorno, finisco davanti al Videomusic e mi bevo tutta la Serenata rap, Affacciati alla finestra amore mio, Jovanotti e altri quattro sospesi nel vuoto a trenta metri d'altezza, in mezzo ai casermoni di una qualche periferia agghiacciante, Amor che a nullo amato amor perdona porco cane lo scriverò dersi conto di quello che succede e debba buttarsi. Anch'io sto cercando un tema per dire la confusione che ci travolge, sarebbe la mia più grande ambizione, se la salute me lo permetterà. Dovrei trovare due o tre personaggi emblematici dell'omologazione, della soggezione alla tv, personaggi sbalorditi, travolti da una vittoria, quella di Berlusconi, avvenuta non nel marzo scorso con Forza Italia, ma sette, otto anni fa mentre la nostra sinistra era sempre più disordinata, incapace di uscire dagli schemi, con un'idea vecchia della politica come propaganda, una sinistra che deve rimettersi a studiare la realtà sociale... No, l'intellettuale non può stare alla finestra, non ci è mai stato...».

Persone citate: Berlusconi, Cecchetto, Paolo Volponi

Luoghi citati: Ivrea