L'aereo della discordia di C. F.

I/aereo della discordia I/aereo della discordia Anni di incidenti e di feroci polemiche una mossa sbagliata, pilota automatico disinserito e la vertiginosa caduta è costata la vita a 75 persone. Per il modello A-320, gioiello elettronico dell'industria aeronautica francese, il coro di condanne risale a un suo volo dimostrativo. E' il 26 giugno '88, 136 invitati a bordo nei cieli di Mulhouse, in Alsazia. L'Airbus in fase di atterraggio striscia un bosco, ma non si incendia. Il bilancio 6 di 3 morti e 20 feriti. «Un errore di pilotaggio». E in Francia si rincorrono accuse e difese. Nel giorno di San Valentino del '90 altra replica di morte, sull'India; rotta perfetta, tempo e visibilità buoni. Nell'incidente muoiono 91 dei 146 occupanti. L'aereo aveva appena 366 ore di volo. Principale indiziato, l'elettronica di bordo. «Non si tratta di inaffidabilità tecnica, quanto del difficile rapporto tra macchi¬ na e pilota», sentenziarono gli esperti. In pratica, spiegarono che alla base dell'incidente c'era un errore umano, anche se dovuto a un difetto di intervento sul ruolo del computer di bordo. La paura e lo scetticismo dei piloti dell'Air India ebbero la meglio, e durante l'inchiesta gli A320 rimasero a terra. Strasburgo, 20 gennaio '92: nebbia, uno schianto, l'esplosione. L'Airbus dell'«Air Inter» partito da Lione viene inghiottito dai boscosi Vosgi mentre l'aereo si abbassa verso lo scalo finale. Seguono due ore di agonia nella neve. Le vittime sono 87. Anche in questo caso la responsabilità è attribuita ad un errore umano. Ma un comandante ribatte: «Ci sono delle difficoltà ad adattarsi alla nuova tecnologia». A inizio febbraio le compagnie francesi Air Inter e Air France sospendono gli atterraggi degli A-320 che si avvalgono di determinate strumentazioni. La decisione non ha nulla a che vedere con il disastro di Strasburgo: pare che il comandante di un altro Airbus in avvicinamento a Bordeaux si fosse accorto di uno scarto tra la posizione effettiva del jet e la rappresentazione fornita dal computer di bordo. Dopo la strage francese, comunque, l'aviazione civile riabilita al volo gli aerei del modello precipitato. E ancora, l'elenco «maledetto» continua: in Nepal, nel settembre '92, in fase di atterraggio a Katmandu, 167 persone, dieci italiani, nessun superstite. A Varsavia, nel novembre '93 un A-320 della Lufthansa si schianta fuori pista e si incendia: 2 morti. L'A-300/600 caduto ieri a Nagoya è il primo esemplare di questo modello coinvolto in un incidente. [c. f.]