Airbus in picchiata sulla pista 261 morti

Dieci superstiti, nessun italiano a bordo. I testimoni parlano di tre esplosioni prima del rogo Dieci superstiti, nessun italiano a bordo. I testimoni parlano di tre esplosioni prima del rogo Airbus in picchiata sulla pista, 261 morti Strage su un jet taiwanese in Giappone TOKYO. Un «Airbus a-300600» della compagnia di Taiwan «China Airlines» si è schiantato ieri sera in fase di atterraggio, incendiandosi, sulla pista dell'aeroporto di Nagoya, nel Giappone centralo, per un probabile guasto ai motori, t'incidente potrebbe però anc. j essere stato causato dal cosiddetto «windshear», un'improvvisa corrente d'aria discendente di eccezionale violenza. I morti ufficialmente riconosciuti sono al momento 253, 8 i dispersi, mentre i sopravvissuti sarebbero soltanto dieci. A bordo c'erano 15 membri d'equipaggio e 256 passeggeri, in maggioranza giapponesi e cinesi. Sulla lista uei passeggeri non risultavano cognomi italiani. L'Airbus era partito da Taipei alle 17,53 (le 10.53 in Italia). Lo schianto sulla pista di Nagoya è avvenuto alle 20,15 locali. Le fiamme hanno avvolto immediatamente l'aereo e i vigili del fuoco, subito accorsi con 55 automezzi, hanno impiegato oltre mezz'ora per domarle. «L'aereo stava scendendo regolarmente - ha detto un testimone oculare - improvvisamente ha piantato il muso, ho visto un motore in fiamme e poi 10 schianto sulla parte meridionale della pista». Un funzionario del ministero dei Trasporti ha riferito che pochi minuti prima dello schianto 11 pilota aveva comunicato che intendeva rinunciare alla prima manovra di atterraggio per tentarne una nuova, senza spiegare la ragione del ripensamento. Secondo il portavoce delle «China Airlines» Chang Tai Hsih, l'ala destra dell'«Airbus» ha toccato terra poco prima dello schianto. Chang non è stato in grado di fare commenti alle notizie secondo cui l'aereo aveva già avuto problemi ai motori; per questa ragione i passeggeri sarebbero stati fatti scendere e risalire a Taipei prima del decollo. Un impiegato dell'aeroporto ha detto di aver sentito tre RUSSIA Il primo industriale d esplosioni prima di vedere «un inferno di fiamme avvolgere il velivolo». Le squadre di salvataggio, per raggiungere le persone intrappolate tra le lamiere incandescenti, hanno anche scavato un tunnel sotto la pista fino alla carlinga dcll'«Airbus». La televisione ha rilanciato immagini impressionanti dal luogo della sciagura nelle quali si vede l'intero aereo praticamente disintegrato. Una fonte aeroportuale ha confermato il recupero della scatola nera dell'aereo, un elemento importantissimo per chiarire le circostanze e le cause del disastro. Il bireattore «Airbus A-300600» è il primo grande aereo civile costruito in Europa nel dopoguerra e il primo in assoluto del tipo «wide-body», cioè a fusoliera larga. Nella versione base ha una capacità di 330 passeggeri. Il modello è lungo quasi 54 metri e ha un'apertura alare di quasi 45; il peso massimo al decollo è di 165-170 tonnellate. E' costruito da un consorzio europeo («Aerospatiale» francese, «Mbb» tedesca, «British Aerospace» e «Fokker» olandese). Ha fatto il primo volo nel maggio 1974. Quello precipitato a Nagoya aveva poco più di tre anni di vita: era stato consegnato alla «China Airlines» il 29 gennaio del 1991 ed aveva accumulato 8500 ore in 3910 voli. Sono numeri che fanno considerare praticamente nuovo un aereo di questa classe. Per di più l'aereo era un «A-300-600», l'ultimo e più sofisticato modello della serie «A-300». Finora sono stati consegnati 164 esemplari di «A-300-600» a 18 compagnie. In totale questi bireattori hanno effettuato 846.000 voli per un totale di un milione e 681 mila ore con una affidabilità tecnica (nel 1993) del 99,2 per cento. L'aereo di Nagoya è il primo esemplare di questo modello ad essere coinvolto in un incidente, a parte i due distrutti a terra a Kuwait City in occasione dell'invasione irachena. [Agi-Ansa] ella lista è al decimo p TRA ACCUSE E MALEFICIO SENZA paura». Attenzione, chi in questi giorni evita accuratamente di andare a vedere «Fearless», il film di Peter Weir che con terribile realismo punta la cinepresa su un disastro aereo e sui suoi due sopravvissuti, potrebbe a questo punto cadere vittima della sindrome Airbus. Sindrome che nel mondo, in questi ultimi anni, conta già parecchi precedenti. E un lungo elenco di polemiche. L'ultima sciagura, non più tardi di un mese fa, in realtà occupa un capitolo a parte. Si potrebbe pensare a una specie di maleficio che perseguita senza sosta gli aerei che portano questo nome. L'incidente che ha coinvolto l'Airbus dell'Aeroflot russa precipitato in Siberia si è rivelato una tragica beffa: al comando del velivolo c'erano i figli adolescenti de) comandande. Lezione di volo fuori programma, posto, tra i neo-magnati l'oculista Fiodorov Tornado in Texas 9 vittime a Dallas Scavato un tunnel sotto l'asfalto per entrare nel relitto in fiamme Le fiamme sono spente da poco I soccorritori intorno al relitto

Persone citate: Fiodorov, Peter Weir