Forza Italia e An, no all'Onu di Andrea Di Robilant

L'AVANCE L'AVANCE DI KOFI ANNAN Forzo Italia e An, no all'Onu «Non mandiamo Caschi blu allo sbaraglio» ROMA. Caschi blu italiani in Bosnia? Le Nazioni Unite devono rafforzare subito il contingente Unprofor e si fanno di nuovo avanti. Ma la reazione della nuova maggioranza è freddissima e il futuro governo promette di essere tutt'altro che disponibile nei confronti di una richiesta formale da parte di Boutros Ghali. Dal Palazzo di Vetro Kofi Annan, il vice di Boutros Ghali per le operazioni di pace, fa sapere che appena sarà formato il nuovo governo chiederà all'Italia di fornire caschi blu per la missione in Bosnia, mettendo fine alla prassi che vieta l'usrdi soldati da parte di Paesi confinanti all'area di crisi. E' dall'inizio di marzo, quando i britannici suggerirono per primi una partecipazione dell'Italia, che l'Onu è in contatto con la diplomazia italiana e lavora sull'ipotesi di una richiesta formale. Il governo Ciampi non ha incoraggiato queste avances - le reticenze sono venute più dalla Difesa che dalla Farnesina - ma è probabile che il futuro governo si mostrerà più ostile all'idea. Il generale Luigi Caligaris, consigliere di Berlusconi per le questioni militari e capolista di Forza Italia nel Nord-Est alle prossime elezioni europee, dice che «dovremmo rispondere di no» a una richiesta Onu soprattutto per carenza di mezzi e di uomini. «I nostri blindati non sono idonei per le operazioni in Bosnia e ci mancano i giovani quadri militari da mandare in un teatro come quello». Ma Caligaris, che è stato in Bosnia di recente, è convinto che ci sono anche motivi politici per non mandare soldati italiani. «Non abbiamo amici tra gli sloveni, tra i croati e forse neppure tra i serbi, che tutto sommato sono quelli che ci vogliono meno male. Per gli in¬ glesi è diverso: vengono da un altro pianeta rispetto alla realtà locale e sono molto rispettati come militari». Alleanza nazionale esprime simili timori. «Abbiamo detto chiaramente che non manderemo soldati italiani allo sbaraglio. Un sì dell'Italia potrà venire solo di fronte al consenso di tutte le parti in conflitto», dice Mirko Tremaglia, responsabile esteri di An. «E francamente non vedo in nessuna delle tre parti uno spirito di grande amore nei confronti dell'Italia. Del resto ne abbiamo avuto la prova con l'abbattimento prima dell'elicottero italiano e poi dell'aereo da trasporto G-222». Delle tre maggiori forze di governo la Lega è quella più disposta a raccogliere un'eventuale richiesta dell'Onu. «In linea di principio saremmo favorevoli», dice Christian Monti, responsabile esteri del Carroc¬ placare i nazionalisti cio. «Ma siamo anche consapevoli che la ex Jugoslavia è proprio dietro l'angolo e a questo punto, in assenza di una richiesta formale da parte delle Nazioni Unite, preferiamo non sbilanciarci: la Lega è cauta e attende». Dietro a tanta reticenza da parte della nuova maggioranza c'è anche la consapevolezza, per dirla con il generale Caligaris, «che l'Italia non è un Paese educato a veder morire i suoi soldati di leva. Ogni uccisione provocherebbe un clamore fortissimo nella nostra società». In Bosnia, aggiunge Caligaris, chi non vuole la presenza dei caschi blu «cerca di colpire le forze che da questo punto di vista sono più vulnerabili. I soldati italiani diventerebbero subito bersagli eccellenti. Di questo non c'è alcuna necessità». Andrea di Robilant GRAN BRETAGNA WW Mons. Graham Léonard è sposato. Auguri dal capo della Chiesa anglicana