«Un miliardo a chi uccide l'avvocato»

«Un miliardo a chi uccide Vavvocato» «Un miliardo a chi uccide Vavvocato» MILANO. Un biglietto minatorio è stato fatto recapitare ieri mattina poco prima della ripresa della 50a udienza del processo Cusani all'avvocato Giuliano Spazzali che lo ha letto in aula. «Vi è un miliardo di scommessa - si legge nel biglietto per uccidere l'avvocato Giuliano Spazzali in diretta tv se non chiede pubblicamente scusa per le invettive lanciate a Di Pietro. Con risentimento». Le invettive cui si accenna nel messaggio inviato al legale sono quelle registrate nel corso di una delle ultime udienze del dibattimento. Invettive per le quali l'avvocato Giuliano Spazzali chiede ironicamente ma prontamente scusa al pubblico ministero che gli siede di fronte. «Le chiedo scusa - dice l'avvocato - anche se ritengo che non ce ne sia bisogno perché sono profondamente convinto che ciascuno di noi sia rispettoso del proprio ruolo e di quello dell'altro». Di Pietro, da parte sua, ha detto di aver ricevuto anche lui due lettere anonime e Spazzali, prendendo spunto dalla lettera, ha spiegato che tra lui e il pubblico ministero non c' è nessuna discordia ma che ognuno svolge il proprio ruolo. A questo proposito il presidente Giuseppe Tarantola ha spiegato: «Forse sul ruolo delle parti nel processo dovrebbero spiegare meglio i giornalisti». [Ansa]. - polemizza Spazzali - chi non ci avrebbe creduto?». L'avvocato annuncia poi che querelerà quel Leo Porcari, autodefinitosi «l'ombra di Gardini», il quale aveva parlato di un «raffreddamento» dei rapporti tra Gardini e Cusani fin dal novembre '90. Altro che ladro... Spazzali rivendica un ruolo di lealtà per Cu¬ sani: ((Altro che ladro - dice rivolto a Di Pietro -, altro che traditore, e tanto meno della giustizia. Perché siamo gli unici ad avervi detto: i conti sono così; nessun altro lo aveva detto, e non perché non lo sapeva». Professionista che non ha tradito il mandato secondo Spazzali - e che non si è indebitamente appropriato di al¬ cunché. A una rivendicazione di «lealtà morale» l'avvocato affianca anche una lunga disquisizione giuridica per sostenere in sostanza questo: «Per l'appropriazione indebita ci vuole l'abuso del possesso da parte del proprietario. Ma il proprietario era Montedison, che non sapeva di quella somma. Chi ha consegna¬

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