«Ma Cusani merita solo una multa» di Paolo Guzzanti

P^l L'avvocato dà del tu al pubblico ministero: non puoi caricare sull'imputato tutti gli orrori P^l L'avvocato dà del tu al pubblico ministero: non puoi caricare sull'imputato tutti gli orrori «Ma Cusani merita solo una multa» Spazzali attacca Di Pietro: hai esagerato MILANO. «E' la montagna che partorisce il topolino»: così l'avvocato Giuliano Spazzali ha definito l'esito che, a suo avviso, dovrebbe avere il processo. Per Sergio Cusani «una semplice multa» per violazione della legge sul finanziamento ai partiti. «So bene - dice - che una simile sentenza potrebbe provocare un'ondata di reazioni. Leggo di proteste contro le richieste del pm, e allora gli dico: l'hai voluto tu, è colpa tua». Si scusa per il «tu», Spazzali, ma prosegue, sempre rivolto a Di Pietro: «Hai caricato l'imputato di tutti gli orrori e una richiesta di sette anni, che per noi è un'enormità, sembra bassa». Domani l'avvocato concluderà la sua arringa che ieri ha sviluppato per ore, e con lunghe digressioni letterarie e giuridico-politiche, secondo quanto aveva già anticipato: il ridimensionamento del ruolo di Cusani, semplice pedina di un gioco assai complesso; l'inesistenza, o la «non perseguibilità» del reato di appropriazione indebita; la ricostruzione della vicenda Enimont dove una parte (quella pubblica) alla fine vince «con mezzi illegali» e l'altra parte (Gardini) «deve pagare pegno»; il sistema di finanziamento destinato non già «ai partiti» bensì ai singoli politici. Gallo tra i cavalli. Spazzali ricorda la storiella «molto inglese» del gallo che trova il pollaio chiuso, va a dormire nella stalla e quando i cavalli arrivano e si \ »» iiiiii m iiie iiii .... ■ ■ ■ ■ ■ L'«ANTI» DI PIETRO MILANO fanno largo a calci il gallo, che non sa che fare, esclama «signori, un po' di pazienza, o finiremo per calpestarci». «Questo è un po' il ruolo di Cusani», dice il legale. Gallo tra cavalli, oppure (altro esempio) «un semplice punto nel vasto universo Montedison», il cui vertice «aveva relazioni politiche vaste, complesse e durature nel tempo». A curarle non era certo il solo Cusani. Anche qui due esempi: il conto FF2927, gli ulteriori 14 miliardi in Cct passati per il Vaticano. «Quel conto a cosa vi fa pensare? - si chiede il legale - A me ad Andreotti; è un'opinione sociale, non giudiziaria». Stessa «opinione sociale» anche per i Cct: «Credo che siano rimasti in Vaticano». In entrambi i casi, comunque, Cusani non sapeva nulla: «Lui con Andreotti non aveva mai avuto rapporti, ma Gardini sì; e se pensiamo che quel conto ricompare nel '93...». E' in quell'anno che Cusani avrebbe dato a Gardini la rimanenza della «provvista»: 63 miliardi. «Se avessimo detto che era per Craxi LETTERA MSNATORIA to a Cusani il denaro erano Gardini, Sama, Garofano: cioè persone fisiche concorrenti con lui, secondo l'accusa, nel falso in bilancio». Un reato inesistente, quindi, «o quanto meno non contestabile». Quel futuro ministro. Spazzali ricostruisce la vicenda Enimont mettendo al centro il fermo L'imputato Sergio Cusani provvisorio delle azioni: «Un vero e proprio atto concussorio da parte dello Stato», lo definisce. «E possiamo pensare - aggiunge il legale - che un atto di quella portata sia stato deciso dal solo giudice Curtò?». La risposta è negativa: «Non sono pettegolezzi quelli che assicurano che un futuro ministro, legato ai vecchi partiti, aveva significativi legami con i vertici della magistratura milanese». Non fa il nome del «futuro ministro» l'avvocato Spazzali, come non chiarisce oltre quella frase lanciata lì sulla privatizzazione della Comit: «Probabilmente la procura di Milano se ne dovrà presto occupare». Sono elementi che contribuiscono a dare il quadro della vicenda Enimont «al centro di una serie infinita di equilibri economici, politici, istituzionali». In questo quadro, il finanziamento ai partiti. Non è una novità: «I gruppi economici hanno sempre pagato la politica», osserva Spazzali. Però c'è una differenza: era diventato un sistema «e Cusani ha semplicemente aiutato chi non poteva sottrarsi al pagamento». Ma, attenzione, in questo caso sono state «persone che hanno finanziato altre persone», e la legge prevede solo una multa. Una bella differenza con sette anni di carcere: domani deciderà il tribunale. Susanna Marzolla Citazioni forbite parabole, immagini metaforiche contro il computer ed ha fatto un buon numero pronunciando le antiche sigle degli organismi dei partiti d'un tempo, che erano tutte un cicciccì (commissione centrale di controllo), un ciccì (comitato centrale) ed ha dimenticato, per la completezza antologica, la cicciccì del ciccì del picciccicì, ovvero la commissione centrale di controllo del comitato centrale del partito comunista cinese. Per dire che i tempi cambiano e non si spostano più le masse ma i conti correnti. Pausa. Torniamo a Di Pietro. Ha la barba lunga perché è andato e tornato in macchina dal suo paese, Montenero di Bisacce, per trovare la mamma malata. Gli chiedo che effetto gli hanno fatto le critiche alla sua mite richiesta di 7 anni: «Io penso moltissimo a Cusani. Ce l'ho qui», e si porta una mano allo stomaco, torcendola in segno di sofferenza e angoscia, «perché quest'uomo rischia di passare anni e anni da un processo all'altro e poi di finire in galera e restarci per decenni. Io ho riflettuto tantissimo prima di fare la mia richiesta. L'ho ponderata. E devo dire che la sorte di Cusani è una delle cose cui penso di più: quel poveretto deve ancora farsi processare per questi stessi fatti un'altra volta, deve rispondere del reato di corruzione, ancora e da capo». E Cusani che fa? Gilet beige sotto una giacca di un blu elettrico, se ne sta tranquillo, o meglio composto, ma è angosciato anche lui. Nella pausa per la colazione viene assalito per strada dai fotografi che formano un plotone d'esecuzione. Non sa difendersi, quasi piange: «Se seguitate a fare così mi costringete a tornare indietro...». E i fotografi: «Se vuoi tornare in- dietro, tornaci, chi se ne frega». E' stata una scena triste. Spazzali lo affiancava e lo proteggeva, come un buon papà. Ma si vede che deve aver sofferto parecchio anche lui se nella ripresa pomeridiana ha perso l'aplomb ed ha pronunciato una parola che un uomo della sua finezza non dovrebbe neppure conoscere: megagalattico. Paolo Guzzanti

Luoghi citati: Milano, Montenero