Il cemento non si addice ai delfini e il pettegolezzo ai delusi

// cemento non si addice ai delfini e ilpettegolezzo ai delusi // cemento non si addice ai delfini e ilpettegolezzo ai delusi maldicenza sono diffusi. Purtroppo non c'è niente da fare. Probabilmente non c'è italiano che in qualche modo non sia oggetto di considerazioni poco piacevoli. Dispiace che quella signora se la sia presa tanto, perché l'unico modo per accettare certe realtà spiacevoli del nostro Paese è di non farci caso. Il pettegolezzo e la maldicenza, come l'insulto ecc., nascono dalla scontentezza, dall'insoddisfazione, dalla delusione. Le persone che si comportano in quel modo poco piacevole e poco socievole più che altro dovrebbero essere compatite e, se si può, aiutate. Naturalmente se ci si trova isolati, è bene starne alla lontana. Ma non è il caso di prendersela, per ora non si può fare niente. Consiglio a quella signora di farci sopra una bella risata. Qualche persona simpatica si trova sempre. Giovanna Carlin, Torino La dignità della politica Perché i giornali e i media dedicano tanto spazio a fatti che non sono che l'anticamera della politica italiana? Mi riferisco ai litigi dei politici, ai si dice, si prevede, si suppone, alle urla di Tizio e ai pareri di Caio: il tutto con grandissimo spazio, sia sulla carta stampata, sia alla televisione. In particolare sulla carta stampata; io accuso i giornali e la televisione di registrare talora fatti politicamente irrilevanti, di creare l'opinione pubblica sui si dice e si prevede, di star ad origliare dietro le porte dei politicanti, di creare, così facendo, dei personaggi-fantasma o di fare pubblicità gratuita a questo o a quell'altro movimento, soprattutto di distruggere veramente, in questo modo, il senso costruttivo della politica. Credo poi che fomentino gli odi soprattutto i media televisivi, quando sostengono incontri-scontri, quando si affermano come partigiani dell'uno RISPONDE O.d.B. Egr. sig. Del Buono, la campagna di stampa contro gli intellettuali attualmente in corso da parte dei fogli più o meno reazionari varia dal tono lievemente ironico al pesante sberleffo (dipende dal buon gusto o dallo sguaiato servilismo delle penne). Questi ultimi aumentano di giorno in giorno, d'altronde non può essere diversamente in un Paese come il nostro, figlio della Controriforma. Gli intellettuali sono la coscienza critica della società, saranno anche «barbosi» per la maggioranza dei cittadini, ma indispensabili per la democrazia... Gozzelino, Torino GENTILE signor Gozzelino (non sono riuscito a decifrare il suo nome proprio, Ezio, forse?), fa veramente impressione una lettera a favore degli «intellettuali», definizione considerata e usata ormai solo in senso dispregiativo. E cosi vado avanti nella trascrizione del suo messaggio. «Il loro torto è quello di non scrivere su Eva Express o Novella 2000», lei dice, gentile signor Gozzelino, «ed inevitabilmente e molto facilmente qualche Pinocchio di turno con il naso molto lungo, li prende a mazzolate, cercando di spiaccicarli contro il muro. Esorterei perciò i concittadini a incrementare ed elevare il tasso delle lettere, magari rinunciando a qualche finesettimana. Non bisogna mai dimenticare che, oltre allo stomaco, esiste anche una mente. Una Intellebarma conoscenza maggiore, unita alla riflessione, scaccia la superficialità, ci aiuta a comprendere le cose senza la mediazione interessata di personaggi spesse volte in malafede, ammalati di protagonismo. Purtroppo, molti giovani ultimamente si sono lasciati abbacinare dagli specchietti come le allodole. Prima di dare dei giudizi, cari ragazzi, approfondite, formatevi una "coscienza storica", eviterete il rischio di portare il cervello all'ammasso degli estremismi. Qualcuno ha scritto che "spesso le parole servono per mentire, e le menzogne servono per modificare i fatti". Meditate, giovani...». Oreste del Buono I disegni di Fellini Leggo in data venerdì 22 aprile un articolo, In vendita le donnone di Fellini, che mi riguarda. Per una volta almeno il luogo comune delle istituzioni pubbliche disattente al recupero del patrimonio culturale, specie più recente, non è vero. Va dato atto al Comune di Rimini di essersi subito interessato all'acquisizione della collezione, offerta dalla mia Libreria Galleria, di 45 disegni originali di Federico Fellini, di soggetto cinematografico, eseguiti negli Anni 50 e 60 e da lui donati al suo amico e sceneggiatore Ennio Flriano. In pochi mesi sono state definite le modalità di acquisto ed oggi tutti i disegni sono in possesso del Comune di Rimini che è anche il principale promotore della costituenda Fondazione Fellini, fra i cui scopi vi è anche quello di realizzare una sorta di museo in cui raccogliere larga parte della produzione felliniana. Andrea Tomasetig, Milano Quegli ebrei uccisi a Como Nato e educato nel ventennio fascista, non risposi alla chiamata dell'esercito repubblichino ma non ebbi idee abbastanza chiare per unirmi ai partigiani. Vissi da «renitente passivo» fino al 25 aprile che ricordo come un'esplosione di gioia collettiva: la Liberazione dall'incubo del nazifascismo. Mi sembra indecente che oggi si tenti di stendere su quel giorno una nebbia carica di equivoci. Eppure non è così difficile, per chi visse al Nord tra l'8 settembre e la Liberazione, ricordare cosa fu la Repubblica di Salò. Fu proprio l'esperienza di quegli anni a rivelarmi l'inammissibilità del fascismo di cui non avevo capito gran che fino agli anni del Liceo (non mi piacevano i fascisti per motivi prevalentemente estetici: i modi arroganti, la brutta camicia nera, i gerarchi ridicoli come il dittatore). Dopo una breve fuga in Svizzera dovetti assistere a una scena tremenda: quattro ebrei consegnati ai nazisti e subito gettati nel lago di Como con una pietra al collo. Fu un primo segnale. Il seguito, fino alla Liberazione, è una memoria indele¬ bile: milioni di italiani sotto un regime di terrore che le «brigate nere» si incaricavano di diffondere con zelo, pari a quello con cui consegnavano ai nazisti gli ebrei da spedire in Germania. Come dimenticare le retate, le deportazioni, gli ostaggi, le torture, la sudditanza nei confronti delle SS? Tutto questo in omaggio a principi e valori equiparabili a quelli della Resistenza? Se è vero che migliaia di italiani militarono (e morirono) nelle file repubblichine ritenendo in buona fede di stare dalla parte giusta, ricordiamoli con pietà, senza odio, come vittime di un tragico errore. Lasciamo in pace i morti, ma la riconciliazione tra i vivi non può essere sincera se costruita sul tentativo di far dimenticare la realtà della Repubblica di Salò, serva dei nazisti (l'evidente incarnazione del male) e generata da un fascismo che non consente ambigue equidistanze. Mario Fazio Collaboratori ma non lottizzati In relazione all'intervento del professor Aldo Grasso, apparso su La Stampa del 12 aprile, in cui, rispondendo alle lettere di alcuni ascoltatori che lamentavano lo scadimento di qualità dei programmi di Radio Rai, il direttore della Radiofonia affermava: «Si trattava di delottizzare, di selezionare i collaboratori in base non alle tessere, ma ai meriti (...), avere come primo e unico referente il pubblico degli utenti e non più quello dei potenti. Facile a dirsi, ma per favorire i meritevoli occorre logicamente sfavorire gli immeritevoli, e gli immeritevoli tendono ad essere rancorosi». Tengo a dichiarare che non sono mai stato lottizzato e che mi considero meritevole, oggi come ieri. Cornelia Grindatto, seguono 56 firme di collaboratori a tempo determinato di Radio Rai

Luoghi citati: Como, Comune Di Rimini, Germania, Milano, Salò, Torino