Liguria la guerra dei divieti di Guido Coppini

Liguria, la guerra dei divieti Liguria, la guerra dei divieti Nel mirino i turisti del week-end GENOVA. Celle Ligure ha riunito il Consiglio comunale per esaminare una proposta: un bollino rosso a clienti di hotel e residenti da apporre sulla moto o sull'auto. Chi è senza bollino vada a circolare e a parcheggiare altrove. Roberto Avogadro, sindaco leghista di Alassio, ha chiesto ufficialmente che i treni non scarichino alla stazione i bagnanti dei weekend. «Di questo passo - protesta un commerciante - chiederemo agli ospiti di arrivare in abito scuro con tanto di cravatta». Molti albergatori, e soprattutto commercianti, non sono d'accordo su questi samurai che da giugno a settembre vorrebbero decapitare chi non ha il portafogli ben fornito. «Liberiamoci dalla teppaglia», invoca il sindaco di Alassio: ma poiché i giovani vestono quasi tutti allo stesso modo, come si fa a riconoscere un bravo ragazzo da un teppista? E la polizia stradale, già con gli organici insufficienti, deve appostarsi ai caselli e scrutare se per caso in una macchina non vi sia una tenda canadese o una scorta di bottigliette di birra? Ormai è una crociata. Città chiuse per saccopelisti, pressione sulle ferrovie perché eliminino i treni speciali per le località balneari, perfino controlli sul portafogli: a Finale Ligure qualche anno fa fu proposto di non accettare chi avesse con sé meno di 50 mila lire. Ma il mare, non dovrebbe essere di tutti? Ci sono già divieti creati da spiagge private chiuse da una cancellata. Località (come Paraggi) nelle quali chi mangia un panino seduto a riva viene già guardato di traverso. Una verifica sui teppisti che in estate scendono dalle città afose solo per far danni pare legittima. Si ha però la sensazione che ora si esageri. Forse si dimentica che alla base della scarsità di turisti c'è la questione dei prezzi: in qualche albergo a più stelle della regione si spende in un giorno la stessa cifra necessaria per una settimana a Palma di Majorca, in pizzerie un po' pretenziose appena ci si siede fanno diecimila. denza. Se fino a qualche stagione fa era abbastanza consentito il topless e un po' tollerato il nudo femminile, ora i vigili urbani hanno il preciso ordine di multare, e duramente, signore e signorine che lascino prendisole, reggiseno e resto sulla sdraio o sulla battigia. In alcune città o si è vestiti di tutto punto o non si passeggia sul lungomare. Il timore è che si stia scivolando nel razzismo. «Ma non è giusto rispedire indietro chi non spende Naturalmente tutto è buono per essere buttato in politica. Poiché la maggior parte dei sindaci del Ponente sono della Lega, ecco le reazioni: «Quelli di Pontida se ne infischiano di chi ha pochi soldi, vogliono solo clienti danarosi». Si fa quindi accesa la guerra ai pendolari, c'è perfino chi propone le code ai telefoni pubblici dotando clienti di alberghi e residenti di uno speciale tesserino di prece- Sopra, il sindaco di Alassio (a sinistra il centro della cittadina). In alto, Sanremo una lira e per di più si comporta in maniera incivile?» obiettano a Loano. La guerra contro «la marmaglia» trova solidale Andrea Gugliari, sindaco leghista di Diano Marina che invoca «una selezione accurata degli ospiti estivi». L'intervento delle forze dell'ordine è invocato dalla Federalberghi e da qualche agenzia di Sanremo: «Ma senza eccessiva discriminazione», si aggiunge per indorare un po' la pillola. Sullo sfondo, il problema della droga: si fa notare che in estate dalla Lombardia e dal Piemonte arrivano i clienti della marijuana e del crack. «E allora mandiamo i carabinieri anche in discoteca», calca la mano un operatore turistico di Sanremo, paese dove la tossicodipendenza è ormai una piaga sociale. Una volta venivano dalla Francia a vedere i film contro l'Armée, ora arrivano per procurarsi la dose: pare che nel Ponente della regione vi siano più possibilità di acquisto. Le proteste sono meno forti nella riviera di Levante dove il turismo domenicale di massa è meno avvertito, fatta eccezione per Rapallo. A Santa Margherita Ligure i prezzi piuttosto alti tengono lontani i pendolari. La valanga si abbatte nei giorni festivi su Portofino dove arrivano seicento turisti l'ora, ma è gente che all'imbrunire se ne va. Una volta l'allora sindaco Roberto D'Alessandro lanciò la proposta di un biglietto d'ingresso: «Se si paga per entrare al Louvre, perché non si deve pagare per Portofino?». Ora non si parla più di ticket, ma di numero chiuso. Che del resto c'è già: non si entra se un'altra auto non lascia il parcheggio. Guido Coppini

Persone citate: Andrea Gugliari, Majorca, Roberto Avogadro, Roberto D'alessandro