Ragazza uccisa sott'accusa un altro fratello

Ragazza uccisa, sott'accusa un altro fratello Ragazza uccisa, sott'accusa un altro fratello Sono bastati gli occhi gonfi di lacrime, i capelli scomposti e un singhiozzo invece del solito saluto. Non una parola, solo la tragedia dipinta sul volto quattordicenne della figlia: la madre ha capito subito. Ha urlato al posto suo, ha dato voce alla disperazione, prima dell'improvvisa, convinta, decisione di farsi vendetta da sé. Sua figlia era stata stuprata, lo stupratore doveva essere punito. Così si è rivolta a un pregiudicato e lo ha assoldato per la missione di morte. Ma la vendetta è stata smascherata prima che fosse messa in atto. Il violentatore è finito nelle celle di sicurezza dei carabinieri e con lui anche il pregiudicato che era stato incaricato di ucciderlo. Comincia qualche sera fa questa triste storia che poteva avere un epilogo ancora più drammatico. La ragazza conosceva il suo violentatore. Le gironzolava intorno da tempo. L'altra sera, chissà perché, aveva accettato quella che in apparenza era una innocente avance. Passeggiava lungo la strada del paese, Giffoni Valle Piana, un piccolo centro sui monti Picentini, quando è stata avvicinata dal suo corteggiatore, quel ragaz- FOGGIA. Un groviglio di dubbi irrisolti e di strani silenzi si addensano ancora sull'omicidio di Stefania Delli Quadri, la quindicenne di San Severo segregata e seviziata per cinque giorni e poi uccisa a colpi di bastone alla testa dal cugino. Malgrado le tre persone in carcere, il cugino Leonardo Racano, di 29 anni, il suo amico Antonio Lombardi, di 26, e il fratello di Stefania, Marcello, di 19, abbiano tutti confessato, rimangono delle tessere che non si incastrano. La sera stessa in cui Stefania è morta la notizia si sapeva già in casa Delli Quadri. A rivelarla era stato Marcello al fratello Alfredo, rimasto zitto però fino agli interrogatori: perché? E perché Marcello, zo che conosceva bene e al quale non aveva saputo dire sì, ma neanche no. E' salita a bordo della sua auto, convinta che l'avrebbe riaccompagnata a casa. Invece no: il giovane ha imboccato una strada di campagna e si è appartato in una zona buia ed isolata. E' lì, in un appezzamento rurale della frazione Vassi, che si è consumata la tragedia. Alla quale la ragazza quattordicenne non ha avuto la forza di opporsi. E' stata violentata. Forse ripetutamente. Poi, lui ha rimesso in moto l'auto e ha portato la ragazza in centro, a poche centinaia Un avvocato-scrittore «In questo modo il killer ha incastrato Pietro Pacciani» otto coppiette in 17 anni e si sia così guadagnato il titolo di «mostro di Firenze» e il diritto a un processo in corte d'assise, Filaste- ci crede poco, anzi, per niente. E ha una sua teoria: «Per quanto riguarda Pacciani e, in verità anche per Vinci, credo che nelle indicazioni ci sia lo zampino del maniaco vero». Cioè, per quanto amico del cugino Leonardo, aveva accettato la morte della sorella? E perché, sempre Marcello, non si era opposto al doppio patto esistente tra Racano e Lombardi, patto che coinvolgeva un'altra sua sorella? Negli ultimi interrogatori è infatti emerso che la ragazza «promessa» da Racano a Lombardi, se questi lo avesse aiutato con Stefania, era Patrizia, sorella di qualche anno più grande di Stefania. Sul giallo è interventuo ieri L'Osservatore Romano: «E' stata trattata peggio di un animale, è stata calpestata nella dignità, nella libertà, nell'intimità, negli affetti, nella volontà. E nel suo diritto alla vita. Come persona lei non esisteva». [a. 1.] di metri dalla sua abitazione. L'ha fatta scendere e si è dileguato nella notte magari convinto che non avrebbe raccontato nulla ai genitori, per paura. Ed è andata proprio così. Ha cercato anche di asciugare le lacrime, ma quando ha bussato alla porta di casa la madre che l'attendeva non ci ha messo molto a intuire quello che le era accaduto. Ha chiesto spiegazioni. Ha chiesto il nome. E il nome è saltato fuori, tragica conferma di quanto già pensava. Era proprio lui. Lo conoscevano tutti, la ragazza quattordicenne, ma anche la sua famiglia. Non una esitazione: la madre ha preso il telefono, si è rivolta ad un altro conoscente. Un pregiudicato. Poche parole per raccontargli l'accaduto. Dall'altra parte non c'è stato bisogno di chiedere né cosa, né come. Bisogna vendicare l'accaduto. Bisognava farsi giustizia sommaria. Ma tra il vendicatore su commissione e lo stupratore, di mezzo ci si sono messi i carabinieri. Probabilmente avvertiti da un conoscente, da qualcuno che era presente in casa quando la ragazzina è rientrata, si sono diretti subito sul posto. Hanno portato la madre e le terribili intenzioni non «consumate» del vendicatore, peraltro un noto pregiudicato della zona. Quest'ultimo farebbe parte del clan della camorra che attualmente vede in carcere i due «capi» riconosciuti: Pasquale De Feo e Carmine D'Alessio, due killer spietati che si trovano in carcere a scontare l'ergastolo per l'uccisione a sangue freddo avvenuta due anni fa di due carabinieri a Paiano, un centro a pochi chilometri da Giffoni dove si è consumata la violenza carnale. ragazza in ospedale, dove i medici dopo una visita hanno confermato la violenza subita. E sono andati a rintracciare lo stupratore. Ora stanno ricostruendo dettagliatamente tutte le assurde tappe della vicenda, sotto le direttive del magistrato Vincenzo Di Florio. Accertamenti e perquisizioni, interrogatori che si sono protratti per ore e verbali: nella giornata di ieri sono stati ascoltati tutti e a quanto pare sarebbero stati eseguiti già alcuni fermi. E individuato lo stupratore. Scoperto anche il tentativo di vendetta personale della Paolo Russo

Luoghi citati: Firenze, Foggia, Giffoni Valle Piana, San Severo