Arancia meccanica alla stazione

La vittima aveva 56 anni. e' stato picchiato a colpi di bastone da quattro ragazzi: due sono già in cella La vittima aveva 56 anni. e' stato picchiato a colpi di bastone da quattro ragazzi: due sono già in cella Arancia meccanica alla stazione Brìndisi, banda di giovani uccide un barbone BRINDISI Prima di essere picchiato a colpi di bastone e di accasciarsi morente sul marciapiede, Francesco Fersini, 56 anni, era un tranquillo barbone, con in tasca una misera pensione di agricoltore e nessuna voglia di tornare a casa: chiedeva l'elemosina e distribuiva immagini sacre davanti al cimitero e, la sera, stordito dall'alcol, si rifugiava nella stazione ferroviaria. Lo tolleravano i poliziotti permettendogli l'accesso alla sala d'attesa dove trascorreva la notte. Lo odiavano i giovinastri che lo strapazzavano ogni giorno bersagliandolo di insulti e sputi. Domenica notte l'hanno ammazzato. Forse Fersini, il barbone gentile che tutti ricordano come un signore pacifico ed educato, non è morto per i colpi, ma per il terrore che gli ha spezzato il cuore. L'autopsia dirà oggi se è stato un infarto a stroncarlo. I suoi aguzzini dovranno spiegare perché, disumani fino al punto da torturare un uomo indifeso, l'hanno picchiato selvaggiamente. Erano in quattro, e due di loro sono stati arrestati. Antonio Orfano, 19 anni, precedenti penali per contrabbando, e Antonio Mazzeo, ventunenne, conosciuto alla polizia per il reato di detenzione di esplosivo. Sono accusati di omicidio preterintenzionale. Altri due giovani sono ricercati. «Li conosciamo tutti abbastanza bene, vengono ogni giorno alla stazione a infastidire i passeggeri e a insultare i barboni. Orfano lo avevamo già fermato e multato perché importunava la gente. Negli ultimi giorni, Fersini era terrorizzato. Quando è stato aggredito ha tentato di reagire con il suo bastone foderato con un tubo di gomma». Parla Antonio Spalluto, agente di NOSTRO SERVIZIO Frosinone, diciassette polizia. Sotto i suoi occhi ha visto morire Fersini. «Era l'una di notte, stavo controllando le sale d'attesa. Ho sentito urla, mi sono precipitato nel piazzale, fuori dalla stazione. Fersini era nei giardini, a pochi metri di distanza, seduto su una panchina come ogni sera. Mangiava qualcosa, poi si rifugiava nella sala d'attesa». Al buio, due scooter con quattro ragazzi a bordo sono saliti sul marciapiede e si sono affiancati al barbone. L'hanno stuzzicato, insultato, poi colpito con due bastoni, l'asta di una scopa e un ramo di ulivo. Mentre cercava di difendersi, il barbone ha gridato «maledetti». Hanno continuato a picchiarlo. L'uomo urlava e tentava di allontanarsi, loro lo picchiavano inseguendolo. Quando il poliziotto è intervenuto, gli aggressori erano scomparsi e Fersini, il barbone gentile, rantolava. «Ho chiamato il 113, ho detto al mio collega della sala operativa di mandare subito un'ambulanza - racconta l'agente - ed è arrivata in un lampo. Ma niente da fare, Fersini era morto». Non ha riportato ferite evidenti: ecco perché si pensa che il suo decesso non sia conseguente all'aggressione. Potrebbe essere stato provocato dalla caduta, da un colpo violento ricevuto alla testa. 0 - ipotesi che pare farsi strada, e l'autopsia dovrà confermare oggi da un arresto cardiocircolatorio. Due aggressori fuggiti con gli scooter, sono però tornati alcune ore dopo nelle vicinanze. E l'agente li ha così ammanettati e consegnati a Leonardo Leone De Castris, il sostituto procuratore della Repubblica che coordina l'inchiesta. Nato a Corigliano d'Otranto, in provincia di Lecce, Francesco Fersini ha vissuto fino a qualche anno fa in un paese del Brindisino, San Pietro Vernotico, dove aveva nne si impicca dopo un Inutili i soccorsi di un L'uomo forse è mort una casa e lavorava come agricoltore. Celibe, si sentiva probabilmente solo. E per questo girovagava, almeno da cinque anni. Taranto, Lecce, Brindisi. Da una panchina all'altra. Da un anno era qui, alla stazione brindisina dove lo chiamavano familiarmente «Ciccio» e dove si muoveva con discrezione, silenzioso, quasi timoroso di sembrare invadente. Gli avevano offerto assistenza, altri barboni l'avevano accettata. Lui no. Una casa l'aveva, ma non intendeva tornarci. Preferiva i giardini pubblici e la sala d'attesa, prima che alcuni giovinastri lo lasciassero senza vita sul marciapiede, accanto alla panchina su cui cenava. Sandro Tarantino a lite con il padre Il luogo davanti alla stazione dove è morto il barbone ferroviere o di paura A sinistra Francesco Fersini, il barbone morto a Brindisi. A destra, i due fermati per il delitto: Antonio Orfano e Antonio Mazzeo

Luoghi citati: Brindisi, Frosinone, Lecce, Otranto, San Pietro Vernotico, Taranto